Lezione a corpo libero: la tecnica RDNP

14 aprile 2015
Aggiornamenti e focus

Lezione a corpo libero: la tecnica RDNP



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Sei un insegnante di sala che si occupa di lezioni a corpo libero in cerca di una nuova lezione da 30 minuti da proporre agli allievi? Sfrutta la tecnica RDNP (Riduzione delle Distorsioni Neuro Posturali) ! Si può far avvenire dei cambiamenti nella postura, nello stato d'animo e nell'atteggiamento mentale del cliente senza avere un rapporto di contatto singolo ma in un gruppo di molte persone come quello che si tiene in sala corsi? Sembra di sì, e la tecnica per far questo si chiama appunto RDNP. Quando parliamo di distorsione neuro posturale, ci riferiamo a una situazione di stress psico- fisico di intensità media o elevata, in grado di coinvolgere capsule articolari, legamenti, tendini muscoli o tessuti molli, e sistema nervoso centrale, creando situazioni di disagio fisico e psicologico al cliente.

Approccio antalgico

Identificarne con auto- consapevolezza le strutture coinvolte, il loro grado di disabilità e la loro limitazione funzionale, è condicio sine qua non per intraprendere il corretto percorso rieducativo. La RDNP è una tecnica con approccio antalgico al cliente, che si basa su alcune osservazioni di carattere anatomico di relazioni meccaniche, combinato con protocolli di lavoro per i vari distretti corporei il tutto organizzato sotto stretto controllo del sistema nervoso centrale (s.n.c.) . Il programma verte su una lezione di gruppo dove si ricerca un auto riequilibrio posturale attraverso la mobilizzazione della clavicola, della scapola e del bacino, delle ginocchia e delle caviglie, inserito in un contesto operativo di sblocco attraverso: protocollo tratto cervicale, protocollo clavicola, protocollo diaframma, protocollo pelvi, protocollo ginocchio, protocollo caviglia.

Come funziona

1) entrati in sala gruppo l'insegnante fa sdraiare gli allievi e attraverso domande prestabilite fa eseguire delle visualizzazioni sulle proprie sintomatologie dolorose;

2) presa coscienza delle problematiche, a occhi chiusi ci si concentra sulla regione corporea da trattare attraverso la guida dell'insegnante;

3) si inizia poi con il primo protocollo antalgico del tratto cervicale attraverso una serie di esercizi con l'utilizzo di un asciugamano posto arrotolato sotto al capo che dà una sensazione definita di galleggiamento;

4) ci si automanipola la clavicola esercitando pressioni su di un punto definito R27 (un pollice esterno rispetto all'articolazione sterno- claveolare sia a destra che a sinistra dell'articolazione) ;

5) con posizionamenti precisi del CSO (Cingolo Scapolo Omerale) nello spazio si eseguono tecniche di energia isometrica (attraverso un reclutamento progressivo muscolare si giunge all'isometria raggiungendo così la massima esplicazione di forza statica) ;

6) si mobilizza alternativamente l'emitorace destro e l'emitorace sinistro con l'utilizzo di presa- appoggio delle mani;

7) si mobilizzano le pelvi utilizzando un secondo asciugamano posto sotto al tratto lombare eseguendo tecniche di energia isometrica e non;

8) si autotratta il ginocchio ovvero si esegue un automassaggio (l'insegnate si preoccuperà di mostrare all'allievo come posizionare le mani sull'articolazione eseguendo movimenti dolci in precise direzioni utilizzando l'asciugamano sotto il cavo popliteo ovvero dietro il ginocchio) : si mobilizza la caviglia con tecniche di energia isometrica e non. L'intento della tecnica è quello di liberare la parte superiore del tratto cervicale (atlante ed epistrofeo) attraverso l'appoggio del capo in una sorta di "galleggiamento apicale" (un lavoro del capo dove, grazie all'utilizzo dell'asciugamano posto sotto il capo arrotolato a forma cilindrica, il cliente riesce a ottenere uno stato di detensionamento del tratto cervicale in particolare e del rachide in generale), per agire successivamente sullo sblocco dei setti orizzontali (lo sblocco del pavimento pelvico, sblocco del muscolo diaframma, sblocco dei muscoli del collo) .

Apprendimento organico e imitazione

Per sua stessa natura la posizione in decubito supino con il capo e il collo in appoggio sull'asciugamano, interagisce con tutte le strutture del sistema cranio- sacrale: quindi le membrane meningee e le sue strutture ossee e indirettamente sul liquido encefalo rachidiano e le strutture connesse. La tecnica è molto potente perché si basa sull'apprendimento organico partendo dalla considerazione che in fondo nessuno ci ha insegnato a camminare, parlare, fischiare o salire le scale, eppure inconsapevolmente abbiamo imparato in modo "organico". Il metodo RPND copia questa nostra atavica capacità e attraverso l'imitazione si apprende a sentire il proprio corpo.

Chi può avere bisogno della tecnica RDNP?

La risposta è: chiunque respiri. L'automobilizzazione è utilizzata per mantenere e sviluppare la mobilità tra le unità muscolo- tendinee multiarticolari e le strutture connettive, ma non solo, perché entrano a far parte del gioco anche la respirazione, l'autocorrezione, l'interiorizzazione posturale corticale. Quando parliamo di interiorizzazione posturale corticale ci riferiamo a quei meccanismi propri di apprendimento di cui ogni essere umano è dotato. Perché corticale? Perché è fondamentale che l'apprendimento non rimanga inconscio sottocorticale ma che ci sia una presa di coscienza e quindi un richiamo volontario alla postura corretta in qualsiasi momento lo si desideri. La tecnica di lavoro del RDNP tende quindi a riequilibrare attraverso una serie di auto- manovre sistematiche delle fasce muscolari, del tessuto connettivo e delle meningi, il sistema corpo. Il protocollo sotto la guida dell'operatore è eseguito direttamente dal cliente senza alcun contatto diretto, se non la voce, con l'operatore stesso.

Marco Ciervo
(Responsabile Formazione Scuola Osteopatia dello Sport Torino)



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