Gli italiani e la palestra

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Gli italiani e la palestra



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Aerobica, step, spinning, gag e body pump, parole ormai entrate nel gergo comune di molti italiani tra i quali sono in continuo aumento gli adepti della forma fisica. Parlano chiaro, del resto, le lunghe code di questi giorni per iscriversi al primo giorno di apertura della maggior parte delle palestre o le liste d'attesa in molti club di fitness dove parecchi si erano prenotati l'abbonamento già prima di partire per le vacanze.

Chi sono gli sportivi da palestra


Il dato ISTAT del 2000 parla di 12 milioni di frequentatori regolari di palestre e affini. Ma chi sono? Si tratta soprattutto di uomini, anche se le donne abbondano in misura maggiore a partire dagli undici anni. E, parallelamente, l'attività fisica continuativa tende a decrescere con l'aumentare dell'età. La regione più dinamica è il Trentino Alto Adige, seguita dalla Valle d'Aosta, fanalino di coda sono Campania, Basilicata e Calabria. Si possono dividere i frequentatori di palestre in tre categorie principali quelli che praticano aerobica, quelli che si allenano con i pesi e infine quelli che seguono corsi o svolgono attività generiche. Secondo un'indagine SITA Nielsen del 1997, i cui dati sono sicuramente in crescita, oltre 750000 persone si sono dedicate con una certa continuità alla pratica dell'aerobica. Di queste, il 96,8% era rappresentato da donne, specie quelle in età compresa fra i 15 e i 34 anni (76,1%) ma anche la fascia di giovanissime con meno di 14 anni, pur risultando ancora una categoria marginale, ha registrato un interessante trend di sviluppo passando dal 4,3% del 1994 all'8,9%. Il livello di reddito di chi segue questa disciplina è medio-alto, con il 44,4% dei praticanti che guadagna da 41 a 87 milioni di lire l'anno e che nel 25,5% dei casi svolge un lavoro di tipo impiegatizio. Inoltre, coloro che praticano l'aerobica sono decisamente costanti nella loro attività tanto che nel 35,3% dei casi frequentano la palestra 3 o più volte alla settimana. Per quanto riguarda coloro che si allenano con i pesi o con le attrezzature da palestra, i cosiddetti body builder, nel 1997 sono stati stimati in 672000. Di questi, il 65,2 sono uomini concentrati principalmente nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 34 anni (62,2%), con reddito medio o medio basso, con un numero di donne in significativo calo rispetto alla rilevazione precedente. In ogni caso, la più numerosa categoria di sportivi impegnati in una qualche forma di attività fisica svolta in palestra è sicuramente rappresentata da coloro che seguono i corsi o che svolgono attività generiche come lo stretching, si tratta di circa 4 milioni di persone con una forte preponderanza di donne (74,1%). In questa categoria le classi di età coinvolte sono distribuite abbastanza equamente, con una leggera prevalenza per la fascia tra i 25 e i 34 anni, ma con una significativa rappresentanza degli over 54. La fascia di reddito in questo caso è media o medio-alta con una assiduità attorno alle due sedute settimanali. Non va comunque dimenticato che esiste una certa sovrapposizione tra i praticanti di queste tre discipline, chi pratica l'aerobica, per esempio, nel 9,8% dei casi si allena anche con i pesi.

Tanta fatica perché?


Un mix di macchinari sofisticati per far lavorare i muscoli e tecniche di rilassamento per combattere lo stress e i ritmi frenetici della vita quotidiana, così potrebbe essere definita la palestra. Non si tratta perciò solo di avere un corpo scolpito ma anche di cercare un benessere psicofisico, che pare diventato il miraggio del nuovo millennio. È così cambiata radicalmente la modalità di fruizione del servizio sportivo che non è più solo pratica agonistica ma desiderio di star bene con se stessi. Secondo il Censis, infatti, il desiderio di sentirsi in forma oggi rappresenta la principale motivazione alla pratica sportiva, seguita da motivazioni di natura sociale quali il crescere meglio e il miglioramento della propria personalità. Un trend confermato da un'indagine commissionata dal Consiglio d'Europa, da cui è risultato che in Italia la partecipazione ad attività fisiche durante il tempo libero è allineata con le tendenze dei paesi dove la cultura sportiva è radicata da più tempo.

Il "costo" del benessere

Secondo i dati CENSIS la fitness è balzata in testa alle voci di spesa degli italiani. È abbastanza significativo del resto il dato che emerge dallo studio "Gli italiani e il benessere: consumi, reddito e occupazione", realizzato dalla società di consulenza Grant Thornton, 27 mila e 900 miliardi per migliorare il proprio stato psico-fisico. Le palestre sono arrivate a quota 9 mila, con un giro d'affari di circa 3 mila miliardi di lire e 40 mila addetti ai lavori. Risulta peraltro difficile nel censimento tracciare delle linee di confine sufficientemente nette e distinguere, ad esempio, un fitness club dotato di alcuni campi da tennis da un circolo di tennis o da un centro sportivo polifunzionale. Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle palestre secondo la Federpalestre il 45% è ubicato al nord, il 35% al centro e il restante 20% al sud e nelle isole, con un investimento richiesto per avviare un'attività di questo tipo che non può essere sotto i 600 milioni. In linea di massima, dai dati CENSIS risulta che un centro tipo si avvale della collaborazione di 7,3 persone addette a varie mansioni. Infine per quanto sia quasi impossibile valutare il fatturato complessivo prodotto dalle aziende che operano in questo settore, è indiscutibile che la crescita del mercato sia stata costante e progressiva e non pare destinata a fermarsi tanto che per il prossimo biennio si pensa che possa segnare un incremento nell'ordine dell'11-15%.

Marco Malagutti



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