Per un mondo più pulito

23 maggio 2008
Aggiornamenti e focus

Per un mondo più pulito



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Tenere pulito il proprio nido, avere cura della propria casa è qualcosa di istintivo comune a molti animali, in particolare nell'uomo. La prospettiva cambia molto quando si esce dalle mura domestiche e ci si addentra nei luoghi pubblici, cambia la realtà e anche la percezione, anche perchè l'igiene a la pulizia dei luoghi pubblici chiusi sono temi importanti per il 93% della popolazione italiana. Il dato emerge da un'indagine demoscopica realizzata da Astra Ricerche che con interviste telefoniche ha raggiunto 1008 persone con almeno 18 anni, un campione corrispondente a circa 49 milioni di italiani adulti.

Massima attenzione al problema


L'attenzione massima proviene in particolare da giovani adulti tra i 25 e i 44 anni, residenti in Emilia Romagna, Umbria, Marche e Toscana, dalla classe impiegatizia e salariata, ma anche da ceti superiori, da famiglie numerose in particolare con figli ancora molto giovani. E' opinione della maggioranza del campione che la pulizia sia un segno di educazione, di rispetto per gli altri, essenziale per la prevenzione delle malattie, indicatore di ordine e organizzazione efficiente e di qualità della vita. Gli esperti hanno poi approfondito il grado di soddisfazione rispetto al tema relativamente agli ambienti chiusi (pubblici e privati) frequentati e visitati nell'ambito del territorio di residenza. Con una scala di valori da 1 a 10, è stato espresso un giudizio buono (7,5) a uffici privati, alberghi, negozi; discreto (6,5) su bar, ristoranti, ospedali, scuole, uffici pubblici; la valutazione peggiora rispetto a fabbriche, magazzini, trasporti pubblici e scende intorno a 4 per stazioni e gabinetti pubblici.

Ospedali che lasciano a desiderare


La ricerca di Astra si è concentrata sulle strutture sanitarie, ospedali e cliniche, e aldilà dell'importanza della pulizia in questi luoghi, condivisa dal 97% del campione, è emerso che 78 persone su 100 hanno avuto occasione di frequentarne uno negli precedenti tre anni. Il 62% per una visita a un paziente, il 52% come pazienti, ma anche come fornitori, medici, infermieri e tecnici. La popolazione si divide sulla percezione: il 52% esprime una valutazione discreta e ottima, il 48% si pronuncia negativamente. E, come spesso accade, le risposte cambiano molto tra il Centro Nord e il Centro Sud dell'Italia, diviso da una linea immaginaria tra Grosseto e Ascoli Piceno che lascia, però, Roma e il Lazio verso Sud, dove il grado di soddisfazione è cattivo nel 40% degli intervistati ivi residenti. Andando verso Sud il livello di soddisfazione peggiora e il 40% dice si dichiara insoddisfatto, o anche infuriato, per l'igiene degli ospedali della loro zona. Emerge per altro anche una percezione di disuguaglianza sociale per cui il 51% dice che nei luoghi della sanità l'igiene è garantita solo per le persone ricche, cioè in grado di pagare, ma che a volte può dipendere anche dall'avere conoscenze nell'ambito ospedaliero che permettono di godere di privilegi anche in termini di igiene. In generale, il 40% di tutto il campione considera la sporcizia negli ospedali un disonore per l'Italia e un'indecenza.

Soluzioni possibili

Ciò che manca, e che quasi tutti gli intervistati chiedono, è la diffusione della cultura del rispetto dell'altro e della dignità umana di chi si trova per necessità o per lavoro negli ospedali, indipendentemente dal reddito o dalle relazioni sociali, anche perchè la pulizia previene le malattie e favorisce la guarigione di chi è malato. Inevitabilmente la responsabilità viene data, dal 68% degli intervistati, a chi delle pulizie si occupa: chi le fa, chi decide chi deve farle (per esempio le amministrazioni ospedaliere) e chi dovrebbe controllarle. Il 33% parla di reddito insufficiente degli addetti alle pulizie, il 30% di scarse risorse da investire, il 26% di mancanza di prodotti e tecnologia adeguate. Più del 90% pensa che sia necessario investire nella formazione dei responsabili e degli addetti, introdurre controlli con sanzionamento, ma anche garantire stipendi più adeguati (69%) evitare gli appalti (48%) e le interferenze politiche (77%). Il voto generale elaborato da Astra Ricerche, nella tradizionale scala scolastica è 6,3 un livello medio che oscilla tra l'insoddisfatto e l'incoraggiante a fare di più. Da augurarsi che le autorità sanitarie siano sensibili a uno stimolo che arriva dal basso.

Simona Zazzetta



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