Lo yin e lo yang del ginseng

03 settembre 2004
Aggiornamenti e focus

Lo yin e lo yang del ginseng



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Nelle filosofie orientali l'energia ha sempre due poli che, in particolare, nella tradizione cinese vengono chiamati yin e yang, riassunti nell'iconografia del Tao. Rappresentano le due forme con cui l'energia si anifesta, aspetti opposti ma complementari: mentre lo yin rappresenta qualcosa di freddo, calmo, lunare, femminile, lo yang rappresenta un'energia solare, calda, vitale, maschile. La condizione ottimale è un equilibrio tra queste due forze.

Panacea cinese


Questi concetti sono stati applicati a molti campi che interessano l'uomo, la sua salute e la sua personalità: alimentazione, medicina, attività fisica. Ragion per cui un alimento, un'erba, un movimento può possedere più energia yin o più energia yang e devono essere assunti o eseguiti in modo tale da bilanciare gli effetti di tale energia. E proprio secondo questi principi la medicina tradizionale cinese cura le malattie e le disfunzioni.
Una delle "cure" più diffuse e note è sicuramente il ginseng: di questa pianta si usa la radice e in Cina viene considerata un rimedio per molti disturbi ma adatto anche a rinforzare l'organismo. Anche nel ginseng si riconosce la presenza delle due forme di energia e, visto l'uso sempre più diffuso che se ne fa in assenza di regole riconosciute, alcuni ricercatori del Massachusset Institute of Technology (MIT) hanno voluto chiarire quali fossero gli effetti yin e yang di questa erba.

Effetti opposti


Diversi studi avevano riportato risultati contrastanti: a conferma della teoria yin-yang, il ginseng poteva davvero promuovere la crescita dei vasi sanguigni, con un effetto positivo, per esempio, sulla guarigione delle ferite, ma anche bloccarla. Interessante effetto, quest'ultimo, poiché impedire la formazione di vasi è una delle possibilità per contrastare lo sviluppo e la crescita di tumori.
In effetti le analisi chimiche eseguite su campioni di pianta di diverse varietà (americana, cinese, coreana e sanqi) hanno evidenziato la presenza in quantità diverse dei due principi chiave, contenuti nella radice. Ebbene i due composti, chiamati ginsenosidi, hanno effettivamente due azioni contrastanti, verificate in vitro. In un caso viene promossa la neovascolarizzazione e la proliferazione di cellule endoteliali (quelle delle pareti dei vasi) nell'altro si ha l'effetto opposto cioè l'inibizione delle prime fasi dell'angiogenesi.
I due ginsenosidi sono a loro volta presenti nelle diverse varietà in proporzioni diverse, aspetto che, almeno potenzialmente, permetterebbe di "modulare" gli effetti opposti.
Alla luce di questi risultati gli autori si augurano che venga presa in seria considerazione la necessità di regolamentare e di standardizzare le terapie a base di prodotti fitoterapici quantomeno attraverso l'analisi della composizione chimica.

Simona Zazzetta



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