Il look che rende allergici

05 aprile 2007
Aggiornamenti e focus

Il look che rende allergici



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Il pericolo che può derivare dalle tinture per capelli è noto. Ecco perché da tempo si richiedono più verifiche sulla sicurezza. Richieste cui la Commissione europea ha dato una risposta attraverso i dati raccolti dal suo Comitato scientifico per i prodotti destinati al consumatore (Cspc). Il Comitato ha valutato il rischio allergie associato a 46 sostanze utilizzate nelle tinture, concludendo che "10 sono estremamente sensibilizzanti, 13 fortemente sensibilizzanti e 4 moderatamente sensibilizzanti. Dove per sensibilizzazione si intende il processo attraverso cui l'organismo di una persona sviluppa una sorta di intolleranza a sostanze che generalmente non creano problemi. E un loro componente in particolare la parafenilendiammina (PPD) è da tempo nell'occhio del ciclone. Se ne è occupato recentemente per fare il punto della situazione, un'editoriale del British Medical Journal scritto dai dermatologi del St john's Institute of Dermatology di Londra, che conferma i dubbi sulla sostanza.

Le norme in vigore


L'uso del prodotto è piuttosto comune ed è in uso da oltre 100 anni, premettono i medici londinesi. Del resto la PPD così come altri composti appartenenti alla famiglia delle ammine aromatiche sono i reagenti più comuni nelle tinture permanenti e oltre i due terzi di questi composti contengono PPD. Il suo pregio è legato al basso peso molecolare e alla sua conseguente capacità di penetrare nel fusto e nel follicolo del capello, di legare le proteine e di formare polimeri con altre molecole di PPD. Le stesse ragioni che lo rendono un allergene da contatto e dei più pericolosi. In diversi paesi europei l'uso della PPD è stato alternativamente proibito e riammesso, in particolare la proibizione ha riguardato paesi come la Germania, la Francia e la Svezia. E proprio in Svezia è stato condotto uno degli studi più importanti in materia, con particolare riferimento ai rischi per i parrucchieri, che manipolano inevitabilmente le ammine aromatiche presenti nelle tinture per capelli. La legislazione europea comunque attualmente tollera un limite entro il 6% nella composizione della tinta. Il problema è che non esistono alternative altrettanto valide. Ma come si manifesta l'allergia?

Quali rischi


Il paziente con allergia indotta dalle tinte presenta sintomi che variano da un lieve prurito a un diffuso arrossamento e gonfiore del viso nei casi più gravi. Ma il fatto veramente inquietante, spiegano i dermatologi londinesi, è che le reazioni allergiche di questo tipo sono in aumento. I dati più recenti parlano di un aumento del 7,1% negli ultimi sei anni a Londra. Ma anche altri paesi europei, dal Belgio al Portogallo, confermano questo trend. Un trend che non può essere attribuito solo all'esposizione occupazionale, quella dei parrucchieri appunto, ne al diffondersi dei tatuaggi non permanenti, che contengono alte concentrazioni di PPD. Il fatto che allarma gli autori dell'editoriale è che il ricorso a questi prodotti avviene sempre più precocemente, in particolare tra i ragazzi. Negli Stati Uniti c'è stato un aumento del 25% in cinque anni dal 1998 tra i giovani maschi. Giocare a rinnovarsi continuamente il look, perciò, è molto in voga tra i teenager ma potrebbe avere delle ripercussioni. E gli studi più recenti parlano di reazioni piuttosto severe in particolare tra i più piccoli.
Un trend difficile da invertire, concludono i ricercatori, anche se la comunità scientifica e i legislatori, non possono abdicare al loro ruolo di indagine. Il pubblico dal canto suo dovrebbe prendere le opportune precauzioni. L'allarme esiste solo per persone sensibili e predisposte, ma prima di commettere degli errori è bene accertarsene. Per le aziende produttrici, comunque, è scattato l'ultimatum. Fino al 31 dicembre 2007 c'è tempo per inviare la documentazione relativa alle combinazioni di sostanze contenute nelle tinture permanenti. E per le tinture che resteranno senza dossier il bando è assicurato.

Marco Malagutti



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