Rifiuti tossici

29 novembre 2002
Aggiornamenti e focus

Rifiuti tossici



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La precedente edizione dello studio Eurohazcon, pubblicato dalla rivista The Lancet nel 1998, aveva dimostrato un incremento del 33% del rischio relativo di malattie, di origine non cromosomica, nelle aree residenziali vicino a discariche di rifiuti tossici. Gli ultimi sviluppi dello studio sono recentemente apparsi sulla stessa rivista, proponendo nuovi risultati sulle anomalie cromosomiche. La presenza di discariche di questo tipo rappresenta una sorgente di inquinamento chimico per acqua, terreno e aria circostanti e molteplici studi hanno dimostrato la connessione con anomalie in bambini nati da madri che vivono in queste aree. Da tempo infatti metalli pesanti, pesticidi e solventi sono noti per la loro potenziale teratogenicità (capacità di indurre malformazioni nel nascituro).

Lo studio si basa su dati raccolti in cinque paesi europei: Danimarca, Inghilterra, Francia, Belgio, Italia, includendo 23 discariche in 17 aree di studi; la selezione dei siti è stata fatta anche in base all'efficienza degli enti locali nel monitoraggio delle nascite di bambini con problemi di salute. I dati, infatti, sono stati tratti dai registri delle malformazioni congenite presenti nella popolazione locale. Sono stati studiati 245 casi di anomalie cromosomiche (tra nati morti e nati con vizi congeniti) e 2412 casi di controllo, cioè i nati sani.

La zona circostante la discarica è stata suddivisa in due aree, una più prossima, tra 0 a 3 km, l'altra più distante, tra 3 e 7 km. Sono state fatte delle correzioni nell'analisi statistica per assimilare le eventuali differenze di età e di condizioni socio-economiche tra le madri.

I risultati ottenuti affermano un aumento del rischio pari al 41% per tutte le anomalie cromosomiche, senza subire significative variazione tra le diverse aree. La percentuale declina anche se non in modo coerente con la distanza dalla discarica, i valori massimi, 68% e 74% sono stati riscontrati rispettivamente tra 0 e 1 km e tra 2 e 3 km; mentre il rischio più basso c'è tra 1 e 2 km (8%) e tra 3 e 4 km (5%).

Il rischio relativo non si allontana molto dai valori riscontrati nello studio del 1998 sulle anomalie non legate ai cromosomi. Secondo l'interpretazione degli autori la coerenza tra i due dati potrebbe essere casuale ma anche suggerire una relazione causa-effetto tra l'esposizione alla discarica con effetti sia teratogeni sia mutageni.

Simona Zazzetta

Fonti


The Lancet Volume 359, Number 9303, 2002
Chromosomal congenital anomalies and residence near hazardous waste landfill sites



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