Cuori virili deboli da giovani

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Cuori virili deboli da giovani



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A prima vista potrebbe non sembrare una malattia che ha molto a che vedere col sesso. Eppure, per la malattia coronarica, e per l'infarto, che ne è l'esito peggiore, ci sono differenze tra uomo e donna soprattutto nella fascia critica che va dai 40 ai 50 anni, malgrado certe cattive abitudini, per esempio il fumo, siano andate diffondendosi anche nella popolazione femminile. "Si', gli uomini sono a maggior rischio" conferma il professor Paolo Palatini del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell'Università di Padova. Del resto è raro trovare uno studio epidemiologico che non confermi questa situazione. Per esempio, i dati desunti dalla Third National Health and Nutrition Examination Survey (un'indagine periodica che valuta lo stato di salute dei cittadini statunitensi) ha confermato questa realtà soprattutto per quanto riguarda l'infarto, mentre le differenze in quanto all'angina pectoris sono più sfumate.

La differenza si vede al pronto soccorso


Interessante anche un'altra indagine, sempre statunitense, che è stata condotta su un campione di persone che giungevano al pronto soccorso manifestando dolore toracico, sintomo tanto dell'infarto quanto di altre malattie. Ebbene, una volta ottenuta la diagnosi si è riscontrato che tra gli uomini quelli effettivamente colpiti da infarto erano il 19% e il 10% tra le donne. Il meccanismo principale alla base di questa disparità è intimamente legato alla specificità biologica: "Negli uomini manca la protezione ormonale da parte degli estrogeni, tanto è vero che, dopo la menopausa il rischio diventa uguale nei due sessi" spiega il professor Palatini. Anche in questo caso le conferme non mancano: ancora un paio di anni fa, uno studio condotto sui pazienti ricoverati per sindromi coronariche acute ha mostrato che le donne colpite erano in media più anziane degli uomini, e in gran parte in fascia di età postmenopausale. Inoltre, le donne che avevano già avuto un infarto erano in numero decisamente inferiore (segno che erano protette dagli estrogeni). In effetti gli ormoni sessuali femminili hanno parecchi effetti sul sistema cardiovascolare e il più diretto è favorire la dilatazione dei vasi sanguigni, quindi anche delle coronarie.

Ma l'ambiente quanto pesa?


Tuttavia non mancano voci diverse. In uno studio pubblicato sul British Medical Journal, infatti, tre epidemiologi dell'Università di Bristol, esaminando le statistiche delle morti per malattia coronarica in 50 paesi nell'arco di almeno una cinquantina d'anni, hanno notato che le differenze tra i due sessi variavano nel tempo e da paese a paese in un modo che non può essere spiegato dalla sola protezione da parte degli estrogeni, che si suppone restare comunque costante. Tra le possibili cause i ricercatori avanzavano le differenze nella risposta fisiologica al consumo dei grassi animali (fattore di rischio principe per l'aterosclerosi). Quindi i fattori ambientali potrebbero avere un peso superiore a quanto si ritiene oggi, ma le spiegazioni sono ancora da ricercare.
Le differenze non si limitano peraltro allo sviluppo della malattia coronarica in sé: tra uomo e donna ci sono differenze anche nel peso che hanno i diversi fattori di rischio. Per esempio, mentre per la donna le condizioni più pericolose sono il diabete e l'ipertensione, nell'uomo contano di più il fumo e il colesterolo troppo elevato.

Raccomandazioni semplici quanto efficaci

In attesa di spiegazioni sempre più raffinate (magari con l'aiuto della biologia molecolare) resta sempre da giocare la carta della prevenzione, tutto sommato semplice, come conferma Paolo Palatini, infatti, le principali raccomandazioni sono:
  • Smettere di fumare se si e' fumatori
  • Calo del peso corporeo con dieta ed esercizio fisico nei soggetti in sovrappeso.
  • Fare comunque attivita' fisica regolare e' utile.
  • Controllare che la pressione arteriosa sia al di sotto di 140/90 mmHg, altrimenti rivolgersi al medico per un eventuale trattamento.
  • Controllare il colesterolo ed i trigliceridi nel sangue. Se sono elevati rivolgersi al medico per consigli dietetici ed eventuale trattamento.
  • Controllare la glicemia per escludere il diabete.
  • Evitare lo stress.
"Sebbene questi consigli debbano essere seguiti soprattutto dai maschi" conclude il clinico dell'Università di Padova "anche le donne ne possono trarre ovviamente giovamento".

A parziale consolazione del sesso maschile (ormai manifestamente non più sesso forte) un piccolo vantaggio sulla prevenzione farmacologica :" Generalmente i farmaci che sono utili nell'uomo lo sono anche nella donna. Per la prevenzione primaria sembra comunque che l'aspirina abbia maggior efficacia nell'uomo".

Maurizio Imperiali



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