09 ottobre 2024
Ossigeno Nippon Gase
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Cos'è Ossigeno Nippon Gase (ossigeno)
Ossigeno Nippon Gase è un farmaco a base di ossigeno, appartenente al gruppo terapeutico Gas medicinali. E' commercializzato in Italia da Nippon Gases Pharma S.r.l.
Confezioni e formulazioni di Ossigeno Nippon Gase disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Ossigeno Nippon Gase disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
- ossigeno nippon gase 124 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio 23,6 litri
- ossigeno nippon gase 124 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 8,75 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 2 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 3 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 5 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 7 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola vi o vp 0,5 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 10 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola vi o vp 10 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso 12 bombole da 40 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso 12 bombole da 50 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 14 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola vi o vp 14 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in alluminio con valvola vi o vp 14 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso 16 bombole da 40 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso 16 bombole da 50 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola vi o vp 1 litro
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 20 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola vi o vp 20 litri
- ossigeno nippon gase 200 bar gas medicinale compresso bombola in acciaio con valvola riduttrice 27 litri
A cosa serve Ossigeno Nippon Gase e perchè si usa
Trattamento dell'insufficienza respiratoria acuta e cronica.
Trattamento in anestesia, in terapia intensiva, in camera iperbarica.
Indicazioni: come usare Ossigeno Nippon Gase, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
L'ossigeno (compresso o criogenico) viene somministrato attraverso l'aria inalata, preferibilmente ricorrendo ad apparecchi dedicati (quali, per esempio, un catetere nasale o una maschera facciale); il dosaggio al paziente viene effettuato indipendentemente dalla confezione del gas medicinale tramite apparecchi dosatori (flussometri).
Con questi sistemi, l'ossigeno viene somministrato attraverso l'aria inspirata, mentre il gas espirato e l'eventuale eccesso di ossigeno lasciano il circuito inspiratorio del paziente mescolandosi con l'aria circostante (sistema aperto o anti-rebreathing).
In anestesia è spesso utilizzato un sistema particolare che permette di inspirare nuovamente il gas precedentemente espirato dal paziente (sistema chiuso o rebreathing).
L'ossigeno può anche essere somministrato direttamente nel sangue attraverso un ossigenatore, con un sistema di by-pass cardiopolmonare in cardiochirurgia ed in altri casi in cui è richiesta la circolazione extracorporea.
Esistono numerosi dispositivi destinati alla somministrazione dell'ossigeno, e si distinguono in:
- Sistemi a basso flusso
È il sistema più semplice per la somministrazione di una miscela di ossigeno nell'aria inspirata, un esempio è il sistema in cui l'ossigeno è somministrato tramite un flussometro collegato ad un catetere nasale o maschera facciale.
- Sistemi ad alto flusso
Sistemi progettati per fornire al paziente una miscela di gas garantendone il fabbisogno respiratorio totale. Questi sistemi sono progettati per rilasciare concentrazioni stabilite e costanti di ossigeno che non vengono influenzate/diluite dall'aria circostante, un esempio sono le maschere di Venturi dove, stabilito il flusso di ossigeno, l'aria inspirata dal paziente viene arricchita di quella concentrazione costante di ossigeno.
- Sistemi con valvola a richiesta
Sistemi progettati per erogare ossigeno al 100% senza entrare in contatto con l'aria ambiente. È destinato per breve tempo, solo per necessità.
- Ossigeno terapia iperbarica
L'ossigenoterapia iperbarica viene effettuata in una speciale camera pressurizzata progettata appositamente in cui si può mantenere una pressione di 3 volte superiore a quella atmosferica. L'ossigenoterapia iperbarica può anche essere somministrata attraverso una maschera a perfetta tenuta, un casco o un tubo endotracheale.
Ossigeno terapia normobarica
Per ossigeno terapia normobarica si intende la somministrazione di una miscela gassosa più ricca in ossigeno di quella dell'aria atmosferica, contenente cioè una percentuale in ossigeno nell'aria ispirata (FiO2) superiore al 21%, ad una pressione parziale compresa tra 0,21 e 1 atmosfera (0,213 -1,013 bar).
