Quando è un segnale

25 novembre 2005
Aggiornamenti e focus

Quando è un segnale



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Verrebbe da dire che tutto si tiene, quando si ha a che fare con la biologia. Infatti, uno studio pubblicato sul Journal of Urology mette in rilievo che l'infertilità maschile può essere, oltre che un disturbo in sé, un segnale che esistono altre patologie non diagnosticate. In particolare, gli autori dello studio si sono concentrati sul tumore del testicolo. Si tratta una patologia facilmente prevenibile nei bambini, basta controllare che i testicoli discendano correttamente nello scroto durante la pubertà; infatti, il principale fattore di rischio per questo cancro è proprio il criptorchidismo (cioè la mancata discesa del testicolo). Per questo oggi può essere definita una malattia non molto frequente, per fortuna, nella popolazione generale. Ma evidentemente, non in questo gruppo di popolazione.

Un caso ogni 500


La ricerca è stata condotta ricontrollando le cartelle cliniche di 3800 uomini trattati per infertilità nell'arco di 10 anni presso il centro specialistiuco del New York-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center. In questa platea sono stati identificati 10 casi di tumore. Sembrano pochi, ma se si paragona il dato a quello della popolazione maschile con età e caratteristiche analoghe, ma non affetta da patologie riproduttive, si vede che il rischio aumenta di oltre 22 volte. Anche togliendo i casi di criptorchidismo (che erano due) il rischio resta elevatissimo cioè 18 volte superiore alla media. Per capire quanto siano rilevanti questi dati la situazione può essere descritta anche così: ogni 500 uomini che richiedono cure per l'infertilità, procedendo a indagini si può intercettare un tumore e, per fare un paragone, negli screening di massa per il cancro al seno si intercetta un tumore ogni 1500 donne. E' evidente a questo punto che l'infertilità, le caratteristiche anomale dello sperma, hanno qualcosa in comune con lo sviluppo del tumore.

Meglio una visita urologica


Il fatto è che molto spesso, dicono gli autori, nei centri di medicina della riproduzione non si procede ad accertamenti urologici, almeno negli uomini che sono in grado di produrre sperma sufficiente alla fecondazione in vitro. Invece, secondo Marc Goldstein, "anche se è possibile ricorrere a una delle tecniche di fecondazione assistita è opportuno procedere a una visita urologica, e possibilmente all'ecografia dei testicoli" che, oltretutto, è un test non invasivo e relativamente semplice ed economico. D'altra parte, è comunque un errore ritenere l'infertilità un disturbo a sé stante. Infatti è abbastanza frequente che questa condizione sia secondaria a malattie sistemiche anche importanti, per esempio il diabete o le disfunzioni tiroidee. Ragion per cui sarebbe un errore trascurare una valutazione complessiva dello stato di salute limitandosi a raggiungere per via assistita il concepimento. E questo è un aspetto da tenere presente soprattutto se, dopo le innovazioni introdotte dalla discussa e discutibile legge sulla fecondazione assistita, si decide di rivolgersi all'estero. La situazione, infatti, richiede una valutazione più approfondita di quella possibile nel corso di un viaggio della speranza.

Maurizio Imperiali



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