La musica non nuoce al pacemaker

08 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus

La musica non nuoce al pacemaker



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I lettori portatili di musica sono ormai ampiamente diffusi a livello mondiale, dove hanno conquistato un'importante fetta del mercato tecnologico. E la passione per l'iPod non è solo dei più giovani, ma ormai sembra aver contagiato anche gli adulti. Le critiche, però, come era accaduto in passato nel caso di antenne e telefoni cellulari, accusati di essere nocivi per la salute pubblica a causa delle onde elettromagnetiche prodotte, non mancano.

Ipotesi di colpevolezza


Lo scorso anno alcuni cardiologi, riportando il caso clinico di un uomo colpito da una sincope, con conseguente caduta a terra e trauma al capo, avevano ipotizzato che la causa fosse un'interferenza tra un lettore iPod e il pacemaker impiantato nel paziente.
Inoltre, la scorsa estate, uno studente americano diciassettenne presentò nel corso della Heart Rhythm Society 2007 Scientific Sessions, i risultati di uno studio condotto in 100 soggetti portatori di pacemaker. Dalla ricerca emergeva che circa nella metà dei casi la vicinanza di un iPod, posizionato a qualche centimetro dal device cardiaco e in funzione per un periodo di 5-10 secondi, causava un'interferenza alterando il corretto funzionamento del pacemaker. Le anomalie osservate nei tracciati, riscontrate mediante telemetria, pur non essendo fatali, potevano essere fonte di interpretazioni scorrette e, conseguentemente, potevano incrementare il rischio di incorrere in diagnosi e terapie errate.

Il parere dell'FDA


Lo studio del giovane americano ha fatto notevolmente discutere gli esperti, sollevando numerose perplessità, non solo per la sua discutibile rilevanza clinica. Da qui, l'ovvia necessità di ulteriori indagini in merito.
I ricercatori della Food and Drug Administration hanno, quindi, analizzato in vitro quattro modelli di iPod (4G iPod, iPod video, iPod nano e iPod shuffle), localizzandoli in una vaschetta con soluzione salina per simulare la presenza del corpo umano e misurandone le emissioni grazie a un apposito sensore elettromagnetico. Inoltre, nel corso della ricerca, sono stati valutati i voltaggi sviluppati all'interno del pacemaker per opera dei campi magnetici generati dai lettori musicali.
I valori rilevati in tutte queste misurazioni hanno chiaramente indicato che nessuno dei modelli iPod considerati esercitava effetti sul device cardiaco. Infatti, il picco di forza del campo magnetico era pari a un valore centinaia di volte inferiore a quello capace di interferire con un pacemaker. Inoltre, la presenza del campo magnetico era rilevabile solo all'interno di un'area molto piccola (circa un cm quadrato) localizzata vicino all'iPod, mentre diminuiva significativamente a distanze superiori a un cm, per poi divenire non misurabile.

Ilaria Ponte



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