Disfunzione erettile: altri rimedi che migliorano la funzionalità erettile del pene

12 settembre 2010
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Disfunzione erettile: altri rimedi che migliorano la funzionalità erettile del pene



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La maggioranza dei pazienti affetti da disfunzione erettile risponde ottimamente agli inibitori della PDE5, ma nel 20-30% circa dei pazienti il risultato di questa terapia è insoddisfacente. Inoltre, in pazienti cardiopatici che assumono nitroderivati, vale a dire i comuni farmaci antianginosi, i PDE5i sono controindicati e non possono essere utilizzati.

Per questa minoranza di pazienti si ricorre quindi a trattamenti di seconda linea, di tipo medico o chirurgico, che consentono di ripristinare l'attività sessuale nella quasi totalità dei pazienti.

FARMACOTERAPIA INTRACAVERNOSA
L'Alprostadil è un farmaco a base di prostaglandine PGE1, che viene iniettato direttamente nel pene e determina una potente vasodilatazione delle arterie cavernose, favorendo l'erezione. Sebbene invasiva, questa terapia è ben tollerata, e rappresenta la principale opzione di seconda linea nei casi non trattabili con PDE5i.

VACUUM DEVICE
Alcuni pazienti preferiscono utilizzare il vacuum device, uno strumento meccanico che induce l'erezione creando un effetto di vuoto spinto attorno al pene, e richiamando così sangue nei corpi cavernosi. Il sangue rimane ''intrappolato'' nel pene grazie ad un anello di costrizione che si applica alla base dei corpi cavernosi.

PROTESI PENIENA
Un'ulteriore opzione terapeutica, proposta di solito come ultima risorsa nel caso in cui tutti gli altri trattamenti abbiano fallito, è l'impianto di una protesi peniena. Le protesi moderne sono efficienti ed affidabili, ed in pazienti adeguatamente motivati possono risolvere anche i casi di disfunzione erettile più severi.

Bisogna sottolineare, però, come sia sbagliato indirizzare immediatamente alle terapie di secondo livello un paziente in cui i PDE5i sembrano inizialmente fallire. In alcuni casi, infatti, questi medicinali vengono giudicati inefficaci non perchè il paziente sia davvero resistente, ma perchè non sono stati assunti secondo i tempi e le modalità più corrette. E' importante che sia uno specialista a valutare l'effettiva necessità di passare a terapie di secondo livello, magari dopo aver riproposto l'assunzione dei PDE5i per un più accurato periodo di prova.



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