Allergia per troppa pulizia

01 aprile 2005
Aggiornamenti e focus

Allergia per troppa pulizia



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Le manifestazioni allergiche sono dovute a un'eccessiva reattività del sistema immunitario. Molti ritengono che questa si presenti su base genetica, altri che invece sia principalmente un portato dell'ambiente. Più semplicemente, le cognizioni attuali sembrano indicare un'interazione dei due aspetti. Tuttavia, per spiegare l'aumento di questi disturbi non si può fare a meno di guardare all'ambiente, e tra gli aspetti ambientali vi è anche la maggiore igiene rispetto al passato delle società occidentali. La maggiore igiene significa minori contatti con i microbi e, insomma, un ambiente in cui il sistema immunitario ha, per così dire, meno occasioni di allenarsi, perché privato dei suoi nemici naturali. Recentemente questo rapporto tra l'igiene e la dermatite atopica, una delle forma allergiche più diffuse, è stato affrontato da un articolo del British Journal of Dermatology, che ha cercato di ricostruire un quadro completo a partire dai molti studi condotti su singoli aspetti.

Il ruolo della flora intestinale


Uno dei primi fattori presi in considerazione è il fatto che diverse ricerche mostravano che tanti più fratelli e sorelle si hanno, tanto minore è il rischio di dermatite atopica. Il fenomeno è spiegato, dai sostenitori della teoria, in quanto con tanti bambini in casa è chiaro che vi è una superiore frequenza di contatti con microbi di varia natura. D'altra parte, non vi sono prove che subire certe infezioni da piccoli prevenga la malattia: anzi, alcune infezioni ne aumentano la frequenza. E' il caso, per esempio, della polmonite, delle infezioni intestinali, ma anche di pertosse e morbillo. E' vero che chi è cresciuto con un cane, ed è stato esposto quindi esposto alle proteine superficiali dei batteri, chiamate endotossine, mostra una minore propensione alla dermatite; però, i ricercatori spiegano la cosa con il fatto che mentre un'esposizione moderata può sviluppare le corrette reazioni del sistema immunitario, un'esposizione tale da provocare vere e proprie infezioni può essere nociva. La chiave potrebbe essere la microflora intestinale, come confermerebbe il fatto che l'uso di antibiotici, che la alterano inevitabilmente, peggiori la situazione, mentre l'uso nell'infanzia dei latticini arricchiti di bacilli probiotici (Lactobacillus GG e simili) non solo sembra prevenire la dermatite atopica, ma ne riduce le manifestazioni quando è già presente.

Poche prove sulle vaccinazioni


Quanto all'igiene personale propriamente detta, secondo gli autori non vi sono prove degne di questo nome. Senz'altro alcuni studi indicano che l'eccessivo lavaggio delle mani possa favorire il disturbo, ma si osserva giustamente che questo potrebbe essere dovuto più all'azione irritante dei detergenti usati piuttosto che alla minore intimità con i microbi. Un altro capitolo riguarda infine le vaccinazioni, visto che un paio di analisi condotte in Gran Bretagna avevano mostrato un certo aumento della dermatite tra i bambini che avevano ricevuto il vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse, mentre non vi erano segnalazione per le altre vaccinazioni praticate di routine. L'unica cosa sulla quale gli autori ritengono di poter dare un'indicazione utile riguarda l'uso degli antibiotici. A loro avviso, nei bambini piccoli l'impiego andrebbe ponderato, soprattutto se nella famiglia ci sono precedenti di dermatite allergica. Ma d'altra parte, a quanto sembra, nei bambini se ne impiegano anche troppi. Per il resto, finché non si condurranno studi più stringenti, sulla base delle conoscenze attuali è arduo incolpare la pulizia.

Sveva Prati



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