Le radiazioni  in diagnostica

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Le radiazioni  in diagnostica



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La storia della diagnostica medica per immagini cominciò nel 1895, più di un secolo fa. Fu allora che il fisico tedesco Wilhelm Conrad Roentgen riuscì mettere a punto il primo apparecchio che consentiva la visione dell'interno del corpo umano su lastre opache di materiale impressionabile (vere e proprie pellicole fotografiche). Tutto questo grazie ai raggi X, che altro non sono che radiazioni, per di più ionizzanti.
Questo per sottolineare che le radiazioni hanno anche un aspetto positivo, un impiego a tutela della salute. Anche se, ovviamente, un rischio pur se ridotto al minimo, c'è.

Poco rischio, molti benefici


Si è molto discusso e ancora si discute sui rischi che si possono incorrere quando si eseguono troppi esami radiologici. Ma quanti sono troppi, davvero? Va detto che le moderne tecniche radiologiche basate sull'utilizzo dei raggi X sono state notevolmente perfezionate in modo da ridurre al minimo la penetranza (e il conseguente assorbimento da parte degli organi interni) dei raggi stessi. Oggi si usano in genere solo minime frazioni di radiazioni rispetto a quelle utilizzate solo vent'anni fa. Tutto questo si deve anche alla possibilità di mirare con maggiore precisione la parte da esaminare e di gestire successivamente l'immagine attraverso una sequenza computerizzata. In linea generale, durante un esame radiologico, ogni persona viene esposta ad un irraggiamento di entità pari a circa 20 milliroentgen. Questa dose, se confrontata con i circa 100 milliroentgen di radiazioni presenti nell'ambiente in forme diverse (raggi ultravioletti, uranio presente nel terreno...) cui siamo esposti, e ignari, nello spazio di un anno; non sono davvero molte.
Non vanno mai dimenticate alcune regole generali importanti che sono seguite come linee guida in tutto il mondo e che vengono controllate e standardizzate periodicamente. Manteniamo fermi pochi principi di base:
  • i tessuti maggiormente assorbenti sono quelli ad elevata velocità riproduttiva, cioè quelli germinativi (primo tra tutti il midollo osseo)
  • i bambini sono maggiormente esposti al rischio
  • le donne in gravidanza o anche solo in età fertile e nel sospetto di gravidanza sono tenute a raccomandarsi al radiologo perché in caso esami radiologici addominali venga protetta tutta la regione addominale inferiore
  • infine, oggi si utilizzano per convenzione internazionale raggi X dotati di elevata velocità in modo da consentire esami sempre più brevi e quantità sempre inferiori, pur mantenendo un'ottima risoluzione d'immagine.
Dal punto di vista delle varie tecniche che sono state più volte accusate di potenziali rischi, vanno considerate soprattutto la TAC, la mammografia e l'angiografia. Infatti, in tutti questi casi non si tratta di metodiche di durata istantanea. Peraltro questi esami non sono certo quelli che capita più spesso di dover eseguire ed, anche in questi casi rari, non ci dovrebbero essere più rischi. E anche per questi motivi che la diagnostica per immagini si è rivolta a tecniche di rivelazione non più basate sulle radiazioni, per esempio gli ultrasuoni (ecografia) o di altri tipi di energia misurabile (risonanza magnetica nucleare-NMR).
Comunque la scoperta di Roentgen resta ancora oggi insostituibile anche se, come è ovvio, ha conosciuto da allora un numero enorme di sviluppi.

Lastre e TAC


Nella pratica medica quotidiana, l'esame radiografico del torace (in gergo un "Rx torace") rappresenta l'applicazione più pratica e sicura della diagnostica per immagini. Questo succede sempre, per esempio, a chi arriva in un posto di pronto soccorso con un dolore toracico insistente la cui natura non è ben identificabile.
Con una semplice radiografia del torace (in condizioni d'emergenza si tratta di Rx torace in due sole posizioni, laterale e antero-posteriore) si riesce a delineare ogni eventuale anomalia morfologica delle ossa che sostengono il torace, del profilo del cuore e delle condizioni generali dei polmoni; in pratica si traccia un'immagine delle condizioni di salute dell'apparato cardio-respiratorio. Lastre di questo tipo individuano anormalità grossolane.
Da almeno quindici anni, si può perfezionare di molto la risoluzione dell'immagine e indagare sezioni sempre più piccole e precise utilizzando la TAC (tomografia assiale computerizzata). Questo genere di accertamento diagnostico, oggi molto in uso e qualche volta anche abusata, non è altro una tecnica di indagine radiologica, che permette di evidenziare e documentare sezioni trasversali del corpo molto sottili, dell'ordine di millimetri, in profondità e larghezza. Va detto subito che la TAC non può costituire un metodo diagnostico di routine (ha un costo ancora molto elevato, richiede un'apparecchiatura apposita e piuttosto ingombrante che va situata in un ambiente specifico e va programmata e eseguita da personale altamente qualificato ) è una metodica radiografica molto sensibile che si adatta a tutto l'organismo e non solo al torace. Infatti, la TAC addominale funziona ugualmente bene per la diagnosi delle condizioni degli organi addominali e per quelle di tutto lo scheletro. Si può esplorare bene anche il cranio ed il suo importante contenuto; la TAC cerebrale, serve proprio a questo scopo e si utilizza nella diagnosi di localizzazione di un ictus o di un infarto del cervello.

