Pilates in acqua

15 aprile 2015
Aggiornamenti e focus

Pilates in acqua



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Da quando il mondo del fitness ha incontrato l'acqua, diverse novità sono apparse nel fantastico e colorato mondo della ginnastica in acqua. In una sintetica storia del fitness in acqua, il primo periodo fu caratterizzato da una semplice predisposizione di esercizi svolti in piscina che successivamente si codificarono in attività più o meno coreografiche legate al tempo imposto dalla musica, in modo da rendere sempre più efficace e divertente un movimento di per sé già piacevole e ricercato nell'essere ancestrale che è in ognuno di noi nell'ambiente acquatico. In epoca più recente apparve il Pilates in acqua, ispirandosi ai principi originali del Dott. Hubertus, fondamentali per assumere, conservare e potenziare una postura corretta quotidiana e finalizzata anche in ambito sportivo motorio. Risulta evidente come non si possa immaginare di trasferire semplicemente gli esercizi del Pilates dentro l'acqua per vederlo trasformare in Acqua Pilates o nomenclature similari. Purtroppo, molte volte la fretta di realizzare un prodotto da vendere subito a istruttori e clienti, ha fatto commettere troppi errori da parte di chi ha pensato fosse semplice insegnare ginnastica posturale...

Non semplice trasposizione

La ginnastica posturale ha dei processi di apprendimento per l'insegnamento che non possono essere in alcun modo trascurati: la conoscenza anatomica, la conoscenza fisiologica, la conoscenza biomeccanica, la conoscenza (almeno nelle linee guida) dei principali dimorfismi e paramorfismi dell'umana specie, e almeno i fondamenti delle patologie in età evolutiva e negli anziani. A tutto questo il mondo acqua chiede di apprendere i principi essenziali del movimento all'interno del mezzo liquido, il comportamento del corpo nello stesso alle diverse profondità e temperature possibili e praticabili in ogni ambiente natatorio (piscina, acque libere e termali), nonché una competenza legata al movimento in acqua conoscendo tutti gli esercizi fondamentali per i distretti muscolari da praticarsi specificamente nell'ambiente acquatico. Risulta chiaro come possa sembrare poco "commerciale" dover possedere così tante nozioni per poter insegnare tale attività, ma si tratta di aver a che fare con la salute delle persone e il primo principio è quello di non ledere.

I principi fondamentali

Quali sono quindi i principi che il buon insegnante di Pilates in acqua deve saper padroneggiare? Il primo è sicuramente quello dell'equilibrio. Pensate come in tutto sia fondamentale possederlo; ebbene, il mondo acqua consente di realizzare un nuovo adattamento del nostro corpo modificando quelle situazioni che non possono essere realizzate in alcun modo al di fuori del contesto liquido. Infatti noi potremo operare in un ambiente microgravitario, cioè un luogo con una forza di gravità che risulterà sempre più ridotta quanto più il corpo risulti immerso nell'acqua, liberando articolazioni e sistemi scheletrici e muscolari dal peso che normalmente li opprime. Questa situazione apre notevoli orizzonti alla ricerca di movimenti altrimenti ritenuti impossibili sul terreno, consentendo di comprendere quali siano i limiti imposti dal corpo della persona e quali quelli funzionali che possono essere corretti e modificati. Si può arrivare addirittura alla sospensione completa, realizzando un concetto completamente nuovo di catena cinetica sospesa che è ovviamente unico. Questo tipo di differenziazione consente di lavorare anche in condizioni di estrema difficoltà fisica, quali il sovrappeso o la carenza muscolare, consentendo anche un lavoro di rieducazione funzionale.

Posizioni e respirazione

Un altro aspetto estremamente importante è la valutazione del baricentro che in questo ambiente può essere modificato in maniera estremamente inusuale, ponendosi in assetti che assunti in acqua modificano la percezione del proprio corpo in maniera straordinaria. Ad esempio, la posizione supina in acqua non ha nulla a che vedere con quella "terrestre" in quanto gli appoggi sono tutti importanti e un piccolo movimento, anche il semplice respiro, può influire su diversi tratti della colonna così come le articolazioni di braccia e gambe. Altro aspetto prioritario è la respirazione: percepita come uno dei più importanti in ambito "terrestre", in acqua può addirittura modificare il galleggiamento della persona, influenzando così anche i distretti muscolari e articolari coinvolti anche solo per mantenere una stessa posizione.

Paolo Michieletto
(Docente Universitario presso la Facoltà di Scienze Motorie di Torino della materia "Fitness in acqua")



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