Se le vacanze sono in montagna

20 agosto 2019
Aggiornamenti e focus, Speciale Estate

Se le vacanze sono in montagna



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Informarsi e prepararsi al nuovo ambiente. Sono queste le chiavi per una vacanza ad alta quota in tutta sicurezza secondo Melissa Tabor, che insegna medicina dello sport e principi e pratiche osteopatiche al Nova southeastern university college of osteopathic medicine di Fort Lauderdale, in Florida. Il "mal di montagna" crea problemi a livello cerebrale, è importante fare attenzione al mal di testa, soprattutto se associato a sintomi come nausea e/o vomito, stanchezza, disturbi del sonno o scarso appetito. «Se non curati, i disturbi legati all'altitudine possono portare confusione, incapacità di camminare, fiato corto e, nei casi più estremi possono anche essere fatali» dice Tabor che però aggiunge: «Per fortuna il trattamento è semplice: spostarsi a quote più basse».

Ma ecco alcuni consigli pratici per godersi le vette in tutta sicurezza:

1. Abituarsi all'altitudine: meglio arrivare nelle località ad alta quota almeno una settimana prima di qualunque attività particolarmente impegnativa. Se il tempo non lo permette, anche un paio di giorni possono essere d'aiuto.

2. Pianificare e informarsi: tramite i siti web delle mete da raggiungere si possono raccogliere informazioni preziose sulle attività da svolgere e anche sul tipo di abbigliamento più adatto.

3. Salire in quota lentamente: sono disponibili diverse linee guida sulla prevenzione e il trattamento del mal di montagna, incluse indicazioni su come salire in quota.

4. Ascoltare il proprio corpo: le risposte all'altitudine sono diverse da persona a persona, ma in caso di mal di testa o altri sintomi, è meglio interrompere la salita e se i sintomi non passano in 3 o 4 ore è necessario scendere a bassa quota.

5. Aumentare l'idratazione: un corpo ben idratato risponde meglio alle sfide legate all'altitudine.


Trekking in alta montagna


Il Kilimangiaro, la più alta montagna dell'Africa (5.895 m), è la meta di molti viaggiatori, anche perché non presenta particolari difficoltà alpinistiche a parte i problemi di altitudine. Di fatto, però, la percentuale di coloro che riescono a raggiungere la cima non supera il 10%, perché spesso i turisti non sono preparati adeguatamente o salgono troppo velocemente.
Altre classiche destinazioni di trekking in altitudine si trovano in Nepal (Kala Patthar, 6.565 m o il campo base dell'Everest, 5.364 m) o in Sud America. In Nepal e in India le stagioni migliori sono la primavera (marzo-maggio) e l'autunno (ottobre-novembre). Nei mesi invernali la temperatura è piacevole in pianura ma gelida in alta montagna.

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In quota attenzione al cuore


Le escursioni in alta quota -al di sopra dei 2.500 metri- possono essere pericolose per chi è affetto da malattie cardiache, vascolari o polmonari. Tali situazioni infatti richiedono all'organismo, già indebolito dalla patologia di base, un eccessivo sforzo di adattamento per compensare la rarefazione dell'aria dovuta alla riduzione della pressione atmosferica.

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Mal di montagna: un test

Le vacanze in quota è tempo, per molti, di mal di montagna. Un malessere che si verifica quando si sale a quote elevate, di solito superiori ai 2.500 metri, e si comincia ad accusare ipossia, cioè una ridotta quantità di ossigeno in arrivo a sangue e tessuti che in alcuni casi, non così spesso fortunatamente, può manifestarsi con sintomi severi che possono anche arrivare a edema polmonare e cerebrale.
Ma ora un gruppo di scienziati italo-francesi ha sviluppato il primo test per predirlo al 92 per cento, in modo che non possa colpire inaspettatamente.

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Proteggersi anche dal sole

La prima foto-protezione, è abbastanza intuitivo, dovrebbe venire dall'ambiente. Se la vita si è sviluppata sulla terra, in fin dei conti, è perché si erano create condizioni per le quali gli effetti nocivi della radiazione solare venivano limitati adeguatamente. Si potrebbe anche dire che si sono selezionati organismi, per così dire, adeguati a questo livello di radiazioni, ma il discorso finale non cambia: gli ostacoli posti dall'ambiente all'azione del sole sono funzionali al mantenimento della situazione entro limiti normali.

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