Rosuasa 10 mg + 100 mg 28 capsule rigide

03 maggio 2024
Farmaci - Rosuasa

Rosuasa 10 mg + 100 mg 28 capsule rigide


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Rosuasa 10 mg + 100 mg 28 capsule rigide è un medicinale soggetto a prescrizione medica (classe A), a base di rosuvastatina + acido acetilsalicilico, appartenente al gruppo terapeutico Ipolipemizzanti + antiaggreganti. E' commercializzato in Italia da Piam Farmaceutici S.p.A.


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Piam Farmaceutici S.p.A.

MARCHIO

Rosuasa

CONFEZIONE

10 mg + 100 mg 28 capsule rigide

FORMA FARMACEUTICA
capsula

PRINCIPIO ATTIVO
rosuvastatina + acido acetilsalicilico

GRUPPO TERAPEUTICO
Ipolipemizzanti + antiaggreganti

CLASSE
A

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica

PREZZO
6,50 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Rosuasa disponibili in commercio:


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Foglietto illustrativo Rosuasa »

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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Rosuasa? Perchè si usa?


ROSUASA è indicato per la prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari, come terapia di sostituzione nei pazienti adulti adeguatamente controllati con i monocomponenti somministrati in concomitanza a dosi terapeutiche equivalenti.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Rosuasa?


Associate a rosuvastatina:
  • Malattia epatica in fase attiva, inclusi inspiegabili, persistenti aumenti dei livelli delle transaminasi sieriche e qualsiasi aumento delle transaminasi sieriche oltre 3 volte il limite superiore di normalità (ULN).
  • Grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina <30 ml/min).
  • Miopatia
  • In pazienti che ricevono una combinazione concomitante di sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir (vedere paragrafo 4.5)

  • Trattamento concomitante di ciclosporina
  • Gravidanza e l'allattamento e nelle donne in età fertile che non usano idonee misure contraccettive.
  • Ipersensibilità al principio attivo rosuvastatina
Associate a acido acetilsalicilico:
  • Ipersensibilità al principio attivo acido acetilsalicilico. Ipersensibilità ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); pazienti con asma, rinite e polipi nasali; pazienti con mastocitosi preesistente, in cui l'uso di acido acetilsalicilico può indurre gravi reazioni di ipersensibilità (incluso shock circolatorio con vampate di calore, ipotensione, tachicardia e vomito).
  • Presenza o storia di ulcera peptica ricorrente e/o emorragia gastrica/intestinale o altri tipi di sanguinamento come emorragie cerebrovascolari
  • Diatesi emorragica, disordine della coagulazione, come emofilia e trombocitopenia.
  • Grave compromissione epatica e renale
  • Grave insufficienza cardiaca non compensata
  • Trattamento concomitante con metotrexato a un dosaggio di 15 mg o più alla settimana (vedere paragrafo 4.5)
  • Trattamento concomitante con acido acetilsalicilico a un dosaggio di 150 mg o più al giorno durante il terzo trimestre di gravidanza (v. paragrafo 4.6)
Associate a ROSUASA:
  • Ipersensibilità ad uno qualsiasi degli eccipienti


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Rosuasa?


Rosuvastatina

In pochi casi è stato segnalato che le statine inducono de novo o aggravano la miastenia gravis o la miastenia oculare preesistenti (vedere paragrafo 4.8). In caso di peggioramento dei sintomi ROSUASA deve essere interrotto. Sono state segnalate recidive quando è stata (ri)somministrata la stessa statina o una statina diversa.

Effetti a carico del rene

In pazienti trattati con più alte dosi di rosuvastatina, in particolare con 40 mg, è stata osservata proteinuria, per lo più di origine tubulare, rilevata con il dipstick test e che nella maggior parte dei casi è stata transitoria e intermittente. La proteinuria non è risultata predittiva di danno renale acuto o progressivo (vedere paragrafo 4.8). L'incidenza di gravi danni renali è maggiore alla dose di 40 mg.

