Malattie degenerative: scoperti meccanismi di vulnerabilità cellulare

10 aprile 2021
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Malattie degenerative: scoperti meccanismi di vulnerabilità cellulare



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Scoperti due meccanismi che possono contribuire allo sviluppo di malattie neurodegenerative


Due studi pubblicati su EMBO Reports e Cell Stress & Chaperones e diretti da Serena Carra dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, mostrano due meccanismi che possono contribuire allo sviluppo di malattie neurodegenerative come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la malattia di Alzheimer, la demenza frontotemporale e alcune miopatie. «Siamo soddisfatti di aver aggiunto conoscenza in un campo in cui in realtà sappiamo ancora molto poco, ovvero come mutazioni genetiche e fattori ambientali portano alla morte cellulare e allo sviluppo delle patologie neurodegenerative. Queste risposte contribuiranno a porre le basi per il disegno di trattamenti terapeutici basati sull'uso di 'cocktail' di composti» afferma Carra.

I ricercatori hanno individuato due meccanismi che fanno sì che la cellula risponda in modo corretto in condizioni di stress, come in presenza di agenti ossidanti, aumento della temperatura, infezioni virali o esposizione a metalli pesanti. In tali casi, infatti, le cellule riorganizzano rapidamente le loro funzioni al fine di adattarsi al cambiamento, e per farlo devono anche promuovere la produzione di nuove proteine ed acidi nucleici in organelli come i granuli da stress e i nucleoli. Se però questi organelli non riescono a svolgere la loro funzione nel tempo si formano aggregati che contribuiscono alla morte della cellula. Dei due meccanismi scoperti dai ricercatori, il primo coinvolge due proteine, HSP90 e DYRK3. Queste sono necessarie per garantire che i granuli da stress vengano smantellati dopo l'esposizione allo stress e che quindi le cellule possano ricominciare a svolgere la loro normale attività. Gli esperti hanno osservato che nei pazienti che soffrono di Sla i livelli di espressione di DYRK3 sono ridotti in maniera notevole. Il secondo meccanismo coinvolge invece un'altra proteina, chiamata listerina1, e il sistema che controlla la corretta funzionalità dei ribosomi. Questi due elementi sarebbero proprio i responsabili di una maggiore vulnerabilità dei nucleoli alle condizioni di stress esterne.

Fonte: Doctor33

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