Medici impreparati al bioterrorismo

05 ottobre 2005
Aggiornamenti e focus

Medici impreparati al bioterrorismo



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Gli attentati terroristici sono ormai all'ordine del giorno e non si tratta solo di bombe e kamikaze. Dopo l'11 settembre, infatti, è cresciuta la paura nei confronti di possibili attacchi con armi biologiche, tra le quali antrace, tossina botulinica, peste, vaiolo, tularemia e febbre emorragica rappresentano le principali minacce, per la facilità di diffusione e trasmissione, l'alta morbilità e mortalità. La cattiva notizia, come se non bastasse l'eventualità di un attacco bioterroristico, è che i medici, almeno quelli americani, non sono preparati a affrontarlo.

Bocciati in diagnosi...


Secondo una ricerca della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, la maggior parte dei sanitari non ha la capacità di effettuare una corretta diagnosi e prescrivere un trattamento adeguato per le patologie causate dagli agenti biologici. L'indagine ha coinvolto 631 medici ai quali sono stati sottoposti due questionari, uno per testare la conoscenze iniziali e uno dopo aver seguito un modulo didattico online, relativo alla diagnosi e alla gestione delle malattie provocate dagli agenti batteriologici. Le domande riguardavano casi di pazienti affetti da antrace, botulismo, peste, vaiolo o altre patologie più comuni, ma con quadri clinici molto simili. I risultati dei pre-test riguardanti la diagnosi hanno evidenziato che solo il 16,3% era in grado di riconoscere un caso di peste, circa il 50% identificava il vaiolo e il botulino e il 70,5% l'antrace. In particolare, sebbene il 49,6% dei medici coinvolti distinguesse il botulismo da altre patologie con quadro clinico simile, il 42,6% confondeva i sintomi della varicella con quelli del vaiolo.

...e in terapie


Per quanto riguarda il trattamento della patologie, con la sola eccezione del botulismo (il 60,2% sapeva come affrontarlo) la percentuale di coloro che hanno dimostrato di saper gestire il vaiolo, l'antrace e la peste era molto bassa. In particolare, benché il 76,5% riconoscesse l'importanza di un trattamento profilattico, in caso di contatto con il virus del vaiolo, più del 60% prescriveva una terapia preventiva non indicata. La situazione è notevolmente migliorata dopo la conclusione del modulo didattico, infatti circa il 79% effettuava diagnosi esatte e sapeva come trattare le infezioni causate dagli agenti biologici (nei pre-test le percentuali erano rispettivamente 46,8 e 25,4). Questa indagine ha evidenziato l'inadeguatezza dei sanitari americani non solo nell'affrontare le infezioni causate da quattro patogeni identificati come possibili armi in un eventuale attacco bioterroristico, ma anche nel distinguerle da altre più comuni. L'addestramento dei medici risulta quindi di primaria importanza nella previsione di un attacco bioterroristico: infatti la diagnosi precoce di patologie causate da armi batteriologiche è fondamentale per limitare la morbilità e la mortalità e per limitare il contagio.

Ombretta Bandi



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