L'ago elettrico anti-nausea

29 settembre 2004
Aggiornamenti e focus

L'ago elettrico anti-nausea



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L'anestesia è stata una scoperta fondamentale, che oltretutto ha conosciuto progressi enormi anche in termini di comfort per il paziente. Ciò non toglie che persistano effetti indesiderati anche quando tutto procede per il meglio, come la nausea e il vomito al momento del risveglio. Ora sembra sia possibile attuare una pratica preventiva non invasiva, poco costosa e che deriva da una pratica tradizionale millenaria: l'agopuntura. In effetti si tratta di una occidentalizzazione dell'agopuntura, chiamata elettroagopuntura. Sostanzialmente consiste nell'applicazione, anziché di semplici aghi, di elettrodi aghiformi, collegati a un generatore in grado di applicare alla cute una debole corrente, quanto basta a provocare una sensazione di formicolio. Secondo i sostenitori di questa pratica, si ha un effetto di sollecitazione dei punti di applicazione tradizionali e, in pratica, un effetto maggiore e più rapido. E' il caso di ricordare, peraltro, che già da molti anni l'agopuntura viene impiegata in analgesia anche in Occidente, soprattutto in situazioni come il parto nel quale il ricorso a mezzi più drastici richiede comunque una maggiore cautela.

Dopo la mastectomia, nausee molto frequenti


A provare un ruolo per l'elettroagopuntura nel post-operatorio è una ricerca condotta al Policlinico Universitario dell'Università di Durham, dove la tecnica è stata messa alla prova in un gruppo di donne sottoposte a mastectomia radicale, quindi un intervento di media entità ma che molto spesso lascia come strascico nausea e vomito abbastanza severi (secondo le casistiche statunitensi nel 65% delle pazienti operate). Le donne, in totale 75, sono state suddivise in tre gruppi. Uno è stato trattato con l'elettroagopuntura, cominciando l'applicazione prima di indurre l'anestesia e già in sala operatoria (l'apparecchio è piccolo e non intralcia il lavoro dei chirurghi). Il secondo gruppo ha ricevuto l'infusione endovena, contemporaneamente all'anestesia, di ondansetron (un antiemetico impiegato anche per contrastare la nausea dovuta alla chemioterapia) e il terzo, infine, con una finta elettroagopuntura, a rappresentare il placebo. Per la precisione, l'elettrodo è stato applicato bilateralmente al punto P6, che si trova nei pressi del polso ed è lo stesso sollecitato dai braccialetti antinausea che si consigliano alle donne incinte che soffrono di cinetosi (mal d'auto, mal di mare eccetera).

Obiettivo raggiunto e con benefici supplementari


I risultati sono stati positivi. Ovviamente il farmaco funziona, tanto è vero che il 64% delle donne così trattato non ha avuto nausea o vomito né ha richiesto farmaci antiemetici "di soccorso", mentre nel gruppo placebo solo il 41 % delle donne ha avuto un risveglio senza problemi. Ma l'elettroagopuntura ha fatto di più: l'assenza di sintomi si è avuta nel 77% del campione. Questo beneficio si manteneva a 24 ore dall'intervento, anche se le percentuali scendevano leggermente.
Un altro vantaggio offerto dalla metodica "complementare" è che le pazienti hanno riferito anche meno dolore post-operatorio, sempre a due e a 24 ore dall'operazione chirurgica. Ottimi risultati, insomma, che confermano precedenti esperienze condotte nei bambini sottoposti a chirurgia dentaria e negli adulti operati di colecistectomia per via laparoscopica.

Maurizio Imperiali



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