Olio essenziale di Verbena odorosa per il benessere

30 ottobre 2022
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Olio essenziale di Verbena odorosa per il benessere



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La Verbena odorosa o Lippia citriodora Kunth o Aloysia triphylla L'Hér è un membro della famiglia delle Verbenaceae, verbascoside e isoverbascoside sono le principali sostanze fenoliche presenti nell'estratto delle foglie raccolte prima della fioritura, presenti peraltro in quantità elevate. Cresce spontaneamente in Sud America; arrivò in Europa nel XVII secolo ed è conosciuta con vari nomi, ad esempio lemon verbena in inglese (grazie all'aroma simile al limone), o erba Luisa in Italia. Viene anche coltivata nella regione settentrionale dell'Iran, la provenienza principale delle piante utilizzate negli studi. È coltivata soprattutto per l'aroma di limone sprigionato dalle sue foglie ma è anche un rimedio popolare per febbre, raffreddore, flatulenza, asma, diarrea, coliche, indigestione, insonnia e ansia. L'olio essenziale delle foglie è apprezzato per le proprietà digestive, antispasmodiche, antipiretiche, sedative e stomachiche oltre che antimicrobiche. In ragione del particolare aroma, le foglie sono utilizzate ancora oggi in molti di cibi e tè. Nella medicina popolare la verbena odorosa è stata a lungo utilizzata con successo per curare una grande varietà di malattie tra cui, oltre a quanto detto, infezioni della pelle e problemi digestivi, nonché per le sue proprietà antispasmodiche e calmanti. Studi recenti ampliano le proprietà della pianta che, grazie alla ricchezza del suo fitocomplesso, sembra essere efficace a contrastare la neurotossicità.

Effetti antiossidanti, analgesici e neuroprotettivi


Le sostanze antiossidanti presenti nel regno vegetale sono oggetto di un'enorme attenzione da parte della comunità scientifica e della popolazione. Studi farmacologici hanno rivelato che la verbena odorosa possiede spiccate proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e anti-apoptotiche.
Secondo studi recenti, sembra possedere un fitocomplesso particolarmente ricco, la cui complessità evidenzia un effetto antiossidante potente quanto singolare. Sia gli estratti sia il verbascoside hanno dimostrato avere un effetto analgesico, neuroprotettivo, antiulcerogenico, antibatterico e antiproliferativo, oltre a migliorare le proprietà di apprendimento e la memoria, ma è il potente effetto antiossidante a sostenere e rafforzare molte delle proprietà della pianta.

L'estratto ha proprietà di "scavenging" dei radicali liberi, cioè di trasformarli in composti non radicalici, privi di reattività e quindi di tossicità, migliorando la vitalità cellulare nella tossicità indotta da H2O2, sia L. citriodora che verbascoside hanno diminuito la formazione di ROS intracellulare e migliorato il potenziale di membrana dei mitocondri negli adipociti ipertrofici.
Lo stress ossidativo indotto dall'acrilamide è stato considerato uno dei meccanismi che ha indotto l'apoptosi. In un recentissimo studio sono stati valutati gli effetti degli estratti acquosi ed etanolici delle foglie. Sebbene sia gli estratti etanolici che quelli acquosi abbiano mostrato attività protettive contro la neurotossicità indotta da acrilamide, i fenilpropanoidi verbascoside e isoverbascoside sono maggiormente presentati nell'estratto etanolico. Il meccanismo coinvolto può essere correlato all'inibizione dell'accumulo di ROS intracellulare in vitro, aumentato dall'acrilamide, e all'aumento del contenuto di glutatione in vivo, ridotto dall'acrilamide. I risultati suggeriscono che entrambi gli estratti mostrano attività antiossidante e anti-apoptotica, riducendo principalmente lo stress ossidativo.


La preparazione tradizionale dell'infuso


La preparazione tradizionale è caratterizzata dall'infuso delle foglie di verbena odorosa in acqua bollente per 15 minuti, da bere dopo i pasti, soprattutto quelli luculliani. Oltre ad avere un gusto buono ed aromatico ha un effetto digestivo e spasmolitico, ma anche calmante; proprietà che celano effetti benefici che ancora devono essere esaminati approfonditamente. La pianta è sicura come spezia e come tisana aromatica, ma ancora la comunità scientifica deve esprimersi in un giudizio definitivo al fine di comprendere anche le interazioni.

Fabio Milardo


fonte: Farmacista33


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