Oscure fragranze

20 giugno 2008
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Oscure fragranze



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Per quanto si pensi che le grandi emissioni di sostanze nocive, come gas di scarico di autoveicoli o industrie, siano la causa principale dell'esposizione all'inquinamento atmosferico, in realtà la maggior parte dei composti volatili, di natura organica, a cui si è esposti derivano da sorgenti più piccole, molto più prossime, facilmente controllabili anche se non regolamentate. Si tratta del cosiddetto inquinamento indoor fatto di tante piccole sorgenti tra le quali vanno annoverati anche i prodotti usati per deodorare gli ambienti, gli abiti, l'interno dei mobili, ma anche saponi, detersivi e prodotti per la cosmesi. Sostanzialmente tutti quelli che contengono ingredienti che conferiscono profumo, per natura, quindi, volatili che a volte come fragranze possono a loro volta essere una miscela di altri composti.

Etichette tutt'altro che esplicite


Questa componente del prodotto viene riportata in etichetta in un modo non del tutto chiaro, e se per ridurre i rischi per la salute la prima regola è l'informazione, in questo ambito lo svantaggio è iniziale. Negli Stati Uniti e in Europa, infatti, non esiste l'obbligo alla trasparenza in etichetta sugli ingredienti che costituiscono la fragranza del prodotto, che genericamente restano sotto il nome di fragranza, profumo, oli essenziali. I produttori devono solo indicare informazioni sui rischi del prodotto con simboli o con indicazioni sull'uso corretto per evitare danni alla salute. Tuttavia, le evidenze di effetti sulla salute sono contraddittorie, alcuni studi segnalano associazioni potenziali con reazioni avverse come asma o attacchi di asma, mal di testa, dermatiti allergiche da contatto e reazioni a livello delle mucose. Ma non tutti sono stati confermati, anche se, concordano gli esperti, sarebbe più utile conoscere gli effetti nel lungo termine di una esposizione bassa ma cronica, che potrebbero essere più graduali e meno evidenti di una risposta acuta. Quanti e quali sono è quindi impossibile saperlo, bisognerebbe risalire alla formula di produzione che, però, è spesso protetta da brevetto o da segreto industriale. Ma alcuni ricercatori, dotati di strumenti di laboratorio adeguati, hanno effettuato analisi chimiche di un numero limitato di prodotti per conoscerne la composizione della loro parte volatile profumata.

Sostanze pericolose per legge


I ricercatori hanno selezionato, tra i prodotti presenti sul mercato americano, tre tipi di deodoranti per ambienti e tre per il lavaggio della biancheria. In un deodorante in formulazione solida per ambiente, adottato da una delle maggiori compagnie di volo nazionali e internazionali, sono state rinvenute almeno 19 sostanze a formare la parte organica volatile e di queste, quattro (acetaldeide, acetone, etanolo e alfa-pinene) sono regolate da una legge federale in quanto tossiche o pericolose. Il secondo deodorante per ambienti costituito da un'unità fissata alla parete che emette una fragranza spray, era in uso in ambienti industriali e istituzionali come scuole e ambulatori. In questo, la parte aromatica aerea era il risultato di 12 composti di cui solo uno, l'etanolo, è regolato dalla legge federale specifica. Il terzo deodorante era un diffusore per ambienti usato in abitazioni, istituzioni e luoghi di lavoro e conteneva 20 composti di cui sette considerati pericolosi (acetaldeide, acetone, etanolo, alfa-pinene, benzaldeide, alcool di isopropile ed etilacetato). A fronte di questi risultati, le etichette recitano la presenza di "Fragranze e oli essenziali" o "Miscela di oli profumati", e a seguire una dicitura che ribadisce che la formulazione è coperta da segreto industriale. Tra i prodotti per il bucato sono stati esaminati dei fogli profumati da usare nella macchina asciugatrice, un ammorbidente e un sapone profumato. Nel primo c'erano due prodotti pericolosi (etanolo e alfa-pinene), nel secondo quattro (etanolo, alfa-pinene, acetaldeide e clorometano) nel terzo cinque (etanolo, alfa-pinene, etilacetato e 2-butanone), ma le etichette facevano riferimento a profumo e ammorbidenti cationici biodegradabili e a enzimi e surfattanti biodegradabili e solo per il detersivo erano indicati alcuni composti, ma nessuno tra quelli individuati con le analisi. Gli autori del lavoro fanno notare che, in totale sono stati rilevati 58 composti volatili diversi, per i quali, però, si conosce la concentrazione ma non la reale esposizione, né il comportamento una volta dispersi nell'ambiente. E, dal momento che, alcuni di questi sono riconosciuti come sostanze pericolose e come tali regolamentati, il consumatore dovrebbe essere informato, anche se questo potrebbe creare false sicurezze o falsi allarmismi. Ognuno avrebbe l'opportunità di scegliere anziché restare con il dubbio.

Simona Zazzetta



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