Sarcoidosi e omeopatia

01 gennaio 2007

Sarcoidosi e omeopatia


Tags:


03 dicembre 2006

Sarcoidosi e omeopatia

Gentile Dott. Moschini La chiedo cortesemente alcuni chiarimenti sulla mia malattia; Oggetto: Sarcoidosi polmonare III stadio 03/12/06 Ho 46 anni, di sesso M, dal 1998 dopo i primi sintomi come la tosse secca, la febbre ho fatto tutti analisi e esami necessari con diagnosi; sarcoidosi II stadio, ho fatto per un anno di terapia con la deltacortene forte da 50mg. a diminuire, poi ogni hanno per mantenere la malattia sotto controllo rifacevo esami più importanti, radiografia, TAC, ACE, esame di sangue, . . . La situazione risultava stazionaria. Nel 2002 per maggiore sicurezza ho iniziato sul consiglio del medico un secondo ciclo di cortisone per circa 8 mesi. Tra settembre/ottobre 2006 ho rifatto tutti esami che indicavano aggravamento della malattia, infatti risulta sarcoidosi III stadio, oramai irreversibile, devo mantenere questo stadio perchè non peggiori, quindi ho ricominciato con la terapia deltacortene forte 50mg. Domande: 1) Ci sono delle terapie di mantenimento che la malattia non passi allo stadio IV per evitare eventuali metastasi ad altri organi (fegato, rene, milza. . . ) e peggioramento provoca la fibrosi polmonare? 2) Nella fase calante nel dosaggio del cortisone (12, 5mg) si possono associare alla terapia omeopatica e/o altri farmaci meno dannosi di cortisone? 3) Per ridurre gli effetti indesiderati di cortisone(impedisce assorbimento di proteine ai muscoli, calcio all’ osso, e fa assorbire grasso al fegato, accumulo d'acqua. . . . ) ci sono delle diete particolare ? 4) La terapia omeopatica potrà aiutare come terapia di mantenimento per questa malattia con risultati provati? Grazie per la cortese collaborazione, resto alla Vs. completa disposizione per qualsiasi chiarimento. Cordiali saluti S.

Risposta del 01 gennaio 2007

Risposta a cura di:
Dott. ALBERTO MOSCHINI


La sarcoidosi è una malattia sistemica caratterizzata da granulomi non caseosi in molti tessuti ed organi. La malattia è dovuta a un disturbo della regolazione immunitaria in individui geneticamente predisposti esposti a certi agenti ambientali. Associazione con genotipi HLA, per esempio HLA A1 e B8. Microrganismi diversi sono proposti come agenti scatenanti della sarcoidosi, fra cui micobatteri e virus, che chiaramente vanno cercati, per fermare il processo stimolante che porta all’aggravamento. Esistono numerose alterazioni immunologiche nel granuloma sarcoidotico che suggeriscono lo sviluppo di una risposta cellulo-mediata a un antigene che va identificato. Il processo è guidato dalle cellule T helper CD4+. Accumulo di queste cellule intra-alveolare e interstiziale, con alterazione del rapporto T cellulare CD4:CD8 da 5:1 a 15:1; vi è espansione oligoclonale di cellule T, come indicato dall’analisi del riarrangiamento del T-recettore, che fa indica una proliferazione stimolata dall’antigene. Livelli aumentati di citochine Th1 derivate da cellule T, come la Interleuchina-2 e l’inteferone –gamma, che determinano rispettivamente espansione T-cellulare e attivazione macrofagica. Aumentati livelli di diverse citochine nell’ambiente locale, interleuchina-8, Tumor Necrosis Factor, macrophage inflammatory protein 1alfa, che favoriscono il reclutamento di ulteriori cellule T e di monociti e che contribuiscono alla formazione di granulomi. Il TNF in particolare è rilasciato in grandi quantità da macrofagi alveolari e il livello del TNF nel liquido broncoalveolare è un marcatore dell’attività della malattia.
La ricerca di tutti questi fatori porta chiaramente alla terapia, che è rivolta al riequilibrio delle citochine interessate, al ripristino dei rapporti CD4/CD8, alla individuazionedell’agente patogeno interessato, in modo da eradicarlo, stabilire quale predisposizione HLA, presenta, anche per una prevenzione nei confronti dei familiari.
Come vede, non è così semplice applicare una terapia, molto più facile è prescrivere il cortisone, senza approfondire tutti i meccanismi interessati ed agire su questi. Il cortisone agisce solo da sintomatico perché spenge indistintamente la reazione immunitaria, non è selettivo, come l’intervento sui singoli fattori ed agenti patogeni, che se sempre presenti, si possono riattivare in presenza del cortisone, pertanto i sintomo non va soppresso, ma seguito nella sua eliminazione e sicuramente la medicina biologica mi offre molte soluzioni, agendo sulla regolazione del sistema immunitario.
Saluti

Dott. Alberto Moschini
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
MASSA (MS)



Ultime risposte di Allergie



...e inoltre su Dica33:
Ultimi articoli
Seguici su:

Seguici su FacebookSeguici su YoutubeSeguici su Instagram
Farmacista33Doctor33Odontoiatria33Codifa