Tempi duri per la cannabis

30 marzo 2007
Aggiornamenti e focus

Tempi duri per la cannabis



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Tempi duri per la cannabis. Già, perché se persino un giornale come il britannico Independent, notoriamente "radical" e da sempre fautore della depenalizzazione degli "spinelli", dichiara di essersi sbagliato e denuncia la pericolosità della sostanza, significa che le cose non vanno molto bene. E a confermare questa tendenza sul palcoscenico italiano è la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il decreto Turco, con il quale si raddoppiavano le quantità di cannabis consentite per uso personale, da 500 mg a un grammo. Ma che cosa è successo nel frattempo?

In aumento il consumo


Un fatto è sicuro e non riguarda gli ultimi mesi. A livello europeo è possibile affermare, come riferisce un'indagine appena presentata a Varese, che sia per le domande di trattamento che per le percentuali di consumo relative alla cannabis si è registrato un incremento. In particolare si fa riferimento alla ricerca ESPAD, realizzata dal CNR di Pisa e inserita nelle relazioni annuali al Parlamento. Tale ricerca mette in rilievo a livello europeo, tra il 1999 e il 2002, un aumento nella diffusione della cannabis, nella fascia di età che va dai 15 ai 19 anni. Ma il dato, va detto, riguarda anche le altre sostanze con particolare riguardo per la cocaina. Un fatto in più però, ed è proprio quello che denuncia l'Independent, riguarda la diffusa abitudine al consumo di una quantità di sostanza estremamente elevata, fino al 25% di principio attivo. La pianta cioè, dice il quotidiano britannico, ha un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC), l'ingrediente psicoattivo principale, di 25 volte maggiore rispetto agli "spinelli" fumati 10 anni fa. Del resto il fenomeno della domanda e dell'offerta di stupefacenti va facendosi sempre più complicato ed è in questo quadro che si sta ripensando tutto il sistema di intervento tra segnalazioni legali e bisogni assistenziali, nonché interventi di prevenzione o di riduzione dei rischi.

Decreto cancellato


Lo ha detto il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero commentando l'articolo appena pubblicato da Lancet, di cui si parla a parte, sulla nuova classificazione delle sostanze stupefacenti. "Vogliamo costruire la nuova legge sulle droghe non su una divisione manichea e non scientifica tra le sostanze, ma mettendo al centro la prevenzione e la riduzione del danno, oltre alla lotta più ferma al narcotraffico". Il problema è quello del confine esistente tra droghe illegali, e inserite nelle tabelle, e quelle che non vengono considerate droghe perché non in tabella. E il Tar del Lazio con la sua sentenza ha riaperto prepotentemente la questione cannabis. Qual è la quantità massima per uso personale? Recita la sentenza: "Il decreto del ministero della Salute deve essere annullato in quanto la motivazione dell'atto, peraltro esclusivamente orientata nell'ambito delle ragioni sanitarie, non spiega le ragioni delle scelte operate, né esse vengono adeguatamente giustificate sulla base di approfondimenti specifici sugli effetti dannosi delle sostanze stupefacenti in questione". E ancora "in particolare il provvedimento qui impugnato, dopo aver genericamente constatato che il principio attivo delle due sostanze in questione è diverso da quello di altre sostanze stupefacenti, àncora la scelta al minor potere di indurre alterazioni comportamentali e scadimento delle capacità psicomotorie. In relazione a tale parametro, come individuato dall'unico documento scientifico in possesso dell'amministrazionere, il raddoppio del fattore moltiplicatore, da 20 a 40, non appare certo congruo". E via di questo passo a sottolineare che il provvedimento va rivisto e che la revisione deve essere supportata il più possibile da dati scientifici. Come inevitabile la rissa politica si è subito scatenata e l'obiettivo al momento, come sottolineato dal ministro Ferrero è quello di varare una nuova legge. L'auspicio è che sia il più possibile basata sulla razionalità scientifica e non su presupposti morali o ideologici. Riusciranno i nostri eroi?

Marco Malagutti



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