Spesa in calo, ma...

11 aprile 2008
Aggiornamenti e focus

Spesa in calo, ma...



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Il 2007 è stato per molti aspetti l'anno del farmaco, magari non nel modo in cui si aspettavano medici e ricercatori e, ovviamente, industria. In effetti la spesa per il farmaco è stata una preoccupazione costante e, forse, per qualche verso eccessiva. E' una delle conclusioni che si possono trarre dalla relazione presentata da Claudio Jommi, responsabile dell'Osservatorio Farmaci del CERGAS dell'Università Bocconi di Milano, nel corso del Convegno "Sanità alle elezioni 2008 Centrodestra e Centrosinistra a confronto sui programmi per la sanità e il farmaceutico". Nel 2007, per la prima volta da tanto tempo la spesa per i farmaci erogati dal Servizio sanitario (quindi la famosa Classe A del prontuario) è rientrata nel tetto programmato. Però, al di là del rientro o meno nelle previsioni di spesa, fatte anno per anno, è da un po' che il Servizio sanitario nazionale italiano, almeno dal 2003, spende per l'assistenza farmaceutica meno di Francia, Germania e persino meno della risparmiosa Gran Bretagna. Quindi, se è vero, come sostengono studiosi molto accreditati, che anche nel farmaco si spreca, complessivamente non è il principale ostacolo a una sanità con i conti in regola, alla fine si tratta pur sempre del 14% della spesa sanitaria totale. Il guaio è che se l'Italia resta pur sempre il quinto mercato in assoluto per i farmaci in realtà ben poco di quello che si spende resta nel paese, nel senso che si investe poco in ricerca, gli studi clinici vengono fatti altrove e via di questo passo.

I farmaci innovativi

Però il dato complessivo non è tutto, perché potrebbe anche essere che si spenda tanto per farmaci relativamente vecchi, e che quindi potrebbero essere sostituiti dai generici se solo ci fosse una maggiore consapevolezza, e meno per quelli innovativi. In effetti, è stato detto, in Italia quando vengono introdotti farmaci di prezzo elevato e innovativi, prevalentemente diretti a patologie gravi come quelle tumorali o quelle autoimmuni, di solito passano per un sistema di erogazione controllate, cioè attraverso l'ospedale, creando protocolli complessi. Anche questo è giusto, ma comporta l'aumento della spesa farmaceutica cosiddetta ospedaliera. E con l'ultima Finanziaria è stato appunto previsto un tetto separato per questa parte della spesa farmaceutica, pari al 2,4% della spesa complessiva: peccato che secondo le proiezioni del professor Jommi, nessuna Regione sarà in grado, nel 2008, di rispettare questo tetto. E non soltanto per la spesa dovuta a farmaci innovativi e costosi, ma anche al fatto che in molte regioni si ricorre alla distribuzione diretta, vale a dire che alcuni farmaci che prescrive il medico di famiglia vengono acquistati e distribuiti dall'ASL, che li paga molto meno della farmacia sotto casa, e distribuiti direttamente dall'Azienda sanitaria, o affidati alle farmacie sul territorio (distribuzione per conto). E' vero che così la spesa convenzionata si abbassa ma si alza, anche se non dello stesso importo, quella ospedaliera. Lecito chiedersi, dunque, se il limite non sia stato sottostimato.

Differenze destinate a durare


Tra l'altro, resta il fatto che non in tutte le Regioni l'accesso al farmaco è uguale. Per esempio nelle regioni del Sud il Servizio sanitario nazionale copre oltre il 70% della spesa per i farmaci generata da ciascun cittadino, in Toscana, Veneto, Piemonte e Lombardia il 57%. Per effetto dei ticket, ma non solo. Anche l'aumento della spesa segue tendenze analoghe, ma prima di colpevolizzare questa o quella Regione, si tenga presente che a volte nel Mezzogiorno quella farmaceutica è l'unica assistenza che è possibile erogare, viste le carenze di tecnologie e di prestazioni di secondo livello (diagnostiche e altro). Anche questa comunque è una disparità tra cittadini, come lo è il fatto che in alcune regioni il rimborso fosse limitato soltanto a uno dei farmaci di una certa classe, il meno costoso, e se il medico ne prescriveva un altro, il cittadino doveva pagare la differenza. Questo sistema, l'equivalenza per classe terapeutica, dopo l'ultima Finanziaria non è più possibile ma è stato un problema. Quindi, chiunque vinca o perda alle lezioni, dovrà anche trovare il modo di conciliare il controllo della spesa, che spetta alle Regioni in autonomia, e l'uniformità dell'assistenza, che è un diritto costituzionale.

Gigio Cimino



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