Ai pazienti non affetti da insufficienza respiratoria, l'ossigeno può essere somministrato con ventilazione
spontanea mediante cannule nasali, sonde nasofaringee o maschere idonee.
Ai pazienti con insufficienza respiratoria o anestetizzati, l'ossigeno deve essere somministrato in ventilazione assistita.
Le bombole di ossigeno hanno all'interno una pressione di circa 124-200 bar. L'elevata pressione viene regolata da un riduttore ed è rilevabile sul manometro. Moltiplicando la cifra indicata dal manometro per il contenuto in litri della bombola si ottiene la quantità di ossigeno ancora disponibile nella bombola. (Esempio: Calcolo del contenuto: una bombola ha un contenuto di 10 litri e il manometro segna 200 bar ne risulta un contenuto di 2000 litri di ossigeno: con un consumo di 2 litri al minuto la bombola sarà vuota dopo 16 ore circa).
Con ventilazione spontanea
Pazienti con insufficienza respiratoria cronica: somministrare ossigeno ad un flusso tra 0,5 e 2 litri/minuto, adattabile in base alla gasometria.
Pazienti con insufficienza respiratoria acuta: somministrare ossigeno ad un flusso tra 0,5 e 15 litri/minuto, adattabile in base alla gasometria.
Con ventilazione assistita
La concentrazione minima di FiO2 è il 21%, e può salire fino al 100%.
Lo scopo terapeutico dell'ossigenoterapia è quello di assicurare che la pressione parziale arteriosa dell'ossigeno (PaO2) non sia inferiore a 8 KPa (60 mmHg) o che l'emoglobina saturata di ossigeno nel sangue arterioso non sia inferiore al 90% mediante la regolazione della frazione di ossigeno inspirato (FiO2). La dose deve essere adattata in base alle esigenze individuali del singolo paziente.
La raccomandazione generale è quella di utilizzare la dose minima di FiO2 necessaria per raggiungere l'effetto terapeutico desiderato, ovvero valori di PaO2 entro la norma. In condizioni di grave ipossiemia, possono essere indicati anche valori di FiO2 che comportano un potenziale rischio di intossicazione da ossigeno.
È necessario un monitoraggio continuo della terapia ed una valutazione costante dell'effetto terapeutico, attraverso la misurazione dei livelli della PaO2 o in alternativa, della saturazione di ossigeno arterioso (SpO2).
Nell'ossigenoterapia a breve termine, la frazione di ossigeno inspirato (FiO2) deve essere tale da mantenere una pressione arteriosa parziale di PaO2 > 8 KPa con o senza pressione di fine espirazione positiva (PEEP) o pressione positiva continua (CPAP), evitando possibilmente valori di FiO2 > 0,6 ovvero del 60% di ossigeno nella miscela di gas inalato.
L'ossigenoterapia a breve termine deve essere monitorata con ripetute misurazioni del gas nel sangue arterioso (PaO2) o mediante ossimetria transcutanea che fornisce un valore numerico della saturazione di emoglobina con l'ossigeno (SpO2). In ogni caso, questi indici sono solamente misurazioni indirette dell'ossigenazione tissutale. La valutazione clinica del trattamento riveste la massima importanza.
Per trattamenti a lungo termine, il fabbisogno di ossigeno supplementare deve essere determinato dai valori del gas stesso misurati nel sangue arterioso. Per evitare eccessivi accumuli di anidride carbonica deve essere monitorato l'ossigeno nel sangue, così da regolare l'ossigenoterapia in pazienti con ipercapnia.
Devono essere usati bassi livelli di concentrazione dell'ossigeno nei pazienti con insufficienza respiratoria in cui lo stimolo per la respirazione è rappresentato dall'ipossia (per esempio a causa di BPCO). La concentrazione di ossigeno nell'aria inalata non deve superare il 28%; in alcuni pazienti persino il 24% può essere eccessivo.
