Battute di spirito

30 marzo 2007
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Se si chiede a uno psichiatra quali sono le sostanze che generano una dipendenza più forte, al primo posto o giù di lì viene citato l'alcol. Poi, siccome si tratta di una sostanza nota da millenni, con la quale la cultura occidentale, ma anche quella orientale, ha imparato in qualche modo a convivere, è chiaro che chiamarlo droga rende molti perplessi. Non la Commissione europea, però, che ha affidato un indagine periodica sui consumi di alcol, ma non soltanto su questo particolare aspetto, a Eurobarometro (una specie di ISTAT continentale). L'ultima edizione, i cui risultati sono stati pubblicati pochi giorni fa, riporta dati rilevati nel novembre 2006. Quanto alle abitudini degli europei, rispetto alle passate edizioni, rivela il progressivo imporsi del cosiddetto "binge drinking", vale a dire non l'abitudine quotidiana al bere (ai pasti o solo la sera) ma la concentrazione del consumo di alcol in una sola serata della settimana ma con cinque o più drink. Comportamento che riguarda il 10% dei consumatori nel complesso, ma ben il 19% nella fascia di età compresa tra 15 e 24 anni. In parole povere, non si beve, ma ci si sbronza, e francamente viene il sospetto che a quel punto alcol, pasticche o petrolio per lampade farebbe poca differenza. Il binge drinking, è molto comune in Irlanda (34%), Finlandia (27%), Gran Bretagna (24%) e Danimarca (23%) mentre, dice Eurobarometro, è praticamente sconosciuto in Italia e Grecia (2% per entrambi i paesi) e Portogallo (4%). Per la verità, un dato italiano così basso dà da pensare, soprattutto alla luce dei recenti resoconti sugli incidenti stradali del sabato notte (in realtà, domenica mattina). Però, fino a prova contraria, il dato è questo. Per il resto, poche novità: è ancora vero che si beve di più al Nord che nei paesi mediterranei, e che bevono di più gli uomini.

Che fare per scoraggiare?


Più interessanti, invece, i dati relativi al giudizio su eventuali misure per contenere o comunque rendere più razionale il ricorso all'alcol. Per esempio, il 77% del campione sarebbe favorevole a riprodurre sulle confezioni delle avvertenze, come per le sigarette, che ricordassero I pericoli rappresentati dall'alcol per le gravide e per chi è alla guida (e per la verità non soltanto di questo si tratta) Markos Kyprianou, Commissario europeo alla salute ha commentato che è "evidente che I cittadini europei appoggerebbero iniziative volte alla protezione di alcuni gruppi sociali specifici le gravide, i guidatori e i giovani". Viene anche qualche indicazione su quali misure attuare.
Per esempio, una strategia basata sul prezzo, come accaduto in Gran Bretagna e Francia per le sigarette, parrebbe poco efficace, dato che il 62% del campione ha dichiarato che anche un aumento del 25% non li indurrebbe a bere meno. Certamente se la capacità di spesa diminuisce, come nella fascia dai 15 ai 24 anni, aumenta il numero di coloro che sarebbero scoraggiati (44%). Ma come dimostra, sia pure empiricamente, l'elevato numero di adolescenti con cellulari costosi, e altri gadget, è lecito essere scettici, per quanto riguarda l'Italia, sull'ottimismo dei commentatori a fronte di questo dato. Anche norme e limiti più severi per chi guida sotto l'influsso dell'alcol sono ben accette. Il 75% del campione è d'accordo per abbassare i limiti alcolemici massimi per i giovani, e l'80% ritiene che sarebbero utili più controlli causali da parte delle forze di polizia. In Svezia, peraltro, il limite per chi si mette alla guida è zero, e in questo senso va anche la proposta di identificare, nei gruppi di festaioli, la persona che poi dovrà guidare e, quindi, non dovrà assumere alcolici.

Forse un divieto...


C'è poi la questione della vendita: il divieto ai minorenni è appoggiato dall'84% del campione. Una circostanza che rende vieppiù inspiegabile la scomparsa di questa norma dalla Finanziaria, contro il parere del Ministro della salute Livia Turco, e che suona a sostegno della recente dichiarazione del Ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero rispondendo alla Camera a un'interrogazione sulla modifica della legge sulle droghe. "L'ipotesi su cui lavoriamo - ha detto Ferrero - si basa sulla centralità della prevenzione, che deve ritrovare vigore. Il Governo precedente infatti non ha mai fatto un vero e proprio piano d'azione, così come richiesto dalle Istituzioni europee. Piano che questo esecutivo sta invece mettendo a punto e che prevede l'assoluta centralità nella lotta al narcotraffico. Ma bisogna combattere con forza - ha concluso - anche quelle sostanze legali come l'alcol che è la principale causa di morte nel nostro Paese".

Maurizio Imperiali



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