Bromazolo

27 aprile 2024

Bromazolo


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Cos'è Bromazolo (tiamazolo + dibromotirosina)


Bromazolo è un farmaco a base di tiamazolo + dibromotirosina, appartenente al gruppo terapeutico Antitiroidei.

A cosa serve Bromazolo e perchè si usa


Ipertiroidismo


Indicazioni: come usare Bromazolo, posologia, dosi e modo d'uso


Il farmaco deve essere prescritto dopo che il sospetto clinico di ipertiroidismo è stato confermato dai livelli circolanti degli ormoni tiroidei e del TSH.

Dose d'attacco: orientativamente 3 - 4 compresse al giorno, in somministrazioni regolarmente distanziate nel corso della giornata.

La posologia d'attacco va regolata secondo l'entità della tiroxinemia (T4) e della triiodotironinemia (T3). Nella maggior parte dei casi, anche in quelli più gravi, 4 compresse al dì sono sufficienti a normalizzare la T4 e la T3 in 3 - 4 settimane. In rari casi sono necessarie posologie superiori.

Dose di mantenimento: dopo la normalizzazione dei livelli ormonali ridurre la posologia e somministrare la dose minima sufficiente a mantenere normali la T3 e T4 circolanti (generalmente 1 - 1½ compressa al dì). La posologia va ulteriormente ridotta se si osservano elevati livelli circolanti di TSH.


Controindicazioni: quando non dev'essere usato Bromazolo


Ipersensibilità verso i componenti. Allattamento.


Bromazolo può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Il tiamazolo può causare danno al feto se viene somministrato ad una donna gravida, in quanto oltrepassa facilmente la barriera feto-placentare e può indurre gozzo ed ipotiroidismo nel feto. Inoltre, si sono verificati rari casi di aplasia cutis sotto forma di difetti del cuoio capelluto e, molto raramente, casi di altre malformazioni congenite in neonati le cui madri avevano ricevuto il tiamazolo durante la gravidanza.

Dati di letteratura hanno mostrato che il rischio di malformazioni congenite è maggiore nei neonati di donne con tireotossicosi non trattata.

Se il BROMAZOLO viene usato durante la gravidanza, o il concepimento avviene durante il trattamento con questo farmaco, la paziente deve essere messa a conoscenza dei potenziali rischi per il feto.

Il medico dovrà attentamente valutare le possibili alternative terapeutiche.

Ad oggi non sono stati descritti difetti del cuoio capelluto e altre specifiche malformazioni congenite nei neonati di pazienti trattate con propiltiouracile; quindi questo farmaco può essere preferibile al tiamazolo nelle donne gravide che necessitano di terapia antitiroidea, sempre tenendo presente il rischio di gozzo ed ipotiroidismo nel feto.

Nell'ipertiroidismo in gravidanza, qualora si decida di usare Bromazolo, il trattamento deve essere attuato sotto stretto controllo medico specialistico e vanno impiegate le dosi minime necessarie per raggiungere e mantenere l'eutiroidismo, valutabile con i dosaggi dei livelli circolanti degli ormoni tiroidei liberi (FT4 e FT3), al fine di limitare il rischio di gozzo ed ipotiroidismo nel feto.

In molte donne il grado di disfunzione tiroidea tende a diminuire con l'avanzare della gravidanza, e ciò può consentire di ridurre la dose o in alcuni casi, di sospendere il farmaco.

Le pazienti in trattamento con Bromazolo non devono allattare i figli, perchè il tiamazolo passa nel latte materno.


Quali sono gli effetti indesiderati di Bromazolo


Sono quelli propri del tiamazolo.

Va notato che gli effetti collaterali più gravi descritti in letteratura per il tiamazolo, sono spesso dose-dipendenti e quindi sono meno probabili con il Bromazolo, grazie ai dosaggi inferiori di tiamazolo utilizzabili con l'associazione. Con il Bromazolo, infatti, non sono stati fino ad oggi segnalati effetti collaterali maggiori.

Effetti indesiderati non gravi comprendono: eruzioni cutanee, orticaria, prurito, nausea, vomito, cefalea, epigastralgie, perdita del gusto, artralgie, mialgie, perdita dei capelli, sonnolenza, neurite, edema, vertigini, pigmentazione cutanea, sialoadenopatia e linfoadenopatia.

L'effetto più frequente è l'eruzione cutanea che spesso migliora con un antiistaminico.

Effetti indesiderati gravi (che avvengono con frequenza molto minore rispetto a quelli non gravi) comprendono: un effetto mielodepressivo, più specificamente agranulocitosi che tende a verificarsi nei primi mesi di terapia, generalmente in seguito all'utilizzazione di dosaggi di tiamazolo superiori a 30 mg/die.

Possono verificarsi leucopenia, trombocitopenia, anemia aplastica.

Questo impone un attento monitoraggio dei pazienti trattati ed una adeguata informazione agli stessi (vedi: Opportune precauzioni di impiego).

Possono verificarsi inoltre: ittero colostatico ed epatite secondari a tiamazolo (ittero può persistere per molte settimane dopo la sospensione del farmaco), febbre da farmaco, sindrome lupus-simile, artrite, vasculite, sindrome nefrosica o nefrite, ipoprotrombinemia.

È stata descritta una sindrome autoimmune verso l'insulina (che può provocare episodi ipoglicemici).


Patologie correlate:


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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