Genitori-figli: anche le parole possono far male

17 marzo 2014
Aggiornamenti e focus

Genitori-figli: anche le parole possono far male



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Le parole fanno male, quasi quanto uno schiaffo o una sculacciata. Questa affermazione, risultato di uno studio statunitense pubblicato sulla rivista Child Development, mette in guardia tutti i genitori che non oserebbero mai alzare le mani sui loro figli, ma non esitano invece ad alzare la voce per cercare di farli rigare dritto.

«Invece di ridurre o eliminare i problemi comportamentali dei ragazzi, alzando la voce si rischia di aggravarli» spiega Sarah Kenny, dell'Università del Michigan, tra gli autori dello studio. La ricerca ha coinvolto quasi 1.000 adolescenti di 10 diverse scuole che, assieme ai loro genitori, hanno risposto a una serie di questionari con domande che riguardavano la salute mentale, il tipo di rimprovero usato con i ragazzi, la qualità del rapporto genitori-figli e le caratteristiche demografiche di base. «La maggior parte delle famiglie coinvolte nello studio erano della classe media e non avevano particolari problemi nel rapporto tra genitori e figli» sottolinea Ming-Te Wang, professore di psicologia all'Università di Pittsburgh e coordinatore della ricerca Niente famiglie a alto rischio, quindi, o situazioni estreme, ma solo famiglie come tante nelle quali i genitori si preoccupano per i propri figli e non vogliono che si mettano nei guai o che abbiano problemi comportamentali.

E i risultati dello studio americano possono aiutare proprio questi genitori a gestire al meglio il difficile rapporto con i figli adolescenti: il primo punto da tenere a mente è che gli abusi verbali possono essere altrettanto pericolosi quanto quelli fisici e danneggiano lo sviluppo degli adolescenti. Cercare di educare i propri figli a suon di voce alta e parole pesanti causa nei ragazzi la comparsa e l'aumento dei sintomi depressivi e aumenta anche la probabilità che abbiano problemi di comportamento come vandalismo, aggressività e atteggiamenti antisociali.

«Queste sono le stesse caratteristiche che si osservano nei ragazzi che sono stati educati con punizioni fisiche» afferma l'autore che ha confrontato i dati appena ottenuti con quelli di uno studio da poco condotto sulle conseguenze che derivano da metodi "educativi" di tipo fisico.
Attenzione quindi alle parole, soprattutto perché poi è molto difficile recuperare: infatti alzare la voce anche solo occasionalmente è dannoso per lo sviluppo dei ragazzi. E come spiegano gli autori, non bastano poi l'amore e il calore di un buon rapporto genitore-figlio per cancellare il danno e non serve nemmeno cercare di spiegare che lo si è fatto "per il bene dei ragazzi".

«Si entra in una sorta di circolo vizioso» afferma Wang «la presenza di problemi comportamentali nei ragazzi spinge i genitori ad alzare la voce, ma ciò non fa altro che aumentare questi stessi problemi nei figli». E come si esce da questo circolo vizioso? La risposta secondo i ricercatori statunitensi è il dialogo. «I genitori che cercano di modificare il comportamento dei loro figli adolescenti devono dialogare mettendosi sul loro stesso livello, deve essere un rapporto alla pari nel quale gli adulti spiegano ai ragazzi i motivi delle loro preoccupazioni» conclude Wang.



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