Sulla neve con il cane: regole e sicurezza

29 gennaio 2023
Aggiornamenti e focus

Sulla neve con il cane: regole e sicurezza



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I recenti dati dimostrano come dopo la crisi pandemica si stia assistendo al ritorno dell'afflusso turistico verso le località sciistiche. Che sia solo per un week end o per più giorni, molti scelgono di spostarsi anche con il proprio cane. Così come per le vacanze estive, anche quelle sulla neve si trascorrono in luoghi caratterizzati da peculiari condizioni ambientali che non devono fare trovare impreparati i proprietari.

Un'attenta pianificazione del viaggio


Agire con anticipo è importante quando si decide di spostarsi con il proprio cane. Alcune attività in fase di pianificazione del viaggio possono essere svolte dai proprietari, altre richiedono la consulenza medico veterinaria. I primi potranno effettuare ricerche volte a individuare le strutture recettive montane dog friendly diverse delle quali offrono ulteriori servizi dedicati come quello di dog sitting. Prima della partenza è consigliabile salvare sui propri dispositivi le coordinate delle strutture veterinarie presenti nei dintorni del luogo di destinazione per non essere impreparati in caso di necessità. La consulenza medico veterinaria con sufficiente anticipo prima della partenza consente la valutazione dello stato di salute del pet ottenendo così informazioni e consigli mirati per singolo esemplare a partire dalla possibilità, o meno, della sua movimentazione. Particolari fasce d'età, condizioni para fisiologiche e patologiche potrebbero infatti esporre il cane a una maggior probabilità di stress, traumi e patologie anche legate alle specificità dell'ambiente montano invernale.

Peculiarità ambientali e salute del cane


Il medico veterinario potrà così fornire una ricca serie di consigli e raccomandazioni frutto di riflessioni che uniscono le singole peculiarità del pet con le caratteristiche dell'ambiente montano. Si pensi ad esempio alle differenze che intercorrono tra i mantelli nelle varie razze canine, dalla lunghezza alla presenza o assenza di pelo e sottopelo folti. Questi parametri, uniti all'età, alla taglia, allo stato di salute del singolo esemplare e alle temperature critiche minime per singola razza, si tradurranno in nozioni pratiche da non dimenticare durante le attività all'aperto. Durante la stagione fredda in quota sarà infatti opportuno evitare in primis i danni conseguenti al freddo come l'ipotermia e il congelamento. Andranno così ben valutate le tipologie e la durata delle attività da praticare con il proprio cane. Per alcuni esemplari potrà essere consigliato l'utilizzo di abiti tecnici volti a supportare il mantenimento della fisiologica temperatura corporea. Tra le accortezze più semplici si consiglia di avere sempre a disposizione un asciugamano asciutto al fine di rimuovere eventuali accumuli di ghiaccio o neve dagli spazi interdigitali e dal pelo. La neve rappresenta spesso un'irresistibile novità per molti cani, attenzione all'eventuale ingestione alla quale può fare seguito una sintomatologia gastroenterica di grado variabile. Attenzione che dovrà essere estesa anche a quei mix di sale e altri minerali utilizzati per rendere agibili le strade; in caso di loro ingestione possono comparire sintomi tra i quali vomito, letargia, fino alle convulsioni. Non vi sono studi scientifici specificatamente incentrati sui più comuni infortuni che colpiscono i cani portati in vacanza sulla neve ma interessanti spunti di riflessione derivano sia da singoli casi clinici sia da ricerche condotte su quelle categorie che svolgono attività di routine in questi ambienti (sleddog e ricerca). I movimenti effettuati su superfici fredde e non sempre stabili possono infatti favorire la comparsa di lesioni a carico delle strutture muscolari, tendinee, legamentose (es. collaterali e crociati) e ossee senza dimenticare il possibile acuirsi di sintomi legati a condizioni preesistenti come l'osteoartrosi. Sia gli arti anteriori sia quelli posteriori possono essere colpiti, dalle porzioni anatomiche più dorsali fino alle estremità a contatto con il terreno. Proprio le zampe, a causa del contatto diretto con il substrato, possono subire differenti e meritano dunque una costante vigilanza. Sono noti traumi di diversa natura, dermatiti e lacerazioni podali da ghiaccio o sale. Alle zampe va rivolta una semplice ma attenta cura di base che consiste nel controllo visivo, nella pulizia e risciacquo con acqua tiepida per rimuovere eventuale sale presente e nell'utilizzo di specifici prodotti per cani che si presentano facili da applicare e che consentono sia di idratare la cute sia di aumentarne l'isolamento dai possibili insulti esterni. L'utilizzo di scarpette tecniche è da valutare con cura e caso per caso ricordando anche che per alcuni esemplari potrebbe essere inoltre necessario un tempo d'adattamento di alcuni giorni per il corretto utilizzo. Tra le specifiche condizioni legate agli ambienti innevati vi è anche una fotocheratite nota come "snow blindness" che consegue alla riflessione dei raggi UV sui substrati chiari come neve e ghiaccio. Questa condizione, ben nota nella casistica umana con i soggetti colpiti da improvvisa diminuzione della capacità visiva, è oggetto di discussione nel cane e altresì meritoria di attenzione.

Tra regole e sicurezza per tutti gli animali

Una vacanza sicura passa anche attraverso i corretti comportamenti da mantenere durante le passeggiate con il proprio cane. In aggiunta alle norme territoriali vigenti non bisognerà dimenticare quelle in vigore laddove un territorio ricada all'interno di una zona protetta. In questi luoghi vigono infatti precise regole specificatamente dedicate alla gestione dei cani di proprietà all'aperto con limitazioni che possono riguardare anche la stagionalità e i singoli sentieri percorribili. Queste norme hanno il fine di diminuire la possibilità di interazioni, dirette e indirette, tra il pet e la fauna selvatica. Tra le regole più diffuse vi sono l'obbligo di guinzaglio, di museruola, di raccolta delle deiezioni e di portare con sé il libretto sanitario veterinario. Anche nelle aree non protette è però opportuno diminuire il rischio di un eventuale smarrimento del pet che si ritroverebbe in un territorio che per caratteristiche morfologiche sarebbe complesso da pattugliare in caso di smarrimento. Oltre dunque al microchip obbligatorio, l'utilizzo del guinzaglio e di altri strumenti aggiuntivi quali medagliette, sistemi GPS portatili fino a indumenti per pet dotati di sistemi catarifrangenti o illuminati, possono consentire un maggior controllo durante le escursioni.



Alessio Arbuatti
Medico veterinario ANMVI


fonte: Farmacista33




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