Immagine del corpo negativa ed evitamento dell'esposizione corporea

23 ottobre 2015
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Immagine del corpo negativa ed evitamento dell'esposizione corporea



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Le persone con immagine corporea negativa spesso evitano di guardare il loro corpo e di farsi guardare. Evitamenti (ovvero meccanismi di difesa simili al diniego, per cui un individuo si rifiuta di fronteggiare situazioni o persone che generano angoscia: in altre parole, l'evitare di entrare in contatto con la situazione o con la cosa temuta, n.d.r.) tipici includono non guardarsi allo specchio, non indossare vestiti stretti, coprirsi l'addome con le mani, non guardarsi nelle fotografie.

L'evitamento dell'esposizione del corpo è usato per ridurre l'ansia e le preoccupazioni per la propria forma del corpo, ma mantiene l'insoddisfazione corporea perché non permette di sfidare le convinzioni e le paure sul proprio corpo. L'evitamento non permette di apprendere informazioni realistiche sul proprio corpo e di imparare a sentirsi meno ansiosi e stressati quando va affrontata una situazione che richieda l'esposizione corporea. L'evitamento non permette neanche di comprendere che le conseguenze negative (per esempio ricevere commenti negativi della gente per la forma del proprio corpo) spesso non si concretizzano e può accentuare la convinzione che il proprio corpo sia inaccettabile e che sia assolutamente necessario nasconderlo. Inoltre, impedisce di socializzare, di avere intimità con il partner, di andare in palestra, in piscina o al mare, di cambiarsi negli spogliatoi pubblici e di comprarsi nuovi abiti. Infine, non consente di apprendere l'abilità di gestire le conseguenze temute quando si verificano.

Il miglior modo per affrontare l'evitamento dell'esposizione del corpo - e le sue conseguenze - è di esporsi alle situazioni che causano disagio, per testare le predizioni e affrontare le eventuali conseguenze negative. Il primo passo è elencare le situazioni evitate mettendole in ordine sulla base del grado di disagio che esse creano. Il secondo passo è pianificare le esposizioni partendo da quelle che creano meno disagio per poi gradualmente arrivare ad affrontare quelle che ne creano di più. Le esposizioni che in genere vanno affrontate includono:

(1) guardare il proprio corpo;

(2) far vedere la forma del proprio corpo agli altri (per es. indossando abiti attillati o il costume in piscina) ;

(3) interrompere la pratica di vestirsi e svestirsi al buio;

(4) abbandonare i vestiti coprenti;

(5) partecipare ad attività che implichino un certo grado di esposizione del corpo (per es. nuotare) ed eseguirne altre che richiedano la consapevolezza e l'accettazione del proprio corpo (per es. applicare una lozione per il corpo, farsi fare un massaggio, prendere lezioni di yoga) .

L'esposizione progressiva del proprio corpo si associa in genere a una graduale diminuzione della preoccupazione per la forma del corpo, perché le conseguenze temute quasi sempre non si verificano, e a un miglioramento dell'immagine corporea, della socializzazione e della fiducia in se stessi.

Riccardo Dalle Grave
(Responsabile dell'unità di riabilitazione e nutrizione della casa di cura Villa Garda e responsabile scientifico dell'Associazione italiana dei disturbi dell'alimentazione e del peso)

Fonte: Nutrizione33



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