No a farmaci allo iodio anti-radiazioni

24 marzo 2011
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No a farmaci allo iodio anti-radiazioni



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I farmacisti che operano nelle farmacie di comunità segnalano numerose richieste di farmaci da usare in funzione di profilassi contro l'esposizione a radiazioni, in particolare prodotti a base di ioduro di potassio. Le autorità sanitarie hanno però ribadito che in Italia non esiste un pericolo di esposizione a radiazioni e l'assunzione di farmaci al di fuori dell'indicazione del medico è da considerarsi irrazionale e pericolosa.

L'uso di farmaci contenenti ioduro di potassio «deve iniziare soltanto quando c'è una precisa raccomandazione di sanità pubblica per farlo. Non è il caso dell'Italia», lo spiega il ministero della Salute nel focus dedicato all'emergenza nucleare in Giappone all'interno dell'area per le risposte alle domande più frequenti presente nel sito internet. Tali farmaci vengono somministrati, in caso di incidente in una centrale nucleare, con l'obiettivo di saturare la tiroide e prevenire l'incorporazione nella ghiandola di iodio radioattivo, spiega il ministero. Se la somministrazione avviene prima o immediatamente dopo l'esposizione, si può ridurre il rischio di cancro alla tiroide a distanza di tempo. «Le compresse di ioduro di potassio non sono antidoti contro le radiazioni» prosegue la spiegazione del ministero «non proteggono contro l'irraggiamento (radiazione) esterno o contro altre sostanze radioattive oltre allo iodio. Possono anche provocare complicazioni mediche in alcuni individui, come ad esempio, nelle persone con insufficienza renale anche di moderata entità». Un capito a parte sono, poi, le donne in gravidanza: «dovrebbero assumere le compresse di ioduro di potassio solo se istruite in tale senso dalle autorità competenti, in quanto la tiroide di una donna incinta accumula iodio radioattivo con maggiore avidità rispetto ad altri soggetti adulti e poiché anche la tiroide del feto viene a essere bloccata quando lo ioduro di potassio viene somministrato alla madre».

C'è quindi un invito a non generare panico e allarmismi inutili e dannosi, anche se l'Italia non è un caso isolato, come spiega Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani: «In Francia, la Farmacia centrale delle Forze armate ha ricevuto centinaia di richieste per preparati a base di iodio, ma anche lì le autorità sanitarie preposte alla radioprotezione hanno ribadito che questi medicinali, nella situazione europea, sono inutili e caso mai dannosi anche per chi fosse di ritorno dal Giappone. Come farmacisti, inoltre, mettiamo in guardia i cittadini dal cercare di procurarsi questi o altri farmaci attraverso l'e-commerce, come accadde per gli antivirali ai tempi della pandemia influenzale». Il rischio, infatti, oltre che per la propria salute, c'è anche per il portafoglio, perché è molto probabile essere truffati, o di pagare cifre molto superiori al valore di mercato del farmaco, e ci si espone al rischio del contatto con farmaci contraffatti. «Alla luce della situazione attuale è bene mantenere la calma e, come sempre, rivolgersi al medico e al farmacista prima di assumere qualsiasi medicinale» conclude Mandelli.



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