Keli Roberts, una stella nel Fitness

30 luglio 2015
Aggiornamenti e focus

Keli Roberts, una stella nel Fitness



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Sulla parete del suo ufficio, tra i tanti riconoscimenti sudati ed esposti, quello di cui va più orgogliosa è il titolo di "International Instructor of the Year", che IDEA - forse la più autorevole associazione professionale di settore - le ha riconosciuto nel 2003: la consacrazione di vent'anni di lavoro duro, silenzioso e costante. Keli Roberts, australiana, inizia a insegnare nel 1985 a Sydney: sono gli anni dell'aerobica e le fazioni, al tempo, si limitano tra alto e basso impatto. Poi, dopo quattro anni, il grande salto al di là dell'oceano, per sbarcare a Los Angeles, patria dello showbiz e del fitness targato Hollywood, quello delle star, quello dell'A- list Names tra i clienti. La biondina australiana, modi cortesi ma decisi, piace. Sui set si parla di lei e presto diventa - complice anche un video coreografato per Cher - la trainer privata di molte stelle, tra cui Russell Crow, Faye Dunaway, Julia Roberts, Jennifer Beals e tante altre. Testimonial importanti che le consentono di sbarcare, nel 1998, alla regale corte di Jonathan Goldberg, noto a tutti come Jhonny G. C'è tempo anche per un po' di Italia, nella versatile carriera di Keli: nel 2004 Magnolia, la nota società di produzione televisiva, la chiama come trainer dei cantanti impegnati nella prima edizione di "Music Farm", su Rai Due. Tutto, insomma, sembra andare bene. Ma la Roberts ha da sempre un "vizietto": è appassionata - e fervida praticante - di ciclismo: appena può salta in sella e va. Così succede che, negli anni Ottanta, quando ancora viveva in Australia, un'auto balorda la investe. Molto spavento ma, per fortuna, pochi danni: qualche botta, graffi qua e là e una spalla gonfia. «Guarirà», pensa. Invece, nel tempo cronicizzerà in una artrite fastidiosa e dolorosa. Che non le ha impedito una carriera di prim'ordine, ma certamente è stata una presenza sempre più invalidante. Finché è stato necessario risolvere il problema alla radice.

Anzitutto, come va la spalla nuova?

Adesso va davvero tutto molto bene: sono così incredibilmente felice con la mia nuova spalla "bionica"! Finalmente, dopo molti anni di sofferenze e di movimenti per forza limitati, ora sto bene. Per la prima volta, dopo anni, di notte dormo bene e molte cose che prima mi erano precluse, ora le faccio con facilità. Il chirurgo è stato molto bravo e questo mi ha permesso un recupero funzionale molto rapido.

Per quanto veloce sia stato il recupero, quanta condizione atletica hai perso con questo stop?

Inevitabilmente, se ti fermi il fisico ne risente: ho perso un po' di condizione. Ma dopo un paio di settimane ero già in sella alla stationary bike. Poi walking a buon passo, ciclismo su strada e aquagym, con lavori di forza. Io adoro l'acqua: il ventaglio di esercizi che offre per fare tonificazione è incredibile. Paddle, float, pinnette, guantini palmati permettono di sfruttare la resistenza in un lavoro davvero efficace. Ho fatto anche running in acqua profonda con la cintura di galleggiamento, che è un training cardio davvero fantastico. Insomma: sono stata operata il 21 novembre 2014 e dopo solo un paio di mesi ho ripreso a insegnare spinning; e a metà aprile, Body Sculpt. Direi che non è male. Tra lezioni, ciclismo e piscina ho recuperato un buon tono atletico.

Sei solita affermare: "Fitness non è quello che fai, ma come lo fai". Cosa intendi?

Adoro questa domanda! Per me, il fitness non è solo la mera esecuzione tecnica degli esercizi o delle coreografie. Questa è una visione limitata. Il fitness è anche attenzione mentale, è essere concentrati sui movimenti che si stanno compiendo, ci si allena con la testa. Non esistono esercizi più o meno efficaci: un esercizio è valido a seconda di come venga eseguito. Così, se non si presta attenzione, se non si "sente" il movimento, il training sarà meno efficiente. La concentrazione è un fattore cruciale per la qualità.

Quali ritieni che siano stati i cambiamenti più evidenti in palestra negli ultimi anni?

L'intero settore è cresciuto enormemente. La ricerca ha portato consapevolezza e la tecnologia ha migliorato i metodi di training. Oggi abbiamo a disposizione moltissimi parametri per tracciare i progressi e questo ha cambiato il nostro modo di valutare i workout. Per fare un esempio, oggi l'indoor cycling è un monitor che offre in tempo reale RPM, frequenza cardiaca, watt, distanze percorse, tempo... Per non parlare dei device e delle app legate al fitness, tra smartwatch e braccialetti activity tracker, che ormai usano tutti. E che sono effettivamente molto utili.

Le attività di gruppo sono davvero la nuova frontiera del fitness?

È un fenomeno in continua espansione, favorito anche dal fatto che esistono molte proposte e quasi tutte davvero valide. Permesso questo, qui in America si inizia a delineare anche un nuovo trend: piccoli gruppi di lavoro, sessioni di training di 4/6 persone in ambiente più raccolto, quasi si trattasse di una soluzione ibrida tra le group activities e il personal training, che permette i vantaggi di entrambe le metodologie: da una parte, l'aspetto divertente e motivazionale; dall'altra, un lavoro personalizzato e accessibile. Anche per i proprietari di palestra è un enorme potenziale di profitto. C'è una forte domanda di corsi in piccoli gruppi, senza nulla togliere ai vari Zumba, CrossFit, Pilates Reformer eccetera, che restano proposte di grande successo.

A proposito di training di successo, hai messo a punto F.I.R.E.:di cosa si tratta?

F.I.R.E. (Fierce Interval Resistance Exercise) è un programma che ho sviluppato per Equinox, finalizzato ad attivare il metabolismo basale attraverso esercizi funzionali dell'intero sistema muscolare e lavori ad alta intensità cardio. È stato il workout di maggior successo che io abbia mai insegnato: ho visto le persone trasformarsi, guadagnare definizione muscolare, corpi snelli, scattanti e in forma. La gente ha amato quel programma e per me è stata una soddisfazione enorme.

Cosa ricordi della tua esperienza italiana a "Music Farm"? Hai avuto modo di conoscere il nostro fitness e che idea ti sei fatta delle nostre competenze?

"Music Farm" è stata un'esperienza incredibile! Soggiornare in una bellissima Spa tra le montagne dell'Appennino è stato meraviglioso. Avevo a disposizione una bici, per cui - appena libera dagli impegni di lavoro - ero in giro tutto il giorno. Oppure, inchiodata davanti al Giro d'Italia in tv: nulla di più emozionante e motivante. Inoltre, lavorare con tanti grandi artisti mi ha lasciato molti ricordi bellissimi, oltre al fatto che ho imparato l'italiano: si erano messi d'accordo che a ogni mio errore tutti quanti mi avrebbero ripetuto in coro il modo corretto di dire. È stato divertente. E utile. Ho insegnato diverse volte in Italia e mi ha sempre dato molta soddisfazione: avete un approccio più disinvolto verso il fitness, meno "impallinato" rispetto agli americani. Volete allenarvi divertendovi. Questo è molto positivo. Gli americani tendono a essere troppo rigorosi, quasi intransigenti; voi, invece, avete un innato senso divertente. E questo rende il fitness italiano un'esperienza coinvolgente: del resto, chi si impegnerebbe in un'attività che non sia divertente? Ecco il motivo per cui da noi, in America, molte persone lasciano i corsi. Infine, ho avuto modo di apprezzare la professionalità di tanti trainer che ho conosciuto in Italia. Voi ci mettete passione, e questo trasforma il lavoro in piacere: per cui gli istruttori sono altamente qualificati e competenti, hanno una solida formazione e vogliono tenersi aggiornati non solo sulle nuove tendenze, ma anche sugli studi che portano a esse.

Alberto Zampetti



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