I mezzi di contrasto

L'esame radiografico può essere eseguito con o senza l'aggiunta del cosiddetto mezzo di contrasto. Si tratta di una sostanza che può venire somministrata per bocca o tramite iniezione endovenosa e che serve per tracciare bene il percorso che si vuole esplorare, si definisce anche tracciante. Per essere precisi, non serve un mezzo tracciante se si intende evidenziare una parte scheletrica, un osso intero o anche un segmento osseo, poichè il tessuto osseo è per la sua consistenza già radiopaco e quindi si vede bene. Al contrario è necessario somministrare un mezzo di contrasto per indagare l'impronta delineata dagli organi interni, le cosiddette parti molli che altrimenti sarebbero radiotrasparenti e non riproducibili sull'immagine radiologica. L'esempio più classico è, l'ormai superato, Rx del digerente, quello stesso esame (spesso indimenticabile per chi lo ha subito) che necessita di una precedente preparazione piuttosto lunga (pulizia gastrointestinale accurata) e della assunzione per bocca di una specie di liquido viscoso (il solfato di bario) e che permane nei visceri almeno fino al giorno dopo l'esame e che si elimina con le feci. Per fortuna oggi ci ha pensato l'ecografia e tutti gli esami di tipo endoscopico; indolore e inerte la prima, più fastidiosi i secondi, ma questi non sono esami radiografici in quanto il mezzo di rivelazione utilizzato per produrre le immagini non sono, in entrambi i casi, i raggi X.

Le indagini radiologiche dello scheletro

Un'altra applicazione tipica della radiologia istantanea è quella delle patologie ossee in genere, e soprattutto quella della traumatologia ossea. Le radiografie dell'apparato muscolo-scheletrico non necessitano di alcuna particolare preparazione (così è anche per l'Rx torace) e sono oggi eseguibili con apparecchiature anche molto leggere e trasportabili fino al letto del malcapitato o nel locale di accettazione di un pronto soccorso che si può trovare anche in una piccola postazione di una località montanara. Non vanno dimenticate qui tutte le patologie della colonna vertebrale sia acute (traumi e discopatie) che croniche (osteoartrosi, osteoporosi e neoplasie ossee) per le quali l'esame radiografico è il mezzo diagnostico più efficace.

La diagnosi delle calcolosi

Per rimanere in tema con le strutture radiopache e solide bisogna fare un cenno anche alle radiografie che diagnosticanola presenza di formazioni calcaree; sia i calcoli del rene sia quelli delle vie biliari (nefrolitiasi, colelitiasi, litiasi biliare). Sono quegli esami noti comunemente come urografia o pielografia per i reni e l'apparato urinario e di colecistografia o colangiografia per colecisti e vie biliari sia intra che extra epatiche. Anche questi non sono accertamenti del tutto semplici, e anche in questi casi, si può presentare la necessità di assumere un mezzo di contrasto.

La visualizzazione dei vasi sanguigni

E per il sistema vascolare c'è, infine, anche l'angiografia digitale. Si tratta sempre di una tecnica di indagine radiologica, che permette di evidenziare e documentare arterie, vene e cavità cardiache, mediante l'iniezione, con un catetere, di mezzo di contrasto a base di iodio. L'interazione dei raggi X con il mezzo di contrasto in circolo nel sangue e l'elaborazione computerizzata delle immagini ottenute, forniscono in tempo reale i dati necessari alla diagnosi ed alla terapia. L'angiografia è utile per diagnosticare stenosi, aneurismi, traumi, trombosi, ischemie, insufficienze cardiache, insufficienze valvolari e anche per identificare il letto vascolare che si può formare attorno o all'interno di masse tumorali benigne e maligne.

Radiazioni per prevenire

Se la mammografia è l'esame radiografico per eccellenza per la diagnosi delle neoplasie della mammella, non si può ignorarne il suo valore preventivo. Tant'è vero che oggi tutti i programmi di prevenzione dei tumori femminili prevedono che la mammografia venga eseguita come mezzo di screening (selezione mirata) per l'identificazione della popolazione femminile a rischio. Eseguendo una mammografia regolarmente ogni uno o due anni a partire dal quarantesimo anno e ogni anno a partire dal cinquantesimo anno, si realizza una vera diminuzione del rischio di morte per i tumori mammari. Tutto ciò si deve ad un effettivo miglioramento delle tecniche mammografiche che oltre ad essere in grado, oggi, di localizzare anche neoformazioni molto piccole, non sono più da ritenere pericolose per l'esposizione frequente alle radiazioni.
Anche la radiografia del torace viene utilizzata come mezzo di prevenzione e si richiede obbligatoriamente prima dell'assunzione per chi intende lavorare in strutture sanitarie e per tutti i lavoratori del campo della pubblica ristorazione.
Più discutibile è l'impiego di esami radiologici atti a prevenire i tumori dell'intestino e più precisamente del colon, infatti, per queste patologie è più probabile che la radiologia venga soppiantata dalle più accurate tecniche di diagnosi endoscopica.

Patrizia Maria Gatti



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