Effetti a carico della muscolatura scheletrica

Nei pazienti trattati con rosuvastatina, a tutte le dosi ed in particolare alle dosi maggiori di 20 mg, sono stati segnalati effetti a carico della muscolatura scheletrica, ad es. mialgia, miopatia e, raramente, rabdomiolisi. Sono stati segnalati casi molto rari di rabdomiolisi con l'uso di ezetimibe in associazione agli inibitori della HMG-CoA reduttasi. Non può essere esclusa una interazione farmacodinamica (vedere paragrafo 4.5) e deve essere prestata la massima cautela in caso di uso combinato.

Dosaggio della creatinchinasi

Il dosaggio della creatinchinasi (CK) non deve essere misurato dopo intensa attività fisica o in presenza di una possibile altra causa di aumento della CK che possa confondere l'interpretazione del risultato. Se i livelli di CK sono significativamente elevati al basale (> 5xULN), deve essere effettuato un test di conferma entro 5-7 giorni. Se tale test conferma un valore basale di CK > 5xULN, il trattamento non deve essere iniziato.

Prima del trattamento

Come per gli altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, ROSUASA deve essere prescritto con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla miopatia/rabdomiolisi dovuta alla rosuvastatina. Tali fattori includono:
  • compromissione renale;
  • ipotiroidismo;
  • storia personale o familiare di malattie muscolari ereditarie;
  • storia pregressa di tossicità muscolare con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi o fibrati;
  • abuso di alcool;
  • età > 70 anni;
  • casi in cui si può verificare un aumento dei livelli plasmatici (vedere paragrafi 4.2, 4.5 e 5.2);
  • uso concomitante di fibrati.
In questi pazienti il rischio correlato al trattamento deve essere considerato in rapporto al possibile beneficio ed è raccomandato il monitoraggio clinico. Se i livelli di CK sono significativamente elevati al basale (> 5xULN), il trattamento non deve essere iniziato.

Durante il trattamento

Si deve chiedere ai pazienti di comunicare immediatamente la comparsa di dolore muscolare, debolezza o crampi inspiegabili, in particolar modo se associati a malessere o febbre. In questi pazienti devono essere misurati i livelli di CK. Il trattamento deve essere interrotto in caso di aumenti rilevanti di CK (> 5xULN), o se i sintomi muscolari sono gravi e causano disturbi quotidiani (anche se i livelli di CK sono ≤ 5xULN). La ripresa della terapia con ROSUASA o con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, può essere riconsiderata se i sintomi scompaiono e i livelli di CK tornano alla normalità, utilizzando la dose più bassa e sotto stretto controllo medico.

Nei pazienti asintomatici non è necessario il monitoraggio di routine dei livelli di CK.

Ci sono state segnalazioni molto rare di miopatia necrotizzante immuno-mediata (Immune-Mediated Necrotizing Myopathy, IMNM) durante o dopo il trattamento con statine, inclusa la rosuvastatina. L'IMNM è caratterizzata clinicamente da debolezza muscolare prossimale persistente e da creatinchinasi sierica elevata, che permangono nonostante l'interruzione del trattamento con statine.

La somministrazione contemporanea di rosuvastatina ed altri farmaci in un piccolo numero di pazienti trattati negli studi clinici, non ha evidenziato un aumento degli effetti a carico della muscolatura scheletrica. Tuttavia, nei pazienti sottoposti a terapia con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi somministrati insieme a derivati dell'acido fibrico, compreso gemfibrozil, ciclosporina, acido nicotinico, antifungini azolici, inibitori delle proteasi e antibiotici macrolidi, si è registrato un aumento dell'incidenza di miosite e di miopatia. Gemfibrozil aumenta il rischio di miopatia quando viene somministrato in concomitanza con alcuni inibitori della HMG-CoA reduttasi. Pertanto, la combinazione di rosuvastatina/acido acetilsalicilico e gemfibrozil non è raccomandata. Il beneficio, in termini di ulteriori modifiche dei livelli lipidici, ottenibile con l'uso combinato di ROSUASA con fibrati o niacina deve essere attentamente valutato in relazione ai potenziali rischi che tali combinazioni comportano (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).

