Tosse cronica: definizione, diagnosi e cure in sperimentazione

03 novembre 2020

Tosse cronica: definizione, diagnosi e cure in sperimentazione



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La tosse, cioè l'espulsione improvvisa e violenta di aria dai polmoni, è un riflesso protettivo vitale, che impedisce l'aspirazione e migliora la pulizia delle vie aeree. Infatti, La funzione della tosse è di eliminare il materiale presente nelle vie aeree e proteggere i polmoni dalle particelle che sono state inalate. Ma una tosse patologicamente cronica, diventa fortemente invalidante per chi ne soffre.

Acuta dura tre settimane


Negli adulti, la tosse cronica è molto differente da quella acuta. La tosse più comune è quella cronica, che dura 3 settimane ed è di norma associata a infezioni delle vie respiratorie. La tosse acuta insorge, infatti, in caso di infezione delle vie aeree superiori o inferiori, o in caso di polmonite. È per definizione circoscritta ad un periodo relativamente breve ed è associata ad altri sintomi, al contrario della tosse cronica, in particolare quella idiopatica, che di solito è un sintomo unico.

La tosse può essere causata dalla Covid-19


La tosse acuta è anche uno dei sintomi associati al Covid-19, patologia correlata all'infezione da coronavirus Sars-Cov-2. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, i sintomi più comuni di Covid-19 sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea, anosmia o agneusia.

La tosse cronica: conosciamola meglio

Una tosse patologicamente eccessiva e prolungata o che persiste da almeno otto settimane è definita tosse cronica, un disturbo considerato invalidante. Si stima, dal 5 al 10% della popolazione soffre di tosse cronica. Quando i sintomi di tosse cronica sono severi, si osserva un declino della qualità della vita con la presenza di altre patologie come l'incontinenza, la sincope da tosse e la disfonia, fattori che portano all'isolamento sociale, alla depressione e alle difficoltà nelle relazioni.

Se da una parte una vasta gamma di malattie può essere associata a tosse cronica dalle rino-sinusiti al reflusso gastroesofageo dall'altra appare chiaro che la maggior parte dei pazienti adulti che presentano tosse cronica come disturbo primario, definita anche tosse idiopatica, hanno una presentazione clinica comune. Si lamentano spesso della sensibilità all'inalazione di sostanze irritanti ambientali come profumi, candeggine e aria fredda che provocano sensazioni di irritazione alla gola e voglia di tossire; caratteristiche che suggeriscono una maggiore sensibilità delle vie neuronali che mediano la tosse. La diagnosi di tosse cronica deve, dunque, essere effettuata su una attenta valutazione clinica, per arrivare a classificare i pazienti in due grandi categorie: i pazienti con tosse cronica refrattaria, ovvero coloro che dopo una diagnosi (reflusso gastroesofageo, asma, rinosinusite ecc.), ricevono una terapia che per loro non è efficace; i pazienti con tosse cronica idiopatica, ovvero con una tosse persistente per la quale non si trova una causa. La comunità scientifica sta acquisendo sempre più la consapevolezza di dover investigare più a fondo il "problema" della tosse, soprattutto alla luce del forte impatto negativo che essa ha sulla qualità di vita dei pazienti che ne soffrono.

Un grosso impatto sulla vita di chi ne soffre

I pazienti che soffrono di tosse cronica tendono a sottovalutare la tosse e non sono consapevoli di avere la tosse cronica. Familiari e amici diventano quindi fondamentali per arrivare alla consapevolezza di questa condizione, in quanto sono uno specchio che aiuta le persone a notare la frequenza e la persistenza della tosse. Le donne tendenzialmente sono più attente al proprio corpo rispetto agli uomini, sono più consapevoli dei cambiamenti in atto e allo stesso tempo più determinate a migliorare la propria qualità di vita. Dunque sono anche più ricettive a cogliere i segni di cronicizzazione della tosse e ad avviare un percorso di cura.

Il futuro delle cure

Una percentuale di pazienti con tosse cronica, in particolare tra gli adulti, soffre di tosse refrattaria: nonostante le diagnosi e i trattamenti, la tosse persiste per molto tempo senza che il medico possa offrire al paziente una soluzione efficace. I risultati positivi di studi clinici con farmaci dall'effetto neuromodulatore suggeriscono alla base di questa condizione una neurofisiologia alterata. In particolare, si ritiene che un'eccessiva attivazione dei recettori P2X3 sia associata all'iper-sensibilizzazione dei neuroni sensoriali. Tale iper-sensibilizzazione neuronale nelle vie respiratorie e nei polmoni potrebbe causare un esagerato, persistente e frequente bisogno di tossire. Farmaci in grado di agire come antagonisti del recettore P2X3 potrebbero contribuire a migliorare sensibilmente la qualità di vita di chi lamenta tosse cronica. Questa categoria di farmaci sta rivelandosi efficace nel trattamento della tosse cronica.

Fonti
  • D. Muccino, et al. Rationale and Design of Two, Phase 3, Randomized Controlled Trials (COUGH-1 and COUGH-2) of Gefapixant, A P2x3 Receptor Antagonist, in Refractory and Unexplained Chronic Cough. American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine 2019; 199: A4700
  • Cerveri I, Accordini S, Corsico A, et al. Chronic cough and phlegm in young adults. The European Respiratory Journal. 2003;22(3):413-417
  • AlynH. Morice, et al. ERS Guide Lines on the diagnosis and treatment of chronic cough in adults and children. European Respiratory Journal202055:1901136;DOI:10.1183/13993003.01136-2019



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