Cani da compagnia: di moda l'ibrido 'anallergico'

03 giugno 2022
Aggiornamenti e focus

Cani da compagnia: di moda l'ibrido 'anallergico'



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Confronto tra proprietari di ibridi di design e proprietari di cani di razza pura


Uno studio inglese mette a confronto i comportamenti e le motivazioni di acquisto dichiarate dai proprietari di ibridi di design con quelle dei proprietari di cani di razza pura. La domanda di incroci 'di razza', spesso etichettati come "ibridi di design" (pensiamo per esempio al "Labradoodle", frutto tra un incrocio 'iperbrandizzato' tra Labrador Retriever e Barboncino o al "Cavapoo", nato da un barboncino incrociato con un Cavalier King Charles Spaniel), sta progressivamente aumentando nel Regno Unito.

Da qui uno studio che si ripropone di esplorare il fenomeno, rintracciandone le cause anche nel confronto tra proprietari di ibridi di design e proprietari di cani di razza pura. Con l'intento di comprenderne le motivazioni e comportamenti pre e post acquisto. Dal confronto sono emerse evidenze interessanti. In primis relativamente alla motivazione della scelta: tra le reason why più gettonate compare la caratteristica dell'ipoallergenicità, indicata da quasi la metà dei proprietari di incroci di designer (47,1%). Mentre tra i proprietari di cani di razza si ferma al 7,86%. E pare valgano a poco le prove scientifica dell'infondatezza di una tale credenza: i dati suggeriscono, infatti, che i livelli di allergene canino CanF1 non differiscono in modo significativo tra le famiglie con razze "ipoallergeniche" e "non ipoallergeniche", inclusa quella dei barboncini standard, in miniatura e giocattolo1).

Differenze tra i due cluster sono state individuate anche per quanto attiene ai canali di vendita: per gli ibridi pare spopolino gli acquisti online su un sito web di vendita generico, non così per i cuccioli di razza pura, per cui esistono canali web più specializzati. Inoltre, è emerso che i proprietari di incroci di designer avevano meno probabilità di vedere il loro cucciolo di persona prima dell'acquisto rispetto ai proprietari dei purosangue; meno frequente anche la possibilità che dei cuccioli ibridi si vedano la madre (73,1% contro 79,8%) e i compagni di cucciolata (rispettivamente 67,7% vs 78,1%). Nonostante, questo gli incroci di design hanno un prezzo di acquisto significativamente più alto, ben il 25,7% di essi è venduto a un prezzo che oscilla tra le 2000 e le 2999 sterline, mentre la percentuale dei cuccioli di razza pura con tali quotazioni scende al 15,1%.

Alla luce delle risposte fornite dal campione, lo studio è giunto a una duplice conclusione. Da una parte, ha constatato come il recente boom degli incroci di designer nel Regno Unito è stato alimentato dal desiderio di cani percepiti ipoallergenici e generalmente sani che si adattano allo stile di vita delle famiglie con bambini e un'esperienza limitata con i cani. Tuttavia, poiché alcune prerogative ricercate negli incroci (maggior vigore e ipoallergenicità) sono idee sbagliate, il benessere dell'animale può seriamente essere messo a repentaglio, esponendo il cane a rischio rinuncia se le aspettative del proprietario non vengono soddisfatte.

Inoltre, ed eccoci al secondo punto conclusivo, le pratiche di acquisto che alimentano questo boom supportano pratiche di allevamento e vendita irresponsabili, che combinate con una ridotta pressione per i test sanitari da parte degli acquirenti, possono comportare un carico di malattie più elevato e un benessere futuro più povero per questa popolazione di cani di design in crescita.

Fonte: Veterinaria33

Riferimenti bibliografici:



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