ROSUASA non deve essere co-somministrato con formulazioni sistemiche di acido fusidico o nei 7 giorni successivi all'interruzione del trattamento con acido fusidico. In pazienti nei quali l'uso di acido fusidico per via sistemica è considerato essenziale, il trattamento con statine deve essere interrotto per tutta la durata del trattamento con acido fusidico. Ci sono state segnalazioni di rabdomiolisi (incluse alcuni fatali) in pazienti che ricevevano acido fusidico e statine in associazione (vedere paragrafo 4.5).

I pazienti devono essere avvisati di rivolgersi immediatamente al medico in caso manifestino qualsiasi sintomo come debolezza muscolare, dolore o dolorabilità (vedere paragrafo 4.8).

La terapia con statine può essere reintrodotta dopo 7 giorni dall'ultima dose di acido fusidico. In circostanze eccezionali, nelle quali è necessario un trattamento prolungato di acido fusidico per via sistemica, ad es. per il trattamento di gravi infezioni, la necessità della somministrazione concomitante di ROSUASA e acido fusidico deve essere valutata caso per caso e sotto stretta sorveglianza medica.

ROSUASA non deve essere somministrato a pazienti che manifestino una condizione acuta, grave che possa essere indicativa di miopatia o predisporre allo sviluppo di insufficienza renale secondaria a rabdomiolisi (per es. sepsi, ipotensione, interventi chirurgici maggiori, traumi, gravi disturbi metabolici, endocrini ed elettrolitici o convulsioni non controllate).

Effetti a carico del fegato

Come per gli altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, ROSUASA deve essere usato con cautela nei pazienti che consumano considerevoli quantità di alcol e/o con storia positiva di patologie epatiche.

Si raccomanda di eseguire un test di funzionalità epatica prima e 3 mesi dopo l'inizio del trattamento con rosuvastatina. Il trattamento con ROSUASA deve essere interrotto o la dose ridotta se il livello delle transaminasi sieriche risulta essere 3 volte maggiore il normale limite superiore.

Nei pazienti con ipercolesterolemia secondaria, causata da ipotiroidismo o da sindrome nefrosica, la patologia primaria deve essere trattata prima di iniziare la terapia con ROSUASA.

Differenze etniche Gli studi di farmacocinetica dimostrano un aumento dell'esposizione nei soggetti asiatici

confrontati con i caucasici (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 5.2).

Inibitori delle proteasi

È stato osservato un aumento dell'esposizione sistemica alla rosuvastatina nei soggetti trattati con rosuvastatina in concomitanza con diversi inibitori delle proteasi in combinazione con ritonavir. Occorre valutare sia il beneficio della riduzione dei lipidi con l'uso di ROSUASA nei pazienti affetti da HIV trattati con inibitori delle proteasi, sia la possibilità di un aumento delle concentrazioni plasmatiche di rosuvastatina quando si inizia la terapia con ROSUASA o se ne aumenta il dosaggio nei pazienti trattati con inibitori delle proteasi. L'uso concomitante con inibitori delle proteasi non è raccomandato a meno che la dose di ROSUASA non sia adeguata (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).

Malattia interstiziale polmonare

Sono stati segnalati casi eccezionali di malattia interstiziale polmonare con alcune statine, specialmente durante terapie a lungo termine (vedere paragrafo 4.8). Questa si può manifestare con dispnea, tosse non produttiva e peggioramento dello stato di salute generale (affaticamento, perdita di peso e febbre). Se si sospetta che un paziente stia sviluppando malattia interstiziale polmonare, la terapia con statine deve essere interrotta.

Diabete mellito

Alcune evidenze suggeriscono che le statine, come effetto di classe, aumentano la glicemia e in alcuni pazienti, ad alto rischio di sviluppare diabete, possono indurre un livello di iperglicemia tale per cui è appropriato il ricorso a terapia antidiabetica. Questo rischio, tuttavia, è superato dalla riduzione del rischio vascolare con l'uso di statine e pertanto non deve essere motivo di interruzione del trattamento. I pazienti a rischio (glicemia a digiuno 5,6 – 6,9 mmol/L, BMI>30 kg/m2, livelli elevati di trigliceridi, ipertensione) devono essere monitorati sia a livello clinico che a livello biochimico in accordo con linee guida nazionali.

