La riabilitazione nell'artrosi: ecco come ottenere i migliori risultati

14 dicembre 2016
Aggiornamenti e focus

La riabilitazione nell'artrosi: ecco come ottenere i migliori risultati



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Agire precocemente per rallentare il processo di invecchiamento dell'articolazione: ecco lo scopo di una buona riabilitazione. E due sono gli ingredienti chiave per ottenere la reintegrazione funzionale: strategia personalizzata e prevenzione del sovraccarico. L'argomento è stato discusso in occasione del convegno "Patologia artrosica articolare: caratteristiche e gestione del consiglio in farmacia", recentemente svoltosi a Bologna.

Il problema articolare è molto importante e delicato. «L'artrosi, soprattutto quella primitiva, causa una riduzione della forza a causa di muscoli meno efficaci e potenti nonché una diminuzione dei movimenti delle articolazioni, della coordinazione, del controllo posturale e della propriocettività, cioè di quel sistema che permette alla persona di capire come è posizionato il suo corpo nello spazio e quindi di coordinare i gesti motori" spiega Elisa Berti, fisiatra esperta in riabilitazione, Direttore della scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitazione, Istituto ortopedico Rizzoli, Bologna.

«Queste» continua «sono sia le conseguenze sia, secondo recenti studi, alla base della causa dell'artrosi primitiva. Nei pazienti a rischio di ammalarsi di questa patologia si nota infatti un meccanismo di alterato controllo neuromuscolare. La letteratura internazionale ipotizza che l'insorgenza dell'artrosi primitiva sia correlata ad alterazioni biomeccaniche che influiscono sulla morfologia della cartilagine sana e predispongono a problematiche di alterazione osteoartrosica. Il carico alterato diventerebbe poi il responsabile dell'insorgenza di questa artrosi». Dal punto di vista biomeccanico si assiste in pratica a un pericoloso circolo vizioso di sovraccarico e dolore, scopo della riabilitazione è intervenire a questo livello interrompendolo.

Il ruolo del fisiatra


La figura di riferimento in questi casi è il fisiatra, perché ha un approccio globale al paziente e si occupa soprattutto delle conseguenze di tipo funzionale.

A questo professionista va il compito di occuparsi delle conseguenze dell'artrosi: le limitazioni funzionali, le alterazioni posturali e l'aumentato rischio di caduta. Il paziente lamenta dolore e rigidità mattutina, quindi nuovamente algia alla sera a causa del sovraccarico. Ne consegue l'incapacità di svolgere in maniera autonoma le attività della vita quotidiana, come mettersi calze e scarpe o fare i lavori di casa, quindi la perdita di indipendenza, che va a inficiare pesantemente la qualità della vita.

A tutto questo va poi aggiunto il problema dell'instabilità e, come noto, se una persona anziana cade ci sono poi dei forti pericoli per la sua salute oltre che dei costi da sostenere per il Servizio sanitario nazionale.

Ecco perché dal punto di vista fisiatrico e medico è importante agire in senso preventivo.

I benefici del movimento


L'esercizio fisico aiuta a ridurre il dolore e la disabilità quindi le problematiche legate alla vita quotidiana. Le raccomandazioni a livello mondiale per i soggetti over 65 suggeriscono almeno 20 minuti di attività aerobica alla settimana, favorita un'attività di media intensità, con esercizi di coordinazione e rinforzo muscolare. È poi possibile aumentare l'entità dell'esercizio, dipende da paziente a paziente. Ci sono infatti delle evidenze scientifiche inconfutabili che l'attività fisica sia benefica a tutti i livelli, non solo perché previene le patologie cardiovascolari, riduce la perdita di forza muscolare e il rischio di osteoporosi nonché mantiene la salute delle articolazioni (la mobilità articolare), ma anche perché diminuisce lo stress e migliora il livello cognitivo.

Il programma

«Un aspetto importante della riabilitazione è la globalità: non si pensa solo all'anca o al ginocchio ma alla postura globale del soggetto, ovviamente tenendo presente delle sue fragilità, cioè le articolazioni colpite da osteoatrosi» aggiunge Berti. Il fisiatra, dopo un'attenta valutazione del paziente, provvede a redigere un programma, che tenga presente di riposo e terapie fisiche, che hanno come scopo primario quello di ridurre infiammazione e dolore. Il riposo non significa che il paziente deve stare a letto: non serve immobilità, ma riduzione dei carichi, eliminazione dei movimenti a rischio, eventualmente uso di un bastone o di un ausilio se necessario. Tra le terapie fisiche possono essere menzionati:
  1. laser, ultrasuoni, tens e massaggi;
  2. i farmaci, inseriti nel processo riabilitativo per aiutare i pazienti a svolgere attività fisica;
  3. metodiche di rilassamento;
  4. ginnastica anti trombo-embolica per le fasi acute;
  5. la chirurgia;
  6. gli esercizi riabilitativi, personalizzati, importanti per la prevenzione e la terapia dell'osteorartrosi;
  7. il riallineamento articolare.

Gli obiettivi

Con la riabilitazione si mira a ridurre il sovraccarico, l'infiammazione e il dolore, per attivare questo processo benefico riabilitativo, compiendo gli esercizi giusti, in una situazione di protezione ed ergonomia articolare. Gli obiettivi tipici di un programma riabilitativo sono:
  1. favorire l'elasticità articolare e della muscolare;
  2. mantenere la forza muscolare;
  3. facilitare il ricondizionamento cardiovascolare;
  4. sostenere l'allenamento aerobico;
  5. mantenere il peso sotto controllo.

Tutti questi elementi non solo sono fondamentali ma anche collegati tra loro: il sovraccarico per esempio è responsabile dell'osteartrosi in un soggetto obeso.

Per una corretta riabilitazione, vengono fatti fare esercizi per migliorare il controllo del movimento e quindi la propriocettiva.

Per aiutare la persona ad acquisire la dinamica del movimento corretto, si possono scindere le varie fasi del passo nelle diverse componenti e insegnargli per esempio la prima fase di appoggio del tallone, o la fase propulsiva di spinta.

Per riassettare la postura globale del soggetto è molto importante lo stretching, l'allungamento e la rieducazione posturale.

Va rieducato anche il cammino: se per esempio il paziente deve portare un bastone per alleviare il sovraccarico su un arto, vanno fatti degli esercizi specifici di "rieducazione della marcia".

Quando il paziente non ha più dolore si può rifavorire lo sviluppo aerobico, per esempio con la cyclette o, meglio, l'idrochinesiterapia, cioè la terapia del movimento in acqua, quest'ultima permette da un lato di aiutare a riassorbire l'edema, cioè il gonfiore, grazie alla pressione esterna e dall'altro di ridurre il peso corporeo e quindi il sovraccarico articolare. Si stanno promuovendo sempre di più anche delle attività fisiche studiate per le persone over 65. Alcune sono mode importate dal mondo anglosassone, come il mall walking, in pratica una camminata veloce nei centri commerciali, il foot orienteering, in cui c'è anche controllo motorio e orientamento. Ma tutte le passeggiate, i gruppi di cammino, qualsiasi tipo di attività fisica fatta nelle condizioni adeguate va bene.

Un'altra importante opzione per fare gli esercizi terapeutici è quella di usare, se indicate, le ortesi: fare il movimento con la scarpa giusta, con determinate caratteristiche biomeccaniche, o un plantare specifico, può essere di aiuto per ridurre il sovraccarico.



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