Se l'ossigeno è miscelato con altri gas, la sua concentrazione nella miscela di gas inalato deve essere mantenuta almeno al 21%. In pratica, si tende a non scendere al di sotto del 30%. Ove necessario, la frazione di ossigeno inalato può essere aumentata fino al 100%.
I neonati possono ricevere il 100% di ossigeno quando necessario. Tuttavia deve essere fatto un attento monitoraggio durante il trattamento. Si raccomanda comunque di evitare una concentrazione di ossigeno eccedente il 40% per ridurre il rischio di danno al cristallino o di collasso polmonare.
La pressione di ossigeno nel sangue arterioso (PaO2) deve essere monitorata, tuttavia se viene mantenuta sotto i 13,3 KPa (100 mmHg) e sono evitate significative variazioni nell'ossigenazione, il rischio di danno oculare è ridotto. Inoltre, il rischio di danno oculare può essere ridotto evitando fluttuazioni notevoli della ossigenazione (vedere anche par. 4.4).
Ossigenoterapia iperbarica
Per ossigenoterapia iperbarica si intende un trattamento con 100% di ossigeno a pressioni di 1.4 volte superiori alla pressione atmosferica a livello del mare (1 atm = 101,3 KPa = 760 mmHg). Per ragioni di sicurezza la pressione nell'ossigenoterapia iperbarica non dovrebbe superare le 3 atm.
L'ossigeno deve essere somministrato in camera iperbarica.
La durata delle sedute in una camera iperbarica a una pressione da 2 a 3 atmosfere (vale a dire tra il 2026 e 3039 bar) è tra 60 minuti e 4-6 ore. Queste sessioni possono essere ripetute da 2 a 4 volte al giorno, in funzione dello stato clinico del paziente.
La compressione e la decompressione dovrebbero essere condotte lentamente in accordo con le procedure adottate comunemente, in modo da evitare il rischio di danno pressorio (barotrauma) a carico delle cavità anatomiche contenenti aria e in comunicazioni con l'esterno.
L'ossigenoterapia iperbarica deve essere effettuata da personale qualificato per questo trattamento.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Ossigeno Nippon Gase
Ossigenoterapia normobarica:
non esistono controindicazioni assolute. Ossigenoterapia iperbarica:
- enfisema bolloso,
- asma evolutivo,
- pneumotorace, anamnesi pregressa di pneumotorace,
- bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO),
- polmonite da Pneumocystis carinii,
- stato di male epilettico,
- claustrofobia,
- gravidanza normoevolvente (primo trimestre) per patologie non acute,
- infezioni delle alte vie respiratorie,
- ipertermia,
- sferocitosi ereditaria,
- neurite del nervo ottico,
- tumori maligni,
- acidosi
- somministrazione concomitante di alcuni farmaci quali doxorubicina (adriamicina), bleomicina, daunorubicina, steroidi, disulfiram e di sostanze quali alcool, idrocarburi aromatici, cis-platino, nicotina,
- infanti prematuri.
Ossigeno Nippon Gase può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Nei test su animali, è stata osservata tossicità riproduttiva dopo la somministrazione di ossigeno ad alte pressioni o alte concentrazioni (vedere paragrafo 5.3). Non è nota la rilevanza clinica per l'uomo di tali evidenze.
Ossigenoterapia normobarica
L'ossigeno a pressione atmosferica (pressione inferiore a 0,6 atm) può essere usato durante la gravidanza ma solo quando è necessario, cioè in caso di indicazioni vitali, donne in condizioni critiche o con ipossiemia.
Ossigenoterapia iperbarica
L'utilizzo del trattamento iperbarico è controindicato nella gravidanza normoevolvente (primo trimestre) per patologie non acute.
L'utilizzo della terapia iperbarica in gravidenza potrebbe indurre stress ossidativo da eccesso di ossigeno provocando danni al feto. In casi di grave intossicazione da monossido di carbonio il rapporto beneficio/rischio sembra rassicurare verso l'uso della terapia iperbarica.
Allattamento
Non vi sono controindicazioni per l'uso dell'ossigeno durante l'allattamento.
Fertilità
Non sono stati notati effetti sulla fertilità maschile o femminile a seguito di somministrazione di ossigeno.
Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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