Nello studio JUPITER, la frequenza complessiva di diabete mellito riportata è stata 2,8% nel gruppo trattato con rosuvastatina e 2,3% nel gruppo con placebo, soprattutto nei pazienti con glicemia a digiuno 5,6 – 6,9 mmol/L.

Gravi reazioni avverse cutanee

Gravi reazioni avverse cutanee, inclusa la sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), che potrebbero essere pericolose per la vita o fatali, sono state segnalate con rosuvastatina. Al momento della prescrizione, i pazienti devono essere informati dei segni e dei sintomi di reazioni cutanee gravi e devono essere attentamente monitorati. Se compaiono segni e sintomi indicativi di questa reazione, ROSUASA deve essere interrotto immediatamente e deve essere preso in considerazione un trattamento alternativo.

Se il paziente ha sviluppato una reazione grave come SJS o DRESS con l'uso del ROSUASA, il trattamento con ROSUASA non deve essere riavviato in questo paziente in nessun momento.

Popolazione pediatrica

La valutazione di crescita lineare (altezza), peso, indice di massa corporea (BMI) e caratteristiche secondarie della maturazione sessuale mediante la stadiazione di Tanner in pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 17 anni che assumono rosuvastatina è limitata a un periodo di due anni. Dopo due anni di trattamento in studio, non è stato rilevato alcun effetto su crescita, peso, BMI o maturazione sessuale (vedere paragrafo 5.1).

In uno studio clinico su bambini e adolescenti trattati con rosuvastatina per 52 settimane, sono stati osservati più frequentemente aumenti di CK> 10xULN e sintomi muscolari a seguito di esercizio fisico o aumento dell'attività fisica rispetto alle osservazioni condotte negli studi clinici negli adulti (vedere paragrafo 4.8).

Acido acetilsalicilico (ASA)

Il trattamento concomitante con anticoagulanti (derivati cumarinici, eparina) è sconsigliato e deve essere generalmente evitato. Se l'uso concomitante non può essere evitato, si raccomanda il frequente monitoraggio di INR (International Normalized Ratio) e i pazienti devono prestare attenzione ai segni di sanguinamento, soprattutto nel tratto gastrointestinale.

Deve essere prestata cautela in pazienti con ipersensibilità ad altri analgesici/antinfiammatori/antireumatici o altre sostanze allergeniche (vedere paragrafo 4.3). È necessario un attento monitoraggio medico anche nei pazienti con allergie pre-esistenti (ad es. allergie cutanee come prurito, orticaria), asma, febbre da fieno, rigonfiamento della mucosa nasale (polipi nasali) o malattia respiratoria cronica.

I pazienti con storia di ulcera gastrointestinale e/o emorragie gastrointestinali devono evitare l'uso di acido acetilsalicilico (che può causare irritazione e sanguinamento della mucosa gastrica).

Deve essere prestata cautela nei pazienti con insufficienza epatica (poiché l'acido acetilsalicilico viene metabolizzato principalmente attraverso la via epatica, vedere paragrafo 5.2).

Nei pazienti con funzionalità renale compromessa o con circolazione cardiovascolare compromessa (es. patologia renovascolare, insufficienza cardiaca congestizia, deplezione di volume, interventi chirurgici maggiori, sepsi o importanti eventi emorragici), l'acido acetilsalicilico può aumentare il rischio di ridotta funzionalità renale o insufficienza renale acuta.

Non è raccomandata la somministrazione concomitante di questo principio attivo con agenti uricosurici come benzbromarone, probenecid, sulfinpirazone (vedere paragrafo 4.5).

L'acido acetilsalicilico deve essere usato con cautela in caso di sanguinamento mestruale molto abbondante.

È preferibile interrompere l'uso di acido acetilsalicilico prima di un intervento chirurgico (inclusa l'estrazione dentale) a causa del rischio di un prolungamento tempo di sanguinamento o ad un peggioramento del sanguinamento. Il periodo di sospensione del trattamento deve essere determinato caso per caso, ma abitualmente è di una settimana.

