Mibeg

23 aprile 2024

Mibeg


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Cos'è Mibeg (iobenguano)


Mibeg è un farmaco a base di iobenguano, appartenente al gruppo terapeutico Radiofarmaceutici diagnostici. E' commercializzato in Italia da Mallinckrodt Radiopharmaceuticals Italia S.p.A.

Confezioni e formulazioni di Mibeg disponibili in commercio


Selezionare una delle seguenti confezioni di Mibeg disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):

A cosa serve Mibeg e perchè si usa


Questo medicinale è solo per uso diagnostico.
  • Rilevazione dei tumori neuroendocrini come feocromocitomi, paragangliomi, chemodectomi e ganglioneuromi.
  • Rilevazione, stadiazione e follow-up nella terapia dei neuroblastomi.
  • Valutazione dell'uptake di iobenguano (123I) per pianificare la terapia.
  • Studi sulla funzionalità della midollare del surrene (iperplasia) e del miocardio (innervazione simpatica).

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Mibeg


Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Mibeg può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Donne in età fertile

Quando è prevista la somministrazione di radiofarmaci a una donna in età fertile, è importante determinare un'eventuale gravidanza. Ogni donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata gravida fino a prova contraria. In caso di dubbi sulla sua possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, ecc.), si devono offrire alla paziente tecniche alternative che non facciano uso di radiazioni ionizzanti (se disponibili).

Gravidanza

Le procedure con radionuclidi eseguite su donne gravide espongono a dosi di radiazioni anche il feto. Pertanto, durante la gravidanza dovrebbero essere eseguite solo le indagini essenziali, quando il probabile beneficio supera di gran lunga i rischi sostenuti dalla madre e dal feto.

Allattamento

Prima di somministrare radiofarmaci a una madre che allatta, si raccomanda di valutare la possibilità di posticipare la somministrazione dei radionuclidi fino alla fine dell'allattamento e stabilire se sono stati scelti i radiofarmaci più appropriati, tenendo in considerazione l'escrezione di attività nel latte materno.

Iobenguano (123I) viene parzialmente escreto nel latte umano. Se la somministrazione è considerata necessaria, l'allattamento deve essere interrotto per tre giorni scartando il latte prelevato.


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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