Un po' pochi ma buoni

10 febbraio 2006
Aggiornamenti e focus

Un po' pochi ma buoni



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Il sistema dei trapianti in Italia funziona, ed è anche uno dei migliori. Si colloca, infatti, al secondo posto in Europa, dopo la Spagna, e al terzo nel mondo, dopo gli Stati Uniti. Tuttavia, mentre nel 2004 il numero delle donazioni era notevolmente aumentato rispetto agli anni precedenti, i dati del 2005, provenienti dal Report annuale del Centro Nazionale Trapianti, parlano di una battuta d’arresto.

Le donazioni non aumentano...


Nel 2000 i donatori effettivi erano 15,3 per milione di persone (pmp), negli anni il numero è aumentato fino a raggiungere nel 2004 quota 21 pmp, ma qui si è fermato.
In particolare, se da un lato vi sono alcune regioni che già nel 2004 avevano registrato quote al di sopra della media nazionale e nel 2005 hanno mostrano un ulteriore aumento nel numero dei donatori, dall’altro ve ne sono altre nelle quali la quota, già bassa, è diminuita ancora. Infatti, accanto a regioni come la Liguria che è passata dai 34,4 ai 40,7 donatori per milione di persone, l’Emilia Romagna (da 30,1 a 36,4 pmp) e il Veneto (da 28,3 a 32 pmp), ci sono Sicilia e Lazio che sono passate, rispettivamente da 11,7 e 17,6 pmp del 2004, a 7,2 e 12,3 pmp nel 2005.

...E nemmeno i trapianti


Anche per quanto riguarda le opposizioni alla donazione, cioè i rifiuti a donare, nel 2005 la percentuale è stata del 28,7%, quindi pressoché invariata rispetto all’anno precedente (29,4%). Le regioni nelle quali la percentuale è aumentata maggiormente sono state la Sicilia che è passata dal 43,8% del 2004 al 60,6% del 2005 (+16,8%), la Sardegna (+13.5%) e le Marche (+10,4%). Un dato positivo arriva invece dalla Calabria che, nonostante rappresenti uno dei fanalini di coda in termini di donazioni (6,5 pmp nel 2005), ha visto tra il 2004 e il 2005, una diminuzione di quasi il 28% delle opposizioni alla donazione.
Il numero di trapianti effettuati è rimasto praticamente lo stesso (3217 nel 2004 e 3166 nel 2005) e i dati sono sostanzialmente stabili anche per quanto riguarda i singoli organi. L’unica eccezione è rappresentata dal rene che ha fatto registrare circa 80 trapianti in meno.

Liste troppo lunghe

Anche nel 2005 il tallone d’Achille del sistema dei trapianti rimangono le liste d’attesa, in quanto, mentre il numero delle donazioni rimane costante, la domanda continua ad aumentare. I tempi d’attesa variano a seconda dell’organo e vanno dall’anno e mezzo per il fegato, ai circa 2 per il cuore, fino ai 3 per il rene. La percentuale di mortalità all’interno delle liste di chi aspetta un trapianto è di circa il 18% per quanto riguarda il polmone, del 10% per il cuore e dell’1,52% per il rene.
Per quanto riguarda l’andamento del 2006, i conti si faranno l’anno prossimo, ma grazie al sistema informativo trapianti, che raccoglie in tempo quasi reale le informazioni provenienti dai centri di coordinamento, è possibile farsi un’idea di come stanno andando le cose. In queste prime settimane dell’anno sono stati segnalati 108 donatori e i trapianti effettuati sono stati 76; tuttavia, nonostante ad oggi 56245 cittadini abbiano registrato presso le AUSL il loro consenso, il numero di coloro che sono in lista d’attesa è di 9747.
Alla luce dei dati del Centro Trapianti risulta evidente che ci sia ancora molto da lavorare, infatti, nonostante gli ottimi risultati, si è ancora lontani dal target fissato dal Piano sanitario nazionale di 30 donatori per milione di persone.

Ombretta Bandi



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