Esiste una possibile correlazione tra l'acido acetilsalicilico e la sindrome di Reye se dato ai bambini. La sindrome di Reye è una malattia molto rara che colpisce il cervello e il fegato e può essere mortale. Per questo motivo, ROSUASA non deve essere somministrato a bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni con malattia febbrile tranne quando specificamente prescritto da un medico e solo se altre misure risultano inefficaci (vedere paragrafo 4.2).

In pazienti con grave deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi, l'acido acetilsalicilico può indurre emolisi o anemia emolitica. I fattori che possono aumentare il rischio di emolisi, comprendono il dosaggio elevato, febbre o infezioni acute.

L'alcool può aumentare il rischio di lesioni gastrointestinali se assunto con ASA. I pazienti devono essere informati sui rischi di lesioni gastrointestinali e sanguinamento durante l'assunzione di Rosuvastatina più ASA con alcool, specialmente se il consumo di alcol è cronico o pesante.

Lattosio

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio/galattosio non devono assumere questo medicinale.


POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE


Come si usa Rosuasa? Dosi e modo d'uso


Posologia

Adulti

La dose giornaliera raccomandata di ROSUASA è di una capsula al giorno.

L'associazione fissa non è adatta per la terapia iniziale.

Prima di passare a ROSUASA i pazienti devono essere controllati con dosi stabili dei monocomponenti assunti contemporaneamente. La dose di ROSUASA dovrebbe essere basata sulle dosi dei singoli componenti della combinazione al momento del cambio.

Qualora sia necessario un aggiustamento della dose per una delle sostanze attive dell'associazione fissa, per una qualsiasi ragione (ad esempio una nuova diagnosi di patologia correlata, una variazione della condizione del paziente o interazione con altri farmaci), la posologia deve essere determinata utilizzando i singoli componenti

Pazienti anziani

Non è necessario alcun aggiustamento della dose.

Pazienti con compromissione della funzionalità renale

Non è necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con compromissione renale lieve o moderata.

L'uso di ROSUASA in pazienti con compromissione renale grave è controindicato a tutte le dosi (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).

Pazienti con compromissione epatica

Non è richiesto alcun aggiustamento di dosaggio nei pazienti con lieve o moderata compromissione della funzionalità epatica

L'uso di ROSUASA in pazienti con danno epatico grave è controindicato a tutte le dosi (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).

Non è stato riscontrato aumento di esposizione sistemica alla rosuvastatina in soggetti con punteggio Child-Pugh di 7 o inferiore. Tuttavia un aumento di esposizione sistemica è stato osservato in soggetti con punteggio Child- Pugh di 8 e 9. In questi pazienti deve essere eseguita una valutazione della funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.4) Non vi è esperienza nei soggetti con punteggio Child-Pugh superiore a 9. ROSUASA è controindicato nei pazienti con malattia epatica in fase attiva (vedere paragrafo 4.3).

Differenze etniche

Un'aumentata esposizione sistemica alla rosuvastatina è stata osservata nei soggetti asiatici (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Polimorfismi genetici

È noto che specifici tipi di polimorfismi genetici possono portare ad un aumento dell'esposizione alla rosuvastatina (vedere paragrafo 5.2). Per quei pazienti che hanno questi specifici tipi di polimorfismi, è raccomandata una dose giornaliera più bassa di rosuvastatina.

Terapia concomitante

La rosuvastatina è un substrato per diverse proteine di trasporto (ad es. OATP1B1 e BCRP).

Il rischio di miopatia (inclusa la rabdomiolisi) è maggiore quando rosuvastatina viene somministrato in concomitanza con determinati medicinali che possono aumentare la concentrazione plasmatica di rosuvastatina a causa delle interazioni con questi trasportatori proteici (ad es. ciclosporina e certi inibitori delle proteasi che includono combinazioni di ritonavir con atazanavir, lopinavir, e/o tipranavir; vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Quando possibile, devono essere presi in considerazione medicinali alternativi, e, se necessario, la temporanea interruzione della terapia con rosuvastatina. In situazioni in cui la co-somministrazione di questi medicinali con ROSUASA è inevitabile, il beneficio e il rischio del trattamento concomitante e gli adeguamenti del dosaggio di rosuvastatina devono essere considerati con attenzione (vedere paragrafo 4.5).

Più elevate dosi di acido acetilsalicilico diminuiscono gli effetti terapeutici di rosuvastatina, pertanto deve essere evitata l'assunzione di dosi aggiuntive di acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l'efficacia di rosuvastatina/acido acetilsalicilico nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni non sono state ancora stabilite. Pertanto l'uso di rosuvastatina/acido acetilsalicilico non è raccomandata in soggetti di età inferiore a 18 anni.

Modo di somministrazione

Le capsule di ROSUASA possono essere assunte in qualsiasi momento della giornata e devono essere assunte con il cibo. Le capsule devono essere inghiottite con abbondante liquido e non devono essere masticate.


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Rosuasa?


Sintomi

Rosuvastatina

Ad oggi c'è un'esperienza limitata relativa al sovradosaggio di rosuvastatina e non è disponibile un trattamento specifico in caso di sovradosaggio.

Il paziente deve essere trattato sui sintomi e devono essere istituite le misure di supporto necessarie. La funzionalità epatica e i livelli di CK devono essere monitorati. È improbabile che l'emodialisi sia di beneficio.

Acido acetilsalicilico

È improbabile che si verifichi sovradosaggio a causa del basso contenuto di ASA in ROSUASA.

Tuttavia, si può manifestare intossicazione (sovradosaggio accidentale) nei bambini o sovradosaggio terapeutico negli anziani, con i seguenti sintomi: in caso di intossicazione lieve: capogiri, cefalea, tinnito, confusione e disturbi gastrointestinali (nausea, vomito e dolore gastrico); in caso di intossicazione grave si verifica una grave alterazione dell'equilibrio acido-base. L'iperventilazione provoca alcalosi respiratoria. Di conseguenza si verifica acidosi respiratoria come risultato di un effetto soppressivo sul sistema respiratorio. A causa della presenza di salicilati insorge anche acidosi metabolica. Considerato che nei bambini, neonati e lattanti l'intossicazione viene riscontrata in una fase tardiva, generalmente questi soggetti hanno già raggiunto lo stadio di acidosi.

I seguenti sintomi possono inoltre insorgere: ipertermia e sudorazione, che conduce a disidratazione, agitazione, convulsioni, allucinazioni e ipoglicemia. La depressione del sistema nervoso può provocare coma, collasso cardiovascolare e arresto respiratorio. La dose letale di ASA è di 25-30 grammi. Le concentrazioni plasmatiche di salicilato superiori a 300 mg/l (1,67 mmol/l) mostrano la presenza di intossicazione.

Gestione del sovradosaggio

Se si verifica sovradosaggio, il trattamento con ROSUASA deve essere interrotto e deve essere istaurata una terapia di supporto e sintomatica.

Se è stata ingerita una dose tossica, è necessario il ricovero ospedaliero. Nei casi di lieve intossicazione si può tentare di indurre il vomito e in caso di fallimento, è indicata la lavanda gastrica.

Vengono quindi somministrati carbone attivo (assorbente) e solfato di sodio (lassativo).

Il valore di pH delle urine deve essere basico, per aumentare il grado di ionizzazione di acido salicilico e, di conseguenza, ridurre il riassorbimento tubulare. È indicata l'alcalinizzazione delle urine (250 mmol NaHCO3 per 3 ore) mentre si monitora il pH. L'emodialisi è il trattamento preferito per l'intossicazione grave. La funzionalità epatica e i livelli di CK devono essere monitorati.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Rosuasa durante la gravidanza e l'allattamento?


ROSUASA è controindicato durante la gravidanza e l'allattamento (v. paragrafo 4.3).

Gravidanza

Rosuvastatina

Le donne in età fertile dovrebbero usare misure contraccettive appropriate.

Dal momento che il colesterolo e gli altri derivati della biosintesi del colesterolo sono essenziali per lo sviluppo del feto, il rischio potenziale derivante dall'inibizione dell'HMG-CoA reduttasi supera i vantaggi del trattamento durante la gravidanza.

Gli studi sugli animali hanno fornito prove di limitata tossicità riproduttiva di rosuvastatina (vedere paragrafo 5.3). Se una paziente in terapia con ROSUASA risulta in stato di gravidanza, il trattamento deve essere immediatamente sospeso.

Acido acetilsalicilico

La sicurezza di acido acetilsalicilico durante la gravidanza non è stata stabilita.

L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può avere effetti negativi sulla gravidanza e/o lo sviluppo embrio-fetale. I dati rilevati dagli studi epidemiologici suggeriscono che esiste un aumento del rischio di aborto spontaneo e malformazioni cardiache e gastroschisi, dopo la somministrazione di inibitori della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza.

L'esperienza precedente con dosi giornaliere di 50-150 mg di acido acetilsalicilico somministrato a donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre non ha evidenziato tocolisi, aumentata tendenza al sanguinamento o chiusura prematura del dotto arterioso.

Allattamento

L'allattamento è controindicato durante l'assunzione di ROSUASA.

Rosuvastatina è escreta nel latte di ratto. Non ci sono dati disponibili sull'escrezione del farmaco nel latte materno umano (vedere paragrafo 4.3).

Piccole quantità di acido acetilsalicilico e dei suoi metaboliti passano nel latte materno.


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Rosuasa sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


ROSUASA può avere un'influenza minore o moderata sulla capacità di guidare veicoli e usare macchinari.

Non sono stati effettuati studi al fine di valutare l'effetto della rosuvastatina sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Tuttavia, sulla base delle sue proprietà farmacodinamiche, è improbabile che la rosuvastatina possa avere effetti sulla capacità di guidare veicoli e usare macchinari.

Quando si guida o si utilizzano macchinari, si deve considerare che durante il trattamento si possono verificare capogiri.

L'acido acetilsalicilico non ha effetti sulla capacità di guidare veicoli e usare macchinari.


PRINCIPIO ATTIVO


5 mg/100 mg capsule rigide

Ogni capsula rigida contiene 5 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio) e 100 mg di acido acetilsalicilico.

10 mg/100 mg capsule rigide

Ogni capsula rigida contiene 10 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio) e 100 mg di acido acetilsalicilico.

20 mg/100 mg capsule rigide

Ogni capsula rigida contiene 20 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio) e 100 mg di acido acetilsalicilico.

Eccipienti con effetto noto:

Ogni capsula rigida 5 mg/100 mg contiene 25,92 mg di lattosio monoidrato, vedere sezione 4.4. Ogni capsula rigida 10 mg/100 mg contiene 51,84 mg di lattosio monoidrato, vedere sezione 4.4. Ogni capsula rigida 20 mg/100 mg contiene 103,68 mg di lattosio monoidrato, vedere sezione 4.4.

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Compressa rivestita con film contenente rosuvastatina:

Lattosio monoidrato,

Cellulosa microcristallina,

Magnesio ossido pesante,

Crospovidone tipo A,

Silice colloidale anidra,

Magnesio stearato

Sistema di rivestimento con film:

Alcol polivinilico

Titanio diossido (E 171)

Talco

Ossido ferro giallo (E 172)

Lecitina (soia)

Ossido ferro rosso

Gomma xantano (E 172)

Ossido ferro nero (E 172)

Compressa contenente acido acetilsalicilico:

Cellulosa microcristallina

Amido di mais

Silice colloidale anidra

Acido stearico

Guscio della capsula:

Gelatina,

Titanio diossido (E 171),

Indigotina (E132)

Ossido ferro giallo (E 172)

Inchiostro nero:

Gommalacca,

Glicole propilenico,

soluzione concentrata di ammoniaca,

Ossido di ferro nero (E 172),

Potassio idrossido.


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 36 mesi

Conservare a temperatura inferiore a 30°C.

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


Blister in Poliammide-Alluminio-PVC (laminato) e foglio di alluminio di copertura da 28 capsule, in astuccio È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

Data ultimo aggiornamento: 08/08/2023

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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