Baby polmoni inquinati

09 febbraio 2007
Aggiornamenti e focus

Baby polmoni inquinati



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Il 7 febbraio l’Europa ha stabilito che entro il 2012 i motori delle nuove auto dovranno ridurre l’emissione media di CO2 a 130 g/km invece dei 162 attuali, e poi a 120. Come? Agendo su componentistica e biocarburanti, nell’ottica del protocollo di Kyoto sul clima. Il Nord Italia ha indetto per il 25 febbraio la prima giornata unitaria di blocco della circolazione privata, esclusi i nuovi mezzi meno inquinanti. L’efficacia delle misure, queste o altre, si può discutere, ma è buon segno. Anche se a livello di comunità scientifica l’argomento inquinamento e salute è all’attenzione e studiato da tempo, con le conclusioni di diverse ricerche che non sono apparse certo rassicuranti. Un nuovo studio rincara ora la dose riguardo ai rischi per soggetti particolarmente indifesi nei confronti dell’inquinamento veicolare, quali sono i bambini: esposizioni elevate come nelle aree prossime a vie ad alto scorrimento dimostrerebbero addirittura di compromettere lo sviluppo della loro funzione polmonare, con possibili ripercussioni per l’età adulta.

Differenze tra 500 e 1.500 metri di distanza


Altre ricerche, anche degli stessi autori e nelle stesse comunità ora considerate, hanno evidenziato che l’aria inquinata urbana o regionale ha effetti negativi sulla funzione polmonare infantile e che l’esposizione al traffico locale è correlata a eventi avversi respiratori nei bambini, compreso l’asma. Il nuovo studio ha però aggiunto un tassello. Sono state studiate due coorti di scolari residenti in dodici comunità del Sud della California, età media dieci anni, una arruolata nel 1993 e una nel 1996, seguite per un periodo di osservazione di otto anni; la loro funzione polmonare è stata valutata annualmente con la spirometria, misurando i tre parametri fondamentali capacità vitale forzata (FVC), flusso espiratorio forzato in un secondo (FEV1 o VEMS) e massimo flusso espiratorio medio (MMEF). Si sono considerate poi quantità e qualità delle emissioni veicolari in relazione alla distanza da vie ad alto scorrimento, livelli d’inquinamento atmosferico regionale, nonché tipo di ambiente familiare e altre caratteristiche individuali. L’evidenza generale è stata che più i ragazzi vivevano in prossimità di freeway, equivalenti alle nostra tangenziali, più la crescita della loro funzione polmonare nell’arco degli otto anni era diminuita. I soggetti residenti entro 500 metri mostravano un deficit sostanzialmente peggiore nella crescita della funzione polmonare rispetto a quelli distanti almeno 1.500 m (-63 la FVC nei primi contro -19 nei secondi; -81 il FEV1 contro -33; -127 il MMEF contro -94), mentre gli indicatori relativi a strade diverse dalle freeway non erano associati a ridotta crescita; correggendo per esposizione a inquinanti indoor sono risultati minimi cambiamenti. Dato che lo sviluppo respiratorio a 18 anni è concluso, chi ha un deficit a quest’età, sottolineano gli autori, continuerà probabilmente ad avere una funzione polmonare meno “sana” da adulto.

Effetti indipendenti da inquinamento regionale


Inoltre, gli effetti delle emissioni veicolari sulla crescita della funzione polmonare sono apparsi indipendenti per la distanza dalle vie ad alto scorrimento e per l’inquinamento atmosferico regionale, cioè entrambe le esposizioni hanno conseguenze negative che possono combinarsi tra loro. Le sostanze risultate implicate sono ossidi di azoto, carbonio elementare (presente nelle particelle esauste e indicatore dell’inquinamento da diesel) e particolato fine e ultrafine di diametro inferiore a 10 e 2,5 micron (PM10 e 2,5), la cui concentrazione è risultata elevata entro 500 metri dalle freeway con un declino esponenziale allontanandosi; l’ozono invece non è apparso associato a ridotta crescita della funzione polmonare. In precedenti studi il particolato veicolare è stato associato con il carbonio presente in cellule (macrofagi) delle vie respiratorie nei bambini, che a sua volta si associa a riduzione di FEV1, FVC e MMEF; esso aumenta lo stress ossidativo nelle vie aeree determinando infiammazione che spiega il deficit osservato dei parametri respiratori. Gli effetti sulla salute dei singoli inquinanti prodotti dal traffico devono essere ulteriormente approfonditi. Intanto però, concludono gli autori, si possono ripensare certe scelte, quale la presenza di case e scuole vicino a vie altamente trafficate.

Elettra Vecchia



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