Giocare d’anticipo sul Parkinson

27 novembre 2009
Aggiornamenti e focus

Giocare d’anticipo sul Parkinson



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La malattia di Parkinson è apparentemente nota a tutti e nell'immaginario collettivo coincide con il tremore. Nella realtà esistono manifestazioni ancora più importanti della malattia, dai dolori alle cadute, dalla lentezza nei movimenti ai muscoli rigidi, fino alla difficoltà a scrivere e vestirsi. Ed esistono segnali premonitori, sottovalutati dalla maggior parte delle persone. Il risultato è che in Italia il 25% dei malati di Parkinson non sa di soffrirne. Intanto la patologia colpisce 300 mila italiani, uomini una volta e mezzo più delle donne, e avanza al ritmo di 6mila nuovi casi all'anno, con un dato sorprendente il Parkinson non riguarda solo gli anziani: un quarto dei pazienti ha meno di 50 anni, uno su 10 è under 40. Numeri emblematici che sono stati forniti in occasione della prima Giornata nazionale della malattia di Parkinson che si celebrerà sabato 28 novembre con 57 centri specialistici aperti al pubblico. L'evento è promosso dalla Limpe (Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze). Il dichiarato intento dell'iniziativa è quello di diffondere la conoscenza della malattia e sensibilizzare sull'importanza di diagnosticarla il prima possibile.

I sintomi per cominciare. Il tremore è quello più noto e si manifesta più spesso in una mano quando l'arto è a riposo. Ma non è il solo. Uno dei segnali più comuni è la micrografia, ossia la scrittura che si rimpicciolisce, mentre altre volte il disturbo d'esordio è un dolore a una spalla, ove si sviluppa una vera e propria artrosi. Esistono poi una serie di sintomi legati allo svolgersi di pratiche quotidiane: fare fatica ad alzarsi da una sedia, a scendere dalla macchina, a girarsi nel letto, a radersi o a cucire. Oggi inoltre è noto che una serie di sintomi non motori precedono la comparsa dei disturbi del movimento. A causa dell'interessamento del bulbo olfattorio molti pazienti sentono poco gli odori, in più spesso i sintomi motori sono preceduti dalla depressione. Può essere sospetta, per esempio, la depressione resistente al trattamento con antidepressivi, se il paziente ha 60 anni e non ne ha mai sofferto prima. Ma anche sintomi banali come la stipsi, se risulta resistente a qualsiasi trattamento o non si riesce a spiegarne la causa e la cosiddetta ipotensione ortostatica, lo sbalzo presso rio quando da seduti ci si alza in piedi, possono precedere i sintomi motori del Parkinson di alcuni anni. Ma come si scopre il Parkinson?

La diagnosi si basa essenzialmente sui sintomi. Gli esami strumentali possono essere utili per escludere numerose altre patologie che possono avere gli stessi sintomi della malattia, pur avendo cause differenti. Esiste poi una nuova metodica di immagine funzionale (DaTSCAN) in grado di confermare o escludere la compromissione del sistema dopaminergico, chi ha il Parkinson infatti produce sempre meno dopamina, anche in uno stadio precoce della malattia. Non si tratta di un esame conclusivo nella diagnosi di Parkinson, ma una buona visita neurologica con l'ausilio dell'esame SPECT con DaTSCAN può portare a una diagnosi molto accurata. La diagnosi precoce, precisano gli esperti, è fondamentale, per questo bisogna fare di tutto per abbassare la percentuale di pazienti soprattutto giovani che non sanno di essere malati perché i sintomi sono leggeri e confondibili con altri e che arrivano a una diagnosi certa con troppo ritardo. Dalla malattia di Parkinson ancora oggi non si guarisce, tuttavia le terapie moderne stanno facendo progressi importanti e arrivare alla terapia per tempo è cruciale.

Marco Malagutti

Conferenza stampa, Milano 26 novembre



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