Agopuntura alla prova del nove

23 gennaio 2004
Aggiornamenti e focus

Agopuntura alla prova del nove



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In Germania l'agopuntura veniva rimborsata dalle casse malattia fino all'ottobre del 2000, ora le compagnie pongono delle condizioni restrittive.
Si è deciso, infatti, di effettuare degli studi per verificare l'efficacia di questa metodica in un numero limitato di condizioni patologiche. Chi partecipa a questi trial randomizzati ha diritto al rimborso, purchè il protocollo dello studio rispetti due condizioni: i trattamenti devono essere effettuati da medici abilitati e specializzati in agopuntura che, poi, devono registrare su documenti standard tutti i dati di ciascun paziente.
La Ersatzkassen, cassa malattia che copre circa un quarto della popolazione tedesca, ha da poco reso noti i risultati preliminari di un trial sugli effetti collaterali dell'agopuntura.
Allo studio potevano partecipare i 9.429 medici che avevano seguito almeno 140 ore di formazione alla pratica dell'agopuntura; di questi il 53% sono medici di medicina generale, il 20% chirurghi ortopedici, il 9% internisti, il 18% possiede altre specializzazioni.
Il trial è iniziato a luglio del 2001 ed era aperto a tutti i pazienti che soffrissero di cefalea cronica, mal di schiena, o dolori artrosici. Al termine del ciclo di sedute, il medico doveva riportare tutti gli effetti inattesi eventualmente manifestati da ciascun paziente.
Alla metà di aprile del 2002 erano già disponibili i dati di 97.733 pazienti, grazie alle segnalazioni di 7.050 dei 9.429 medici contattati.
Pur non essendo ancora concluso lo studio, la grande quantità di dati disponibile ha permesso di trarre le prime conclusioni. I risultati, infatti, sono stati pubblicati in un articolo sull'ultimo numero degli Archives of Internal Medicine.

Analisi delle sedute


Ciascun paziente si è sottoposto in media a 7,8 sedute di agopuntura, per un totale quindi di oltre 760.000 sedute. Un numero consistentemente elevato per osservare la comparsa di effetti collaterali, soprattutto se si considera che durante il trattamento il medico utilizza sul paziente circa 12 aghi.
E, infatti, gli eventi avversi hanno riguardato 6.936 pazienti (il 7,1% del campione), ma si è trattato di manifestazioni lievi: dolore all'inserzione dell'ago ed ematomi. Il trattamento perciò si conferma decisamente sicuro, allo stesso livello di altre terapie.
La novità, invece, di questo studio riguarda gli effetti collaterali di particolare gravità. Sono stati segnalati 5 casi in 6 pazienti: pneumotorace dovuto all'eccessiva penetrazione di un ago; pneumotorace subpleurico a causa della puntura accidentale di un polmone; peggioramento della depressione; crisi ipertensiva acuta; svenimento (reazione vasovagale); attacco d'asma acuto con angina e ipertensione. Si tratta di eventi molto rari che però, in assenza di uno studio sufficientemente ampio, non erano mai stati classificati prima. Ora, invece, rientrano negli eventi avversi che il medico si può attendere e deve essere preparato a gestire adeguatamente.

Elisa Lucchesini



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