Solidarietà, business o tutti e due?

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Solidarietà, business o tutti e due?



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I numeri sono eloquenti. Il non profit, secondo uno studio della John Hopkins University iniziato nel 1990 in 22 paesi di tutto il mondo, determina un giro d'affari annuo di 1,1 miliardi di dollari, vale a dire il 4,7% del Prodotto interno lordo delle 22 nazioni campione. La forza lavoro impiegata e retribuita sfiora i 19 milioni di unità, equivalenti al 5% di tutti gli occupati. In Italia tale quota raggiunge il 2-3%, corrispondente a circa 420000 operatori retribuiti, con una crescita del trend occupazionale del 23%, contro il 6,2% degli altri settori globalmente intesi. Cifre di tutto rilievo che configurano il non profit come una realtà di assoluto riguardo in vari settori tra cui quello sanitario, dove fra l'altro si riscontra il maggior incrementooccupazionale (+40%).

Che cos'è il non profit


Le organizzazioni non profit costituiscono il cosiddetto terzo settore, terzo dopo quello del mercato e del settore pubblico. Sono organizzazioni private - associazioni, fondazioni, enti e in parte cooperative - che svolgono attività di interesse collettivo in campo sociale e civile, e che escludono la finalità del profitto dal loro statuto costitutivo. Ciò significa che sono tenute a reinvestire gli utili; in cambio godono di un regime fiscale agevolato e di facilitazioni burocratiche. Il terzo settore opera nei campi della sanità ma anche in quelli dell'educazione, dei servizi sociali, dell'editoria, dello sport, del turismo, della tutela ambientale. Per quanto riguarda i finanziamenti provengono sia da fondi pubblici, sia da fonti private. I trasferimenti pubblici possono avere diverse provenienze: Stato (ministeri e livello centrale dell'amministrazione), regioni, enti locali, enti pubblici di ricerca. Le fonti di origine privata, che hanno in genere il sopravvento rispetto a quelle pubbliche, sono rappresentate da attività di raccolta di fondi che si possono configurare sia come sponsorizzazione sia come donazione. L'assunzione di lavoratori da parte di queste organizzazioni avviene secondo normali criteri, con stipula di contratti. Va anche sottolineato però che le organizzazioni non profit si avvalgono di una quota prevalente di lavoro volontario che - obiettori, praticanti, lavoratori interinali e volontari appunto - finisce per supplire anche al lavoro dipendente.

Non profit in sanità


Il 60% degli introiti del non profit si concentra in tre settori: assistenza sociale, sanità, cultura-sport e ricreazione. Le prime due voci confermano che il non profit svolge funzioni che prima erano fornite dal settore pubblico. Del resto secondo una recente indagine Censis per gli italiani intervistati bisognerebbe ampliare il numero dei soggetti da fare entrare nelle nuove dinamiche del welfare e dare così più spazio alle dinamiche spontanee come ilnon profit. Oggi in Italia sono 2776 le organizzazioni di volontariato italiane inserite nel settore sanitario, in pratica il 26,4% delle associazioni non profit. Fra le attività più praticate dai volontari della salute: il trasporto di malati e il pronto soccorso (20%); l'assistenza sanitaria (17%); l'ascolto dei malati e l'assistenza morale (11%); l'assistenza legale e la tutela dei diritti (3,8%). Il non-profit sanitario è collegato in modo stretto con gli enti pubblici, contrariamente al trend generale del terzo settore, più del 50% delle organizzazioni è convenzionato con strutture del SSN e il 46,5% delle entrate del non profit sanitario viene da fondi pubblici. Inoltre più dell'84% dei gruppi di volontariato è affiliato ad organizzazioni di carattere nazionale come Avis, Anpas, Misericordie.

Il caso americano

Lo ha spiegato molto chiaramente, in un recente intervento John H. Herrel, chief administrative officer della Mayo Clinic, organizzazione non profit. Il sistema sanitario americano è, al contrario di quello italiano, da tempo di tipo pluralistico, aperto dunque all'esperienza sia del profit sia del non profit e la differenza "operativa" tra le due realtà non è poi così grande. Nel non profit il servizio viene fornito per raggiungere e soddisfare una missione rappresentata dall'assistenza sanitaria in sé, mentre l'organizzazione for profit fornisce prestazioni per ricavarne un utile. Mentre il sistema for profit ha accesso al mercato azionario, quindi deve dimostrare il suo successo commerciale (per così dire) per ottenere finanziamenti, il sistema non profit ha accesso a capitali, quindi prestiti, a basso costo e si può concentrare sulla missione dell'assistenza sanitaria con maggiore facilità e, spesso, con un approccio più umanitario. I profitti, invece di essere ripartiti tra gli azionisti, possono essere reinvestiti nella formazione medica, sanitaria e nella ricerca. Quindi organizzazioni e funzionamento molto simili ma con una diversa destinazione del profitto che, a sua volta, può influenzare le scelte assistenziali.

La sinergia tra profit e non profit potrebbe consentire di superare il dualismo stato-mercato, dando vita a un sistema realmente misto, quello che conta però è che non si tratti di un'attività di supplenza. Il rischio, infatti, in parte accreditato, è che soltanto dove non può arrivare lo stato o non ha convenienza il privato si crei lo spazio per il non profit.

Marco Malagutti



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