Cuccioli irritanti

26 marzo 2004
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Cuccioli irritanti



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Il gatto vi fa starnutire? Potrebbe trattarsi di allergia. Una situazione che, secondo alcuni studi epidemiologici, ha una frequenza che varia dal 5 al 38% e che non riguarda solo chi possiede animali, visto che il 52% delle persone allergiche agli animali non ne ha mai avuto uno. I numeri non devono stupire, se si considera l'incremento della popolazione animale domestica negli ultimi anni, al punto che ormai una famiglia su tre possiede un animale da compagnia. Ma quali sono i principali colpevoli e perché?

Cani, gatti e...conigli


In testa c'è indiscutibilmente il gatto. Del resto si tratta dell'animale che vive, probabilmente, a più stretto contatto con gli abitanti della casa. Gli allergeni nel gatto sono molto numerosi , il principale, il FELdl viene prodotto dalle ghiandole sebacee e in misura minore dalle cellule epiteliali squamose basali e si accumula soprattutto sulla superficie dell'epidermide, nella forfora e nei peli. Concentrazioni elevate di FELdl si possono trovare in ambienti in cui vi sia la presenza di uno o più di tali animali domestici, ciò spiega l'insorgenza di manifestazioni cliniche improvvise e gravi in soggetti specificatamente sensibili, quando entrino in uno di questi ambienti. L'allergene del gatto si lega a particelle molto piccole in grado di disperdersi rapidamente nell'aria e di rimanere sospese per molte ore soprattutto in ambienti con scarso ricambio d'aria. Questo allergene inoltre tende ad accumularsi su tappeti, divani, poltrone e tendaggi da cui scompare molto lentamente, anche dopo l' allontanamento dell'animale dall'ambiente domestico.
Il cane è responsabile di allergie piuttosto gravi ma in misura minore rispetto al gatto. La frequenza di sensibilizzazione varia a seconda delle razze canine. Sembra più frequente per il boxer e lo Schanauzer. Il principale allergene del cane è il CANfl che si trova nel pelo e nella forfora.
Molto comune è anche l'allergia al cavallo. Le allergie alla sua forfora si registrano quasi esclusivamente in soggetti esposti per motivi professionali (fantini, stallieri, veterinari) o in soggetti che praticano l'equitazione. Gli allergeni isolati dai derivati epidermici del cavallo sono, comunque, molto potenti, per cui le manifestazioni cliniche, soprattutto di tipo asmatico, sono molto gravi nei soggetti sensibili. Una novità recente tra i bimbi di città è l'allergia al coniglio, sempre più diffuso come animale da compagnia. Solo a Milano, è stato detto in un recente convegno internazionale, i pediatri hanno denunciato 60 casi sui 4 mila bambini visitati ogni anno. Recentemente è stata descritta, infine la bird-egg-syndrome, sindrome allergica osservata in soggetti che tenevano in casa canarini o altri uccelli. Un animale molto trendy come il furetto, invece, sembrerebbe poco pericoloso. Appartiene, infatti, alla famiglia dei canidi e produce poca forfora.

Una questione di igiene


Perché si scateni la reazione allergica basta poco. Il contatto o la semplice presenza in un luogo regolarmente frequentato da esseri umani e da animali, possono innescarla. Le manifestazioni più comuni coprono l'intera gamma delle allergie respiratorie, dall'asma alle riniti, alle congiuntiviti e talvolta alle dermatiti. Una gamma di reazioni che, evidentemente, viene accresciuta se si trascura l'igiene del luogo frequentato dall'animale, poiché in questo caso l'allergene non viene eliminato dalle operazioni di pulizia. Le allergie, poi, assumono aspetti diversi a seconda degli individui: i soggetti immunodepressi, le persone anziane, i bambini o le donne in gravidanza sono i più vulnerabili agli allergeni. Che cosa fare perciò per proteggerli? Eliminare tutti gli allergeni integralmente non è semplice; è evidente, però, che per soggetti predisposti l'ideale sarebbe non tenere animali in casa. Se però non si volesse ricorrere a un provvedimento così drastico è opportuno lavare periodicamente l'animale, almeno una volta al mese e spazzolarlo in modo da eliminare il più possibile il pelo morto. Se l'animale entra in casa è preferibile, poi, confinarlo ad alcuni ambienti e, soprattutto non farlo mai entrare in camera da letto. Va anche detto che recenti studi europei hanno ribaltato alcuni luoghi comuni sugli animali domestici, arrivando a definire addirittura un effetto immunizzante, in particolare dei gatti, sui bambini; esponendo il bambino ad alte dosi di allergene fin dai primi giorni di vita è possibile che questo diventi tollerante. Animali sì, perciò, a condizione di rispettare le più elementari norme igieniche.

Marco Malagutti



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