Chi ha detto naso?

28 marzo 2003
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Chi ha detto naso?



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Si riconoscono dagli occhi rossi e gonfi, dagli starnuti e dalla quantità di fazzoletti che consumano: è la grande popolazione degli allergici che ogni anno torna, suo malgrado, rumorosamente alla ribalta. E' l'epoca del risveglio della natura e dei fastidiosi sintomi che accompagnano le allergie respiratorie causate soprattutto da pollini ma non mancano altri allergeni senza stagione: muffe, polvere domestica, peli animali.

Allergici si diventa


Essere allergici significa essere ipersensibili a una determinata sostanza, e il sistema immunitario è responsabile di questo effetto. L'organismo viene continuamente a contatto con sostanze estranee, gli antigeni, potenzialmente pericolosi per la salute; il sistema immunitario registra l'incontro producendo anticorpi specifici, e ogni volta che l'antigene si ripresenta sarà riconosciuto e bloccato dagli anticorpi. La reazione in sé è un evento positivo che protegge l'organismo, è anche il meccanismo su cui si basa la vaccinazione contro malattia: gli antigeni sono virus o batteri o porzioni di essi. Nel caso delle allergie il sistema immunitario agisce nello stesso modo contro gli antigeni, detti allergeni, ma prendendo un abbaglio in quanto attribuisce loro una pericolosità che non hanno. Produce quindi anticorpi, le immunoglobuline E (Ig E), specifici per ogni allergene che si fissano sulla superficie di particolari cellule coinvolte nella risposta immunitaria. Quando si entra nuovamente in contatto con l'allergene, le IgE specifiche lo riconoscono e lo bloccano, questa reazione innesca la produzione e il rilascio di istamina e manifestazione dei caratteristici sintomi dell'allergia. L'istamina agisce localmente: dilata i piccoli vasi sanguigni provocando arrossamento della congiuntiva degli occhi e gonfiore delle mucose; stimola le terminazioni nervose della mucosa nasale, da cui prurito e starnuti; sollecita le ghiandole della mucosa a produrre più muco; determina broncocostrizione con conseguente difficoltà respiratoria.
Si tratta di una reazione esagerata di ipersensibilità rispetto a un agente innocuo che può raggiungere estrema pericolosità nello shock anafilattico, una reazione sistemica (che riguarda l'organismo nel suo complesso) improvvisa su cui intervenire rapidamente.
Non tutti i soggetti sviluppano ipersensibilità ma esistono condizioni di familiarità, cioè una predisposizione ereditaria, e stati infiammatori delle zone interessate, causati da infezioni, inquinanti atmosferici, fumo, che favoriscono l'insorgenza di reazioni allergiche. Nell'ultimo decennio si è verificato un incremento della frequenza delle malattie allergiche, per le pollinosi si passa dal 5-7% all'8-10%, mentre per la rinite, dal 3-4% al 15%. La tendenza è coerente con la crescita dell'inquinamento soprattutto nelle aree urbane.

La rinite allergica


La manifestazione più diffusa delle reazioni allergiche respiratorie è la rinite allergica cioè l'infiammazione della mucosa nasale, in seguito a liberazione di istamina, con sintomi simili al raffreddore: secrezioni nasali molto liquide, naso congestionato, starnuti frequenti, prurito al palato, secchezza della gola, tosse. Spesso è accompagnata da arrossamento degli occhi con prurito, lacrimazione e fotofobia (congiuntivite allergica).
Si riconosce una forma allergica stagionale detta anche pollinosi, cioè legata a pollini o muffe che compaiono in certi periodi dell'anno. La rinite perenne invece non ha stagionalità ed è causata all'esposizione a fonti di allergeni sempre presenti, come acari della polvere, animali domestici.

A che cosa si è allergici

Gli allergeni più conosciuti sono i pollini e gli acari. La pollinosi è prevalentemente provocata da pollini di Graminacee per lo più selvatiche, seguono i pollini di ulivo, di faggio, di ontano, di betulla e di molte piante erbacee. Gli acari sono più insidiosi, in quanto non conoscono stagioni, convivono tranquillamente con l'uomo nelle abitazioni, si trovano nella polvere e vivono preferibilmente nei letti dove trovano le condizioni ideali; i loro escrementi liberati nell'aria e inalati sono agenti allergizzanti.
L'allergia a cani, gatti e ad altri animali domestici, non dipende tanto dal pelo (o dalle piume) che non è allergizzante, ma da ciò che esso veicola: saliva, forfora, frammenti di pelle morta. Si può essere allergici anche alle muffe: la reazione è causata dalle spore, piccole particelle trasportate dal vento che vengono inalate allo stesso modo dei pollini.

Come riconoscerli

La sintomatologia racconta abbastanza affinché un medico sia in grado di diagnosticare la presenza di una reazione allergica; la familiarità, la periodicità e la frequenza possono essere evidenze a favore della diagnosi. Anche la rinoscopia della mucosa nasale è rivelatrice: compare edematosa, di colore variabile tra il rosa e il bianco violaceo. Per non avere dubbi e soprattutto per individuare l'allergene che scatena la reazione si possono eseguire test cutanei e test di ricerca di IgE specifiche.
Per effettuare le prove cutanee, o prick test, si praticano leggerissime lesioni, non sanguinanti sull'interno dell'avambraccio, su ognuna delle quali si applica una goccia di soluzione acquosa dell'allergene. Se nell'arco di 10-20 minuti compare, in corrispondenza dell'applicazione un ponfo roseo pruriginoso si dimostra un'allergia a quella sostanza: evidentemente il sistema immunitario ha già elaborato IgE specifiche ed è pronto ad aggredire il presunto e riconosciuto nemico. In alternativa si può eseguire il patch test: applicazione di un cerotto contenente l'allergene rilasciato lentamente; il risultato è chiaro dopo 48 ore.
La ricerca di anticorpi specifici si esegue su campioni di sangue, si effettua mediante test di radioallergoassorbimento (RAST test) o test immunoenzimatico. In caso di incoerenza tra sintomi ed esiti dei test si ricorre al test di provocazione: l'allergene viene somministrato direttamente nell'occhio, o, per inalazione, nel naso o nei bronchi.

Curarsi si può

Le allergie si possono affrontare sotto due aspetti.
Si può intervenire sui sintomi con trattamenti antistaminici, che bloccano l'azione dell'istamina, o con decongestionanti, vasocostrittori che riducono il diametro dei vasi e limitano la congestione nasale. Inoltre l'azione antinfiammatoria dei corticosteroidi attenua i sintomi della rinite allergica e dell'asma allergico, perché blocca l'attività del sistema immunitario.
L'approccio immunoterapico consiste invece nella desensibilizzazione all'allergene specifico mediante somministrazione sottocutanea di dosi crescenti dell'allergene stesso. Questa prassi mira a contenere la risposta immunitari abituando il sistema immunitario alla presenza dell'allergene. Purtroppo la terapia immunologica non sempre è efficace e durante il trattamento possono comparire i segnali di una reazione allergica come effetti collaterali del trattamento. Tuttavia più recentemente è stata rivalutata alla luce dei risultati di diversi studi. Certo ci vuole tempo, e nell'attesa meglio non trascurare i sintomatici.

Simona Zazzetta



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