Gin Miller, la Signora dello step

04 giugno 2015
Aggiornamenti e focus

Gin Miller, la Signora dello step



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Nel 1984 la sconosciutissima Gin Miller è una ragazza americana di poco più di vent'anni, allegra e solare, che lavora in una palestrina a pochi chilometri da Atlanta, in Georgia, dove vive, sognando (come tante) il mito aerobico di Jane Fonda. Sognare non costa nulla: Gin organizza i suoi corsi di aerobica e ha un suo pubblico affezionato. Che non è la moltitudine di americani abbonati alle vhs di Jane, ma un pugno di ragazze. Il sogno di una carriera da star, però, si infrange nel 1987, in un infortunio al ginocchio: stop obbligato e recupero lento e doloroso. Nessuno immaginava, allora, che si trattava di un incidente che avrebbe rivoluzionato l'intera storia del fitness e spalancato le porte a Gin a una fama tale da oscurare pure quella di Jane Fonda. L'ortopedico di fiducia le raccomanda di rinforzare l'articolazione: "Prendi una cassetta non troppo alta, tipo quelle che si usano per le bottiglie di latte", le suggerisce, "e sali e scendi a ripetizione". Gen si mette di impegno, ma a modo suo. «La verità è che io quella cassetta non l'ho mai presa», racconta. «Era più che sufficiente il gradino d'ingresso del porticato di casa mia. E ho cominciato: su- giù, su- giù, per capire subito che era di una noia mortale. Per rendere la riabilitazione un po' più sopportabile, ho acceso lo stereo con una compilation che utilizzavo per le lezioni di aerobica. Con mia grande sorpresa, mi accorsi che il cuore lavorava a una frequenza maggiore con quel semplice movimento di saliscendi fatto, però, a tempo cadenzato di musica. Appena rientrata in palestra, feci predisporre uno scalino lungo tutto il perimetro della sala aerobica. Fu un successo imprevedibile, al punto che fui costretta a sezionare lo scalino in più parti da sparpagliare in tutta la sala, in modo da accogliere più persone».

Immaginava, allora, mentre si esercitava nel suo porticato, cosa sarebbe diventato il suo step?

Quando ho iniziato un corso di step nella mia Sportslife di Marietta, i proprietari mi dissero che sarebbe stato meglio avere pedane di produzione industriale, studiate in modo da non sovraccaricare i muscoli tibiali, facilmente adattabili su diverse altezze e sagomate per poter essere riposte ordinatamente quando non utilizzate. Insomma, l'idea c'era. Ma sinceramente ero convinta che durasse un paio d'anni, prima di venir superata da una nuova proposta.

Invece...

Ricordo ancora benissimo quando ho portato uno step molto artigianale in Massachusetts, alla sede della Reebok, per coinvolgerla nel progetto. Non è stato facile parlare con i dirigenti, ho dovuto fare ben sette viaggi. Ma alla fine Angel Martinez, Direttore Marketing e vicepresidente esecutivo, ha intuito il potenziale dell'idea, ha iniziato a sviluppare la piattaforma e ha creato la Reebok University. Un gruppo di leader del settore fitness e di ricercatori, che ha sviluppato le linee guida e ha giocato un ruolo fondamentale nell'insegnare questo nuovo programma agli istruttori, dapprima americani e poi in tutto il mondo. Fu un periodo davvero emozionante.

Che effetto fa sapere di essere alla base della preparazione di più o meno tutte le masterclass del mondo?

Questa è una considerazione simpatica, che però non mi è mai venuta in mente. Penso più semplicemente che tutto sia da ricondurre a un aumento della popolarità dell'aerobica in generale, alla crescita del fitness in quel momento. Sempre più persone sono entrate in palestra e qualcuno doveva pur formare gli insegnanti: Reebok University ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo di programmi e classi. E io sono orgogliosa di aver fatto parte della fantastica squadra dei Reebok Master Trainer.

Giusto per curiosità, quanti step avrà fatto, più o meno, in vita sua?

27 anni corrispondono a 1. 400 settimane. Con una media di 15 ore a settimana - un po' di più nei primi anni, qualcosa in meno negli ultimi - abbiamo più o meno 21. 000 ore di step. A una media di 120 bpm, o 7200 step all'ora che dir si voglia, significa 151. 200.000 step fino a oggi... Sì, direi che 150 milioni è una cifra attendibile!

Cosa significa, oggi, "essere in forma"?

È un concetto legato all'età. Un concetto, quindi, che cambia con gli anni. A vent'anni si predilige l'aspetto estetico, come ci si vede. A 30/40, gli anni di maggior responsabilità sul lavoro e in famiglia, comincia a essere importante la gestione dello stress e il controllo del peso. È il momento della prevenzione. A cinquanta, si inizia a valutare come si starà man mano che passeranno gli anni e lentamente subentra l'aspetto funzionale: ci si riesce ancora a sedere per terra e a riazarsi dal pavimento agilmente, senza una evidente goffaggine? Ce la si fa ancora a salire su una scala e restare in equilibrio sull'ultimo piolo senza una inquitante paura di cadere? Si può prendere in braccio il nipotino senza rischiare di strapparsi la cuffia dei rotatori? Sono solo esempi, ovviamente. Ma io, che vado verso i sessant'anni, continuo a insegnare, perché tutti quei movimenti che da giovani diamo per scontati restano con noi solo nella misura in cui ci manteniamo attivi e allenati. Non bisogna mai smettere di fare tutto il possibile per restare in forma. Il vero nemico è la sedentarietà.

Le coreografie di oggi non sono troppo strutturate?

Sì, questa è una verità di cui bisogna tener conto. E, in effetti, io non insegno volutamente troppi passi. Lo step è diventato via via più veloce e creativo; ma io ho sempre preferito, al contrario, un profilo basic, concentrandomi sull'intensità più che sulla complessità. Mentre le coreografie più cool affascinavano istruttori e appassionati già pratici di step, il settore si è dimenticato come insegnare a chi si avvicinava al mondo del fitness e dell'aerobica. Trasmettere i fondamentali a un ritmo ragionevole sembrava lento e noioso e nessuno voleva prendere classi di principianti. Il risultato è stato che lentamente abbiamo perso di vista la costruzione della coreografia e la ripetizione delle sue parti, che permette l'apprendimento; nello stesso tempo, abbiamo aumentato - come detto - la velocità. Come conseguenza, molte persone si sono sentite frustrate nel tentativo di tenere il passo con lezioni di step così avanzate. Avevano bisogno di proposte da seguire con facilità e immediatezza, non di una fatica in più oltre gli impegni quotidiani. Così il settore si è mosso in altre direzioni. Corsi "duri e puri" di step ve ne sono ancora; ma non abbiamo più così tanti istruttori che sanno come insegnare e coreografare una classe multi- livello. Oggi la tendenza è data dai programmi precoreografati: gli studenti sanno cosa li aspetta e i trainer non devono sforzarsi più di tanto nel preparare una lezione. È la vittoria del group activity.

GIN MILLER: LA BIO

Gin Miller è universalmente nota per aver inventato lo Step Training, e basta questa sua intuizione per giustificare una carriera. La quale, comunque, annovera anche il titolo di IDEA Instructor of the Year (1991), il World Fitness Festival Innovation Award e, nel 1994, l'inserimento del suo nome tra le 25 persone più in forma al mondo (secondo la rivista People) . Nel 2006, Gin Miller viene inclusa nel National Fitness Hall of Fame. Pressoché infinito l'elenco delle sue partecipazioni in eventi e convention dislocati in tutto il mondo, nonché a convegni e conferenze, spesso invitata come relatrice d'onore. La Miller, inoltre, è nota per aver collaborato per anni con la Reebok, brand per il quale ha messo a punto molti programmi (Slide, Walk, Flexible Strength, Cycle, Core Training eccetera) di grande successo mondiale. Oggi è una signora di successo, che ha investito bene le sue idee. È ha capo di un'impresa - la Gin Miller Production - che si divide tra consulenze on line (90 dollari a ora, nel caso voleste provare), uno studio di produzione video (800 dollari al giorno, più le spese, se volete girare il vostro dvd con Gin), un avviata (e frequentatissima) sala Fitness a Woodstock, pochi chilometri a nord di Marietta, dove tutto è iniziato. Nel (poco) tempo libero, guarda film alla tv e le piace cucire. Quando non sale in sella alla sua bici e va a farsi qualche giro, ovviamente. A proposito, la Gin Miller Production organizza pure uscite in bici, anche di più giorni, con annesse sedute di training e di yoga.

Alberto Zampetti



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