Al passo con la salute

13 giugno 2007
Aggiornamenti e focus

Al passo con la salute



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Nessuno può onestamente fingere di ignorare che l'attività fisica faccia bene, anche se non tutti sanno quanti siano i suoi benefici contro i mali attuali, cardiovasculopatie, diabete, ipertensione, obesità, osteoporosi, cancro del colon, depressione, ansia e altro ancora. Sapere è una cosa e fare un'altra, però. L'Unione europea nel Public Health Programme 2003-8 propone progetti che promuovano l'attività fisica e in Italia il Piano sanitario nazionale 2006-8 si rifà al precedente nel rilanciare interventi che la stimolino dalle scuole ai luoghi di lavoro, dalle manifestazioni sportive a soluzioni urbanistiche pro pedoni e ciclisti. Per individuare le modalità di promozione più efficaci dell'esercizio fisico, ricercatori scozzesi hanno riesaminato 25 database di studi d'intervento pubblicati dal 1990 in poi.

Azioni mirate in base ai target


La gamma dei lavori considerati, alcuni più rigorosi altri meno, era eterogenea, riguardando iniziative di sensibilizzazione sui posti di lavoro o nelle scuole, da parte di medici di primary care o di specialisti, attraverso il telefono o Internet, con sessioni di gruppo o a livello individuale o familiare, attraverso campagne mediatiche o eventi, e altre modalità. Si è potuto evidenziare, per gli studi randomizzati e controllati, che l'efficacia era maggiore quando erano presenti due caratteristiche, bersagli mirati e interventi calibrati sulle esigenze dei soggetti. La validità maggiore cioè si aveva per le azioni dirette alle persone più sedentarie o più motivate al cambiamento, nelle quali si sono ottenuti aumenti di 30-60 minuti di cammino moderatamente intenso alla settimana: per esempio, interventi per favorire il camminare a piedi per spostarsi invece dell'uso dell'auto, offerti a soggetti identificati da precedenti screening come motivati a questa scelta. E a seconda delle persone ci sono state risposte differenti ai diversi approcci, alcuni sono più sensibili alle raccomandazioni del medico e altri agli interventi educativi via Internet, alcuni sono convinti dal supporto sociale del camminare in gruppo e altri dal contributo dato all'ambiente rinunciando all'auto. In alcuni studi con l'aumento del tempo speso camminando sono stati poi rilevati significativi miglioramenti in termini di fitness cardiorespiratoria, di resistenza allo sforzo, di possibili fattori di rischio quali lipidemia, pressione, glicemia a digiuno, oltre che a livello di benessere generale e qualità di vita. Va ricordato che, secondo diverse evidenze, mezz'ora di esercizio fisico di moderata intensità, meglio se tutti i giorni, è già sufficiente per ottenere benefici sostanziali per la salute e camminare a una velocità di soli 5 km all'ora consente un dispendio energetico che risponde alla definizione di esercizio moderatamente intenso.

Pedoni e ciclisti da favorire


Oltre alle azioni di stimolo a camminare, alcuni studi hanno evidenziato l'utilità di quelle rivolte a un'attività altrettanto benefica, semplice e accessibile come l'andare in bicicletta. Per esempio un lavoro danese ha mostrato che nei bambini andare a scuola in bici è sufficiente per aumentare la fitness aerobica, mentre in trial osservazionali ragazzi che si recavano alle lezioni camminando o pedalando erano più impegnati in attività fisiche rispetto a quelli che si spostavano in altro modo. In uno studio c'è stata persino una riduzione di mortalità tra persone che andavano al lavoro in bicicletta invece che con altri mezzi. Non è dimostrato, nota l'editoriale, se tassi inferiori di malattia (come diabete di tipo 2 e coronaropatie) e mortalità a volte osservati tra persone che camminano o pedalano con assiduità siano dovuti proprio a questo fattore, ma è probabile che esercizi anche di bassa-moderata intensità siano in grado di migliorare il controllo metabolico e alcuni parametri di benessere fisico. L'obiettivo dev'essere allora promuovere queste attività salutiste. E ci sono due referenti più coinvolti di altri: i medici, che dovrebbero incoraggiare i pazienti a camminare di più, in particolare se presentano fattori di rischio come ipertensione o sindrome metabolica, e poi politici e amministratori, che dovrebbero rendere più ampie e sicure le possibilità di camminare e pedalare, creando aree e percorsi protetti.

Viviana Zanardi



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