Il killer estivo

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Il killer estivo



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L'unica salvezza saranno le piogge. In caso contrario la scarsità di acqua, abbinata alle temperature elevate, farà collassare il sistema già sofferente. E' il quadro emerso da un recente incontro svoltosi a Parma tra ministero dell'ambiente, protezione civile, regioni del Nord, gestori e associazioni di categoria. E le cose non devono andare granché bene se una recente indagine condotta da Legambiente ha rilevato come l'aria di Cortina e Courmayeur è inquinata come quella di Milano. Ma che cosa rende l'aria irrespirabile? Uno dei fattori che contribuiscono maggiormente è il ben noto ozono. Un problema eminentemente estivo. Se, infatti, le PM10 sono un inquinante caratterizzante dell'inverno (anche se in estate non vengono meno naturalmente), l'ozono lo è dell'estate. E persino in campagna le cose non vanno molto meglio. Il paradosso, infatti, è che nelle aree urbane più trafficate, reagendo con il biossido d'azoto emesso principalmente dai gas di scarico delle auto, l'ozono viene distrutto dalle stesse emissioni che lo producono. Nelle zone verdi o in quelle rurali, invece, tende ad accumularsi perché non è messo in atto il meccanismo di autodistruzione. Ma come si forma l'ozono?

Come si forma


L'ozono è un gas nocivo super-ossidante che nei mesi estivi è particolarmente presente a causa dell'interazione tra i raggi solari e gli inquinanti prodotti dal traffico. Le macchine, infatti, "pompano" nell'atmosfera ossidi di azoto e idrocarburi e anche i processi industriali ci mettono del loro scaricando composti volatili. Si innescano così reazioni fotochimiche che coinvolgono questi precursori e creano l'ozono dannoso. D'estate la situazione si fa peggiore: l'intenso irraggiamento solare durante i lunghi periodi estivi senza nuvole dà luogo a concentrazioni troppo elevate e dannose sia per la salute sia per l'ambiente. Si spiega così il recente allarme lanciato dalla Asl di Milano che denunciava l'andamento in crescita dell'inquinante con relativi effetti sulla salute della popolazione. Il caso della torrida estate 2003 in Italia è sintomatico. Una parte consistente delle 8mila persone decedute a causa del caldo eccezionale è, infatti, da attribuire all'ozono. Ma il problema non è solo italiano. Un recente articolo della Bbc on line parla di 3000 morti ogni anno a causa dello smog estivo e invoca interventi straordinari. Gli esempi non mancano. Città come Atene e Los Angeles particolarmente afflitte da questi problemi hanno messo in campo interventi straordinari sul traffico. E a Los Angeles la tendenza per gli inquinanti atmosferici come l'ozono, come certifica un editoriale del New England Journal of Medicine, è in calo negli ultimi 30 anni. I pericoli per la salute sono a carico, in particolare, dell'apparato respiratorio. Ma il suo impatto sulla salute finora è stato poco studiato. Un recente studio dell'Oms sostiene che ogni anno più di 500 morti premature, lo 0,6% del totale, vanno attribuite all'ozono. Secondo le dichiarazioni di Roberto Bertolini, direttore Salute e Ambiente Oms Europa, al Corriere della Sera, per ogni aumento di 10 microgrammi nelle concentrazioni di ozono si registra un incremento dello 0,6% del rischio di malattie respiratorie acute e asma. Negli ultimi giorni, tra l'altro, in diverse zone dell'Italia è stata sforata la soglia di attenzione dell'ozono, fissata in 180 microgrammi per metro cubo. Ma si può fare qualcosa per evitare i rischi? I consigli sono i soliti, anche piuttosto banali, ma è sempre meglio ripeterli per tutti coloro che smaniano per correre a mezzogiorno sotto il solleone. Evitare attività ricreative con esercizio fisico intenso all'aperto nei luoghi soleggiati, evitare, nei lavori all'aperto, di concentrare fra le 11 e le 17 le attività faticose, integrare la dieta con frutta, verdura e ortaggi freschi, ricchi di antiossidanti e quindi in grado di contrastare l'attività antiossidante dell'ozono.

Marco Malagutti



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