Il trattamento del dolore cronico con paracetamolo nell’adulto

04 novembre 2022
Aggiornamenti e focus, Speciale Paracetamolo

Il trattamento del dolore cronico con paracetamolo nell’adulto



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Contrariamente al dolore acuto, che rappresenta una risposta fisiologica dell'organismo a uno stimolo lesivo, il dolore cronico può essere considerato "uno stato di malattia a sé stante", secondo la Federazione Europea del Dolore (EFIC). Supera il tempo di guarigione che ci si aspetta da una patologia o da una lesione e, spesso, non è caratterizzato da cause facilmente riconoscibili. L'osteoartrite rappresenta la condizione più diffusa che provoca dolore cronico. (1)

Il dolore cronico lombare ricopre un ruolo significativo nella disabilità associata al dolore: è la prima causa di disabilità nel mondo. Si tratta di una sindrome complessa, che in parte è correlata alla presenza di osteoartrite, ma che può essere dovuta ad altre cause, come la presenza di anomalie a livello dei dischi intervertebrali e altre strutture anatomiche di quell'area corporea. Circa il 90% dei pazienti che lamenta dolore alla zona lombare hanno infatti un disturbo non specifico. (1)

La gestione del dolore cronico e ricorrente richiede un approccio graduale, con un trattamento iniziale con paracetamolo ed eventuali altri agenti ad azione topica, come raccomandato da diverse linee guida. (1)

Diversi studi hanno messo a confronto l'efficacia analgesica e la sicurezza del paracetamolo rispetto a placebo e ai FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) nel trattamento del dolore cronico. Ad oggi, il paracetamolo continua ad essere prescritto, clinicamente testato e raccomandato da diverse linee guida pratiche basate sull'opinione di esperti e revisioni della letteratura. (1)

Le linee guida Evidence Based Medicine raccomandano l'uso di paracetamolo come trattamento di prima linea nel dolore cronico lombare, Il gruppo di interesse della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva supporta l'utilizzo di paracetamolo nel trattamento del dolore cronico non oncologico. (1)

Per quanto riguarda il dolore associato alla presenza di osteoartrite, il paracetamolo è raccomandato in forma condizionata dalle linee guida dell'American College of Rheumatology/Arthritis per il trattamento del dolore da osteoartrite di mano, anca o ginocchio, a una dose massima di 3 g/die, in particolare in quei pazienti per cui sono le opzioni terapeutiche sono ridotte a causa di controindicazioni all'uso di FANS. (1)

Nonostante alcuni studi sembrino mettere in dubbio l'efficacia di paracetamolo per il trattamento di alcune tipologie di dolore cronico, le società internazionali tra cui la British Royal College of General Practitioners, la Primary Care Rheumatology Society, e la British Society for Rheumatology convengono sulla sua necessaria presenza all'interno delle linee guida: una rimozione del paracetamolo come farmaco raccomandato in questo setting, infatti, porterebbe a conseguenze difficili da prevedere, tra cui per esempio un incremento nella prescrizione e nell'uso di FANS e oppiacei. (1)

In particolare, questa preoccupazione risulta ancora più pressante quando ci si rivolge a una popolazione anziana. L'American Geriatric Society raccomanda infatti estrema cautela nella somministrazione di FANS nelle persone con età avanzata, a causa dei frequenti eventi avversi a livello gastrointestinale, cardiovascolare e renale e al conseguente elevato rischio di ospedalizzazione. Anche in questo setting, il paracetamolo viene raccomandato come farmaco di prima linea nel trattamento del dolore persistente, proprio grazie al profilo di sicurezza favorevole. (1)



Bibliografia

  1. Freo U, et al. Paracetamol: A Review of Guideline Recommendations. J Clin Med. 2021 Jul 31;10(15):3420.

  2. Scaglione F. Razionale farmacologico per l'uso clinico del paracetamolo. Clinical Practice n. 01 - 2022. https://clinicalpractice.it/storage/app/media/pdf/20220324_ClinicalPractice_articolo-paracetamolo-web.pdf




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