I vizi della vecchia Europa

11 settembre 2003
Aggiornamenti e focus

I vizi della vecchia Europa



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Non ha problemi di sopravvivenza e suscita l'invidia di paesi ancora sottosviluppati, ma fa di tutto per distruggere il benessere che ha conquistato. Sembra questo il ritratto dell'uomo moderno, occidentale, evoluto che si ammala a causa degli stili di vita che lui stesso ha creato.
E la vecchia Europa accusa: i colpevoli sono noti da tempo e stanno diventando sempre più pericolosi.

Tabacco


L'uso del tabacco è la maggiore causa di morti evitabili, responsabile di circa mezzo milione di decessi ogni anno. Non solo. Il fumo causa il 90% dei carcinomi polmonari, l'80% delle patologie croniche-ostruttive dei polmoni e il 25% delle morti per cardiopatie.
Negli ultimi 30 anni la percentuale di fumatori si è ridotta dal 45 al 30% nella popolazione adulta; tuttavia il trend globale è relativamente costante, con solo un lieve declino dagli anni '90 ad oggi.
Nel 2001 fumavano il 38% degli uomini e il 23% delle donne, pur con ampie differenze di numeri all'interno dei singoli stati. Tra i giovani il vizio coinvolgeva il 27-30% dei soggetti, una quota leggermente in rialzo e che, comunque, non ha registrato flessioni dalla seconda metà degli anni '90 ad oggi.

Alcool


I danni indotti dall'abuso di alcool sono distinguibili in due tipologie: diretti e indiretti.
Quelli diretti ricadono sul singolo bevitore e comportano un aumentato rischio di morbilità e mortalità connesse con malattie come cirrosi epatica, alcolismo, psicosi alcolica, gastrite, miopatia e polinevrite, apoplessia cerebrale, sindrome alcolica fetale e tumori.
Quelli indiretti, invece, ricadono sul singolo e anche sulla comunità comprendendo: violenza verso se stessi e gli altri, suicidio, crimini, problemi familiari, disagio ed esclusione sociale, incidenti, inclusi quelli stradali causati dall'ubriachezza alla guida.
Nel mercato europeo, il carico di patologie e lesioni attribuibile all'alcool si attesta tra l'8 e il 10% del totale, mentre una quota considerevole (40-80%) di tutti i decessi per lesioni intenzionali e non, è dovuta all'abuso di alcool. Il consumo pro-capite di alcolici in Europa è il più alto al mondo, anche se poi varia moltissimo a livello nazionale, e preoccupa maggiormente che sia in crescita nei giovani. L'eccessivo consumo di alcool, infatti, e i danni che ne conseguono (ubriachezza, comportamenti compulsivi, disagio sociale) sono sempre più comuni tra gli adolescenti e i giovani.

Sovrappeso e obesità

Vale a dire quando l'indice di massa corporea supera rispettivamente 25 e 30: una situazione che riguarda tutte le fasce d'età e sta assumendo i caratteri di una vera e propria epidemia. Indipendentemente da fattori genetici individuali, infatti, la piaga europea risiede in un eccessivo apporto energetico abbinato a scarsa attività fisica, sin dall'infanzia. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'esercizio fisico anche minimo è disertato dalla maggioranza della popolazione. Ancora più grave la situazione dei bambini: il sovrappeso accumulato in tenera età si mantiene una volta adulti, perché si riducono ulteriormente le occasioni di movimento e aumenta la disponibilità di cibi e bevande ipercalorici. Non c'è equilibrio insomma tra le calorie introdotte e quelle effettivamente spese.
I meccanismi cerebrali di regolazione non riescono a limitare l'appetito in maniera sufficiente e si aumenta di peso; nel tempo poi l'organismo si stabilizza sul peso raggiunto e i meccanismi centrali finiscono addirittura per opporsi al dimagrimento.
A livello mondiale si considera che il 20% delle cardiopatie sia collegato all'obesità, così come il 40% dei carcinomi uterini, il 25% dei tumori renali, il 10% del cancro al seno e al colon, mentre per il diabete la responsabilità è del peso eccessivo nell'80% dei casi.
Per tutti questi motivi l'obesità incide per il 10% sui costi sanitari totali delle nazioni europee, rappresenta una delle principali cause di morte prematura ed è responsabile, ogni anno, di un terzo degli anni di vita compromessi da disabilità varie.
E non è solo una questione di chili: alimentazione sbilanciata e scarsa attività fisica incidono anche sulla comparsa di altre patologie croniche. L'ipertensione per consumo eccessivo di sale, l'osteoporosi per apporto inadeguato di calcio e vitamina D, l'anemia e altre malattie indotte da carenza di ferro, le patologie della tiroide legate a deficienza di iodio.

Elisa Lucchesini



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