Fitness in acqua: con o senza musica?

24 novembre 2015
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Fitness in acqua: con o senza musica?



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Da quando è nata, l'attività di fitness in acqua viaggia serena e dibattuta, ponendosi il dubbio se sia preferibile svolgere gli esercizi liberamente in acqua o se sia meglio eseguirli seguendo un tempo musicale. Difficile dare una risposta certa, ma è sicuro che diventa obbligatorio valutare tutti gli aspetti che devono influire sulla scelta. Indipendentemente dal tipo di attività proposta, ogni piscina potrebbe non presentare le condizioni adatte allo svolgimento di un certo tipo di proposta. L'errore (e in questo caso la parola giusta è proprio questa!) è quello di presumere che ogni attività vada bene in ogni ambiente. Chiunque fosse orientato in questa direzione è bene che si allontani rapidamente dal mondo acquatico o che, perlomeno, ci entri solo dopo un accurato periodo di osservazione dell'ambiente in cui vorrà inserirsi. Infatti, le piscine non sono mai tutte uguali, non hanno condizioni standard e ognuna è influenzata dalla maggiore o minore profondità dell'acqua e del tipo di pavimentazione. In questo modo possono esistere condizioni apparentemente simili ma in realtà differenti, tali da far risultare un'attività bellissima o inefficace se svolta senza attenzione.

PARAMETRI DA VALUTARE

Quali sono, quindi, i parametri da valutare, prima ancora di vedere quello "musicale"? Partiamo dalla profondità reale (altezza oggettiva) e relativadell'acqua: bisogna verificare a quale profondità l'allievo andrà a operare in vasca; bisogna valutare e osservare se tale altezza sia uniforme o differenziata in funzione del punto di immersione del cliente. Infatti, un esercizio svolto a un metro di profondità o a un metro e quaranta modifica completamente appoggi e intensità di un gesto, così come la reale possibilità di muoversi a tempo di musica o di spostarsi da un appoggio a un altro. Inoltre, bisogna considerare l'altezza relativa, ossia quanto è alta una persona. Sembra banale, ma per rendere pratica la situazione basti immaginare che una persona alta trova bassa un'acqua che una persona bassa trova alta: la profondità dell'acqua arriva in punti diversi a seconda di quanto si è alti. Provando a dare una regola, dobbiamo immaginare che quanto più la profondità relativa (quella soggettiva di ciascuno) è elevata, tanto meno sarà possibile svolgere esercizi in acqua con tempi di esecuzione terrestre (ancorché rallentati) . Gli spostamenti saranno molto difficili, inefficaci e limitati nello spazio. Saranno possibili invece movimenti sul posto e tutte le azioni dinamiche (corsa, salti...) troveranno possibilità di applicazione senza controindicazioni traumatiche. Per quanto detto risulta quindi facile immaginare che un'attività in acqua relativamente bassa potrà più facilmente essere eseguita a tempo di musica.

Il problema di chi insegna è che sovente le piscine hanno profondità diverse per venire incontro alle esigenze natatorie e che quindi all'interno dello stesso "contenitore lezione" si trovino persone che dovrebbero svolgere la stessa attività con acqua però ad altezza diversa, falsando così la realtà attesa dalla proposta di un esercizio.

In questi casi è sicuramente consigliabile un'attività non musicale con guida dell'insegnante rivolta all'esecuzione del gesto al massimo delle possibilità in funzione degli esercizi proposti. Una musica di sottofondo ritmata può conciliare le fasi di recupero che potrebbero, se svolte eseguendo esercizi semplici di corsa o movimenti con le braccia, avere anche esecuzione che segue il tempo musicale.

La proposta di attività musicali indipendentemente dall'ambiente è una "chimera delle piscine"; tali attività, oltre a non considerare questi fattori, ancora peggio, non considerano le variabili individuali che in attività come quelle "terrestri" non hanno troppo significato ma in acqua sono fondamentali, e cioè, oltre all'altezza della persona, l'acquaticità (predisposizione naturale al movimento in acqua), capacità natatorie (sapersi muovere in acqua, saper nuotare...) costituzione fisica, che incide sulla possibilità di esprimere gesti tecnici in acqua grazie a un minore o maggiore galleggiamento, e, non ultima, la propensione acquatica di ciascuno. L'insegnante attratto da un'elevata efficacia ludica di un'attività, affinché questa non esaurisca il suo entusiasmo in poco tempo, non potrà non tenere conto di tutti questi fattori.

ATTIVITÀ EFFICACI

Diviene quindi problematica la realizzazione di attività musicali efficaci all'interno di un ambiente acqua? No, a patto che l'insegnante osservi alcune fondamentali regole: provare in prima persona in acqua, trovare un modo adeguato per farsi capire attraverso una dimostrazione sul bordo vasca che risulti chiara e comprensibile anche agli allievi in acqua e soprattutto osservi la reale esecuzione dei gesti da parte degli allievi, e quindi si comporti di conseguenza adattando le scelte future in funzione della reale possibilità degli stessi a eseguire "gli ordini".

Quando, allora, è preferibile utilizzare la musica?

Dopo quanto scritto si presupporrebbe che l'attività musicale in piscina sia meno efficace su un gruppo di persone eterogenee come quelle usualmente presenti nelle lezioni di fitness in acqua, e in effetti è così. Però la stimolazione del gesto motorio attraverso un'esecuzione musicale dello stesso è molto importante dal punto di vista emozionale, e diviene quindi fondamentale sfruttarlo al meglio. Come?

In primo luogo dobbiamo ricercare velocità dei brani musicali che siano adatte agli esercizi che si vorranno proporre. Per esempio: correre dove l'acqua è molto bassa (altezza delle anche) permette velocità più alte rispetto a una profondità dell'acqua maggiore (altezza delle spalle) .

Il primo suggerimento è di utilizzare brani a velocità differente in funzione delle proposte di gesti motori acquatici che necessiteranno di velocità più lente per poter dare il tempo di eseguire tutto l'arco del movimento previsto (ad esempio, oscillazioni avanti- indietro delle gambe) o più alte per poter risultare efficaci dal punto di vista di training (ad esempio, la corsa sul posto) . La proposta di brani uniformi per velocità, seppur esistente la possibilità di lavorare a tempo o a mezzo tempo, limita comunque la possibilità di raffinare le proprie proposte. Il suggerimento di selezionare brani a velocità diverse è indispensabile quando la profondità dell'acqua a cui si lavora è sempre diversa (oggettiva e relativa) .

La musica è importante ma affinché sia "quella marcia in più" deve essere utilizzata bene. Strategie per l'insegnante? Eccole.

1) selezionare il o i brani ed entrare fisicamente in acqua per provare quali esercizi "stanno" nella velocità di quel brano.

2) provare "a secco" la simulazione dimostrativa degli stessi esercizi davanti allo specchio per verificare se effettivamente quello che si pensa di proporre sia quello che gli allievi realisticamente vedono. È infatti diversa la percezione del proprio gesto su sé stessi dalla visualizzazione di un gesto così come realmente appare. Inoltre, è un modo indicato per valutare l'efficacia didattica della proposta, simulandone gli effetti dove ovviamente l'acqua non c'è.

3) verificare che le persone siano in grado di comprendere ciò che noi "diciamo" con il corpo e con le parole e modificare la comunicazione ove necessario per farsi comprendere meglio.

4) fondamentale è la qualità del suono della musica nelle piscine. Talvolta trascurato, questo aspetto modifica molto la qualità delle lezioni, in quanto l'ambiente piscina non è "costante" ma è sottoposto a molte variabili che influenzano l'ascolto (persone che si muovono, gente che nuota intorno, rumori di sottofondo della vasca...) e non curare questo aspetto è un errore grave. Solo l'insegnante esperto può consigliare dove mettere la fonte emittente il suono, talvolta anche più dei presunti "esperti" installatori perché, non conoscendo loro il mondo del fitness in acqua, presuppongono valori che non tengono conto né delle attività né dei fruitori perché non è loro compito saperlo, ma i risultati sovente sono deludenti. È impossibile dare a priori informazioni specifiche perché ogni impianto è diverso sia come materiali di costruzione che come dimensioni, ma sicuramente impianti audio adatti all'umidità sono il primo e sicuro consiglio. L'insegnante che vorrà fare lezione con la musica dovrà assolutamente verificarne l'efficacia e, ove possibile modificarla al meglio o, se non si può, fare di necessità virtù. L'acqua e il fitness hanno bisogno di divertimento ed efficacia. La musica è una splendida "arma" a disposizione dell'entusiasmo: usiamola bene.

Paolo Michieletto
(docente universitario presso la Facoltà di Scienze Motorie di Torino della materia Fitness in acqua)



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