Prevale il sommerso

20 giugno 2008
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I tumori professionali rappresentano un percentuale molto significativa nel computo complessivo di tutte le malattie che potenzialmente ricadono nell'ambito della tutela assicurativa dell'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro). Si tratta di un campo vasto e complesso per la gravità della malattia e per le sue implicazioni indirette sulla famiglia del malato. Se ne è parlato a Roma, lo scorso 20 gennaio nel corso del Convegno intitolato "Tutela globale dei lavoratori e nuove forme di prevenzione delle malattie di origine professionale", organizzato dal patronato INAS (Istituto Nazionale Assistenza Sociale) e dalla FILCA (Federazione Italiana Lavoratori Costruzioni e Affini) entrambe facenti parte della CISL.

Migliorare l'anamnesi


All'incontro erano presenti esperti del campo, ma anche figure istituzionali. Da Alberto Cicinelli, Direttore generale dell'Inail, è arrivato un appello alla classe medica: "In Italia si verificano 250mila tumori all'anno, ma i tumori denunciati a fini risarcitori, per esempio nel 2006, sono stati soltanto 1.860, dei quali l'istituto ne riconosce in media poco più del 54%". Cicinelli ha fatto una richiesta precisa: "Sarebbe estremamente utile - ha affermato - al momento di ricostruire la storia di un paziente porre, oltre alle domande di rito, come quelle sullo stile di vita, anche quelle in grado di investigare il tipo di lavoro e l'ambiente nel quale operano o hanno operato. In questo modo i dati sugli infortuni non costituirebbero soltanto una mappa dei danni, ma indicherebbero l'incrocio del dato numerico con l'analisi della tipologia degli infortuni, in modo da permetterci di strutturare interventi di prevenzione".Ai lavori sono intervenuti anche i segretari nazionali della FILCA Paolo Acciai e Franco Turri, la dottoressa Annamaria De Padova, consulente medico-legale dell'Inas, che ha presentato il volume "Tumori professionali - Norme e tutele" (Edizioni Lavoro) e Umberto Iacono dell'ISPESL (Istituto superiore di prevenzione e sicurezza sul lavoro).

Un'emergenza sociale


Durante il convegno sono stati diffusi dati clamorosi sulle morti sul lavoro. "I numeri che riportano la situazione della mortalità sul posto di lavoro- ha dichiarato Roberto Chelucci, esperto dell'INAS - parlano di circa 1200 decessi all'anno". Questo dato potrebbe però essere gravemente incompleto: "Quando si parla di morti sul lavoro - ha aggiunto Chelucci -dobbiamo tener conto di una situazione più grave e che riguarda i tumori di origine professionale, che sono circa il 5% del totale. Se nel 2006 (dati ISTAT) in Italia le morti di tumore sono state 172.000. Se applichiamo il 5% per cento a questo cifra otteniamo 8600 morti per neoplasie indotte dalle condizioni lavorative. Quindi il totale delle morti per lavoro sarebbe pari a 10.000 vittime, un dato impressionante: oltre 27 persone al giorno, 820 al mese. È più di una guerra - ha concluso Chelucci - è una strage". Tutti gli intervenuti hanno concordato su un punto: quella delle morti legate al lavoro è una vera e propria emergenza sociale, da affrontare con urgenza mettendo in campo tutte le forze disponibili, a cominciare da INAIL, patronati e organizzazioni sindacali. E' chiaro che molto si può e si deve ancora fare per fare in modo che il lavoro, qualunque esso sia, venga svolto in condizioni di sicurezza e salubrità.

Gianluca Casponi



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