Ipertensione polmonare, parte da Napoli il progetto di un network internazionale per curare la malattia

11 maggio 2017
Aggiornamenti e focus

Ipertensione polmonare, parte da Napoli il progetto di un network internazionale per curare la malattia



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Comincia oggi il convegno Fourth focus on pulmonary hypertension organizzato dal Centro per l'ipertensione dall'Ospedale Monaldi di Napoli, e tra le proposte in discussione anche la creazione di un network internazionale per gestire al meglio i malati di ipertensione arteriosa polmonare.

Il congresso internazionale coinvolge ricercatori di tutto il mondo e che ha un duplice obiettivo, come spiega Michele D'Alto, Responsabile Uos "Management cardiocircolatorio dell'ipertensione polmonare", dell'Ospedale Monaldi: «Da un lato condividere i nuovi dati di ricerca sull'ipertensione e dall'altro creare un network italiano e internazionale che consenta una risposta sanitaria più adeguata e una gestione più razionale delle risorse. La creazione di un network specifico per l'ipertensione arteriosa polmonare rappresenta un momento imprescindibile per garantire un adeguato percorso diagnostico e per fornire al paziente le risposte terapeutiche più moderne».

«L'ipertensione arteriosa polmonare» prosegue D'Alto, «è una malattia grave, caratterizzata dal restringimento progressivo delle piccole arterie del circolo polmonare. È una patologia abbastanza rara e per certi versi poco conosciuta: colpisce circa 50 persone su un milione, quindi in Italia si stima ci siano più o meno 3mila pazienti. La malattia ha spesso un esordio subdolo e poco specifico: dispnea, astenia, facile affaticabilità. Condizioni che sono presenti nella maggior parte delle patologie cardiologiche o pneumologiche, dilatando proprio per questo i tempi di diagnosi».

E proprio l'accertamento precoce della malattia può fare la differenza, soprattutto se si pensa ai tempi di esordio. Anche se può colpire tutte le fasce d'età, l'ipertensione polmonare insorge in genere tra i 30 e i 50 anni, nel pieno cioè dell'attivitàlavorativa e affettiva di una persona, se non addirittura quando un giovanesta ancora programmando il proprio futuro.

Fortunatamente la ricerca in questo campo è in continua evoluzione e ha consentito di identificare degli ultimi due decenni numerose molecole attive sulle cellule delle arterie polmonari malate. «Ultimamente la ricerca si sta orientando sullo studio delle associazioni di farmaci da somministrare precocemente, ossia appena la malattia viene diagnosticata. Studio capostipite di queste associazioni è stato l'Ambition che ha valutato e verificato l'efficacia della terapia combinata di volibris e tadalafil.

Pur rimanendo una condizione grave e progressiva, l'avvento di nuovi farmaci e di approcci terapeutici più aggressivi ha migliorato sensibilmente la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare. La diagnosi precoce e un approccio terapeutico adeguato rappresentano la migliore risposta a tale malattia» conclude D